fbpx

Napoli, cuore e orgoglio: 3-1 all’Inter e testa solitaria. Il patto dei duri di Conte accende il Maradona

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E al “Diego Armando Maradona”, davanti a 55 mila anime in delirio, il Napoli di Antonio Conte ha scelto di risorgere proprio nel momento più buio.

Il tonfo di Eindhoven, il 6-2 che aveva lasciato ferite profonde, sembrava l’inizio di un tunnel senza uscita. E invece, come nelle migliori storie di sport, il dolore si è trasformato in carburante.

È nato così il patto della Vecchia Guardia, stretto tra Conte e i veterani dello Scudetto, chiamati a difendere un’identità e un orgoglio messi in discussione da troppe delusioni. Niente più esperimenti, niente più alibi: solo uomini, sudore e cuore.

Il Maradona, sold out come nelle grandi notti, è stato il primo a crederci. E il Napoli ha risposto da campione vero.

Lotta, sudore e talento: De Bruyne, McTominay e Anguissa piegano l’Inter

La partita inizia con un’Inter aggressiva, spinta da sette vittorie consecutive e dalla voglia di allungare la striscia. Bastoni, Calhanoglu e Lautaro Martinez vanno vicini al gol, ma Milinkovic-Savic alza il muro. Poi, al 31’, la svolta: Di Lorenzo cade in area, rigore netto. Kevin De Bruyne dagli undici metri non sbaglia, anche se nel calciare sente tirare e deve lasciare il campo. Il Maradona esplode, ma soffre: Bastoni e Dumfries colpiscono legni che fanno tremare gli spalti.

Nella ripresa, il Napoli trova forza nella sofferenza. Al 53’ Scott McTominay riceve un lancio lungo di Spinazzola, controlla e scaglia un destro perfetto che si infila  sul secondo palo. È 2-0, è follia azzurra. L’Inter non molla e accorcia con Calhanoglu su rigore, ma la serata ha un destino già scritto: al 67’ Zambo Anguissa travolge tutti con una progressione devastante e un destro che spacca la rete sotto l’incrocio. È il 3-1 che fa impazzire Napoli.

Conte, orgoglio e identità: “Abbiamo battuto la squadra più forte d’Italia”

A fine gara, Antonio Conte ha la voce roca ma lo sguardo fiero:

“Abbiamo affrontato una squadra fortissima, la più forte d’Italia. Abbiamo vinto con tutte le difficoltà, mancavano Hojlund, Lobotka, Rrahmani… Ma oggi non volevamo morire. È stata una partita gagliarda, da veri uomini.”

Parole che raccontano l’anima di questo Napoli, fragile e ferito, ma ancora capace di rialzarsi. Il Maradona resta un fortino inviolato, e la squadra torna in testa alla classifica, da sola, con la consapevolezza che la crisi può essere solo un passaggio, non una condanna.

La morale di una notte azzurra

Quando sembrava finita, il Napoli ha ritrovato se stesso. Ha riscoperto l’orgoglio, la fame, il senso di appartenenza. Ha scelto di non morire sportivamente, di restare in piedi anche quando tutto vacilla.

E come ha detto il mister:

“Dobbiamo essere duri a morire.”