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Champions League: Napoli-EintrachtFrancoforte 0-0

Azzurri padroni del campo ma spreconi. Conte: “È mancata solo la cattiveria”

Al “Maradona” finisce 0-0, ma il risultato non racconta la verità di una partita dominata in lungo e in largo dal Napoli. Gli uomini di Conte costruiscono, pressano, creano, ma non concretizzano. E così l’Eintracht Francoforte, cinico e compatto, torna a casa con un punto che sa di impresa, mentre agli azzurri resta solo la frustrazione di una serata che poteva e doveva finire diversamente.

Alla vigilia Antonio Conte aveva lanciato il messaggio: “Il Napoli in testa dà fastidio e fa paura”. Una frase che suona come una dichiarazione d’intenti, ma anche come un avvertimento. L’allenatore azzurro sapeva che l’Eintracht, ferito e affamato dopo le ultime delusioni europee, non avrebbe regalato nulla.

Entrambe le squadre arrivavano al match dopo pesanti battute d’arresto: il Napoli travolto dal PSV, i tedeschi eliminati dalla DFB-Pokal e bloccati sul pari in campionato. Al “Maradona” però la scenografia era quella delle grandi notti europee: cori, bandiere e una città intera pronta a spingere la squadra verso la rinascita.

Il Napoli parte fortissimo.

Dopo appena sei minuti Hojlund sfiora il vantaggio, ma Theate salva sulla linea. Anguissa e Elmas martellano sulle fasce, Politano prova a inventare, Lobotka orchestra. Gli azzurri schiacciano i tedeschi nella propria metà campo: al 20’ il possesso palla segna un impressionante 79% in favore del Napoli.


Elmas, tra i più ispirati, ci prova due volte con conclusioni velenose, ma
Zetterer è reattivo. L’Eintracht si limita a contenere, tentando rare ripartenze. Il primo tempo si chiude tra gli applausi del pubblico, ma anche con un pizzico di preoccupazione: tanto gioco, zero gol.

Il copione non cambia nella ripresa: Napoli in avanti, Eintracht rintanato. Al 53’ McTominay spreca un pallone d’oro servito da Anguissa, poi Hojlund manda alle stelle da pochi passi. Gli ospiti si fanno vivi al 58’, quando Kristensensfiora l’incrocio con una conclusione velenosa che gela il “Maradona”.

Conte prova a dare una scossa con i cambi: dentro NoaLang e Neres per aumentare la velocità. Gli azzurri spingono con cuore e rabbia, ma senza precisione. Al 76’ Anguissa calcia alto da ottima posizione, all’83’ McTominaysi divora la rete del possibile 1-0 spedendo la palla in curva.

Nei minuti finali è assedio. Elmas e Hojlund tentano il colpo vincente nel recupero, ma Zetterer si supera ancora. Dopo cinque minuti di speranza, il triplice fischio sancisce lo 0-0 e la serata dei rimpianti.

Il Napoli chiude con 65% di possesso palla18 tiri totali, e la sensazione di aver giocato una partita a senso unico. Milinkovic-Savic, quasi inoperoso, firma il terzo clean sheetconsecutivo. Ma la sensazione che resta è quella di un’occasione mancata: una squadra bella, intensa, ma non spietata.

Le parole di Antonio Conte

Nel post partita, Antonio Conte analizza con lucidità e amarezza la prestazione dei suoi:

“Possiamo dire di tutto e di più. Se non segni, non vinci. Se sei bravissimo, vinci 0-0. Loro hanno imparato bene come si fa il catenaccio italiano. Se noi avessimo fatto una gara del genere in Germania parlerebbero di calcio vecchio… Noi stiamo cercando di portare un calcio più europeo. Dispiace non aver fatto gol, ma non posso dire nulla ai ragazzi per l’impegno e la dedizione.”

Poi aggiunge:

“Non parliamo dei giocatori che oggi non c’erano, sennò dovrei nominare anche Lukaku. I ragazzi stanno facendo molto bene e hanno assorbito la botta dell’assenza di De Bruyne. A centrocampo eravamo corti, ma stiamo trovando soluzioni. Si può parlare tanto di ambizione, ma nei fatti bisogna fare un percorso.”

E chiude con un messaggio carico di realismo e orgoglio:

“Penso che i ragazzi abbiano dato tutto. Ho visto occasioni importanti e un crescendo nella prestazione. Non posso dire nulla sullo spirito. Noi ce la stiamo mettendo tutta: ci riusciremo o non ci riusciremo, non lo so… ma daremo sempre tutto.”

Il calcio, come la vita, non premia sempre chi dà di più. Il Napoli ha dominato, mostrato gioco, spirito e intensità, ma gli è mancato il colpo del killer.

In Champions non basta essere belli, serve essere spietati. E forse è questa la lezione di una notte amara al “Maradona”: le grandi squadre non si misurano solo dal gioco, ma dalla capacità di trasformare il dominio in vittoria.

Conte lo sa. E il Napoli, se continua su questa strada, prima o poi troverà la sua ricompensa.