L’importanza di sentirsi finalmente abbastanza: ecco perché De Bruyne al Napoli ci fa piangere di gioia

Ph credits Casanapoli
Decenni tra rifiuti e seconde scelte per un club che non poteva adeguarsi a ingaggi monstre: adesso con De Bruyne al Napoli tutto è cambiato.
Dimentichiamo per qualche minuto di essere degli operatori dell’informazione e godiamoci a pieno questa giornata incredibile. Eh sì, oltre le penne, le analisi fredde e obiettive, spesso c’è un cuore azzurro che pulsa, silenziato e messo in pausa per non essere mai condizionati in ciò che si ha l’onore e il piacere di guardare in campo. Eppure oggi, è successo qualcosa di incredibile: le mie emozioni non stanno reggendo. A ogni foto, a ogni video di Kevin De Bruyne al Napoli per le visite a Villa Stuart, gli occhi iniziano a bagnarsi di lacrime.
Che affronto, proprio io con il cuore di pietra, che riesce benissimo a controllare ogni momento (tranne quello dello scudetto eh, una vera e propria cascata senza fine dopo un campionato al cardiopalma ndr). Poi, mi sono fermata un attimo a pensare e ho capito cosa stesse realmente succedendo: il Napoli è forte ma proprio forte e forse, è la prima volta in tutta la nostra vita che ciò accade.

Maradona y nada más
Noi della generazione “piccoli con Maradona”, non abbiamo vissuto fino in fondo quel lustro, quell’esplosione di gioia, il vanto di essere scelti dal calciatore più forte del momento. Ce lo hanno raccontato i nostri nonni, i nostri papà o i fortunatissimi fratelli maggiori: quel 5 luglio 1984 è stato un giorno indimenticabile, con l’allora San Paolo gremito in ogni ordine di posto per celebrare l’arrivo del fuoriclasse che dal Barcellona aveva scelto la casacca azzurra per farla diventare grande, grandissima, la più forte in Italia e in Europa. E ci è persino riuscito, diventando il re di Napoli.
Dopo, un lento declino, che ha visto la nostra generazione crescere a suoni di rifiuti, seconde scelte, l’occhio costante ai bilanci, le cessioni sconsiderate per far cassa, fino all’incredibile fallimento con la retrocessione in serie C. Avere Calaiò, Montervino, Max Vieri, il Pampa Sosa, Iezzo era quasi un vanto, vedere le gesta di Hamsik, Lavezzi, Cavani, Callejon, Reina e Mertens, era già un sogno. Napoli non era la scelta del calciatore più forte, era il percorso dei fiorenti campioni per sbocciare definitivamente, la famosa plusvalenza prima della definitiva consacrazione in un top club d’Europa. E quanti ne abbiamo visti nascere e crescere all’ombra del vesuvio ma altrettanti, hanno preferito sposare Inter, Milan e Juventus, considerati progetti molto più blasonati.
Da “Sono io il vostro Cavani” a “Kevin De Bruyne al Napoli”
Fa male. Non sentirsi mai la prima scelta fa proprio male. E non valeva solo per i calciatori, anche per gli allenatori. Puntualmente, De Laurentiis in estate aveva una lunga lista di tecnici e dopo averne depennati almeno 5-6, si finiva con scegliere il successivo…l’unico che aveva accolto di buon grado la sfida partenopea. Lunghi contratti da leggere e smistare, la cessione totale al club dei diritti d’immagine, una presenza ingombrante della dirigenza e guai a chiedere ingaggi monstre: il più esoso è di 3 milioni di euro ma qui già veniamo al passato più recente.
Eppure, a guardarci oggi sembra che di acqua sotto i ponti ne sia passata davvero tanta. Invece, sono trascorsi solo due anni e c’è voluto l’ingranaggio giusto per dar vita a questa macchina: Antonio Conte. Il grande merito va dato anche a Luciano Spalletti che ha avuto il coraggio di scardinare l’egemonia del nord che durava ormai da più di un decennio, regalando ad ADL un brivido nuovo, che la Coppa Italia e la Supercoppa non ti dà: quello dello scudetto. Una gioia senza precedenti, che Napoli non assaporava da 22 anni e che è tornata a vivere prima con lui poi con l’ultimo miracolo Contiano.
L’appeal di Conte per un Napoli nell’Olimpo dei top club d’Europa
Eppure, Antonio da Lecce ha degli assi infiniti nella manica: non solo una rubrica telefonica bella ricca ma anche un appeal come pochi che, insieme a premi, obiettivi raggiunti e a due cessioni di extra lusso, permette al Napoli, per la prima volta dopo l’era Maradoniana, di sedersi al tavolo dei grandi e far valere le sue ragioni, il suo diktat, la sua policy tra bilanci sempre in verde, scudetti conquistati e tante soddisfazioni. Ed ecco che per magia McTominay esplode e parla già napoletano, Lukaku accetta il Napoli e vive una seconda giovinezza, Buongiorno uomo d’onore dice no alla Juve e sceglie il progetto partenopeo.
Ma oggi, proprio oggi, le lacrime scorrono ancor più facilmente: perchè Kevin De Bruyne è da sempre tra i centrocampisti più forti e talentuosi d’Europa e ha scelto di proseguire la sua carriera proprio a Napoli. La concorrenza è stata scardinata: Napoli non è più quella dei rifiuti, dei ripieghi, degli ingaggi monstre solo sognati. Da oggi, il Napoli è finalmente “abbastanza” per essere scelto e amato da tutti e questo ci fa davvero piangere di gioia.
Alessia Bartiromo
RIPRODUZIONE RISERVATA
Testarda, imprevedibile, caparbia e passionale. Con la “testa nel pallone” ed i piedi in uno stadio.