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Dpcm di Natale: in arrivo nuove zone rosse nei giorni festivi. Le ipotesi al vaglio del Governo

Dpcm di Natale: in arrivo nuove zone rosse nei giorni festivi. Le ipotesi al vaglio del Governo

Dpcm di Natale: in arrivo nuove zone rosse nei giorni festivi. Le ipotesi al vaglio del Governo

La curva dei contagi lentamente sta scendendo. Tuttavia gli esperti non sono ottimisti e paventano il rischio di una terza ondata a gennaio. Ad alimentare questa convinzione sono i possibili assembramenti che i giorni di Natale potrebbero provocare. La festa più attesa dell’anno è quella dove tradizionalmente le famiglie si riuniscono, si abbracciano, si scambiano i regali. Un lusso che l’Italia in questo momento non può permettersi. Ecco perché al Dpcm varato lo scorso 3 dicembre potrebbe far seguito un nuovo decreto con misure ancora più stringenti nei giorni di festa.

Ormai è questione di ore e poi si saprà quale sarà la linea scelta dal Governo per il Natale sotto il segno del Covid. Oggi pomeriggio si è svolto un nuovo incontro tra governo e Regioni sul nuovo Dpcm destinato a “chiudere” l’Italia durante le feste. Ma per il responso si dovrà attendere domani.

Le tre ipotesi di zona rossa

Al vaglio del governo tre ipotesi di chiusura per le festività natalizie, con tre diversi livelli di restrizioni per quanto riguarda spostamenti, coprifuoco e cenoni in famiglia. In tutti e tre i casi resterebbero comunque chiusi i locali nei giorni da bollino rosso, ovvero festivi e prefestivi.

Linea soft – L’idea è quella di trasformare l’Italia in zona rossa soltanto nei giorni festivi e prefestivi. In questo modo sarebbe possibile garantire più libertà di movimento ai cittadini nei giorni considerati meno a rischio assembramenti.

Linea moderata – Il nuovo Dpcm Natale (a questo punto il secondo) potrebbe istituire una maxi zona rossa su tutta l’Italia tra il 24 dicembre e il 3 gennaio. Resterebbero quindi chiusi gli esercizi commerciali non essenziali, mentre per i cittadini si configurerebbero delle restrizioni alla libertà di movimento.

Linea dura – Il terzo scenario, quello sostenuto dall’ala più rigorista dell’esecutivo, prevede un’Italia in zona rossa con un lockdown da Natale a fino al 7 gennaio. In pratica chiusura di tutti gli esercizi commerciali, tranne quelli essenziali, spostamenti ridotti e coprifuoco anticipato.

L’ipotesi per il calendario delle feste

Vediamo allora il possibile calendario delle feste.

19-23 dicembre
Le cose dovrebbero restare come è previsto dalle norme in vigore oggi: cioè fino al 20 compreso potremo muoverci anche fuori regione (solo tra regioni gialle ovviamente). Da lunedì 21 scatta il divieto di spostamento fuori regione (salvo che per motivi di lavoro, salute o urgenza) con la possibilità sempre però di tornare alla residenza, domicilio o abitazione. I negozi resteranno aperti fino alle 21. Bar e ristoranti aperti fino alle 18. Come aperti saranno anche barbieri e parrucchieri. Alle 22 scatta il coprifuoco.

24-27 dicembre
Scatta il lockdown duro da zona rossa. Quindi negozi, bar e ristoranti chiusi. Possono restare aperti alimentari, farmacie, i tabacchi, edicole e librerie. Non potremo spostarci nemmeno all’interno del nostro Comune se non per motivi di salute, lavoro o urgenza (e sempre con l’autocertificazione). Potremo però andare a messa. Niente pranzi o cene con i parenti se non con il nostro nucleo convivente. Allo studio una deroga per allargare a non più di due congiunti stretti: esempio i genitori anziani o i figli. Si può anche uscire per assistere una persona non autosufficiente o per fare attività motoria e sportiva.

28-30 dicembre
Si torna ad una maggior libertà. Con negozi aperti al pari di bar e ristoranti secondo le attuali norme in vigore. Il coprifuoco scatta dalle 22. E c’è anche la possibilità di muoversi all’interno della regione (sempre se gialla): ad esempio per andare nella seconda casa.

31-3 gennaio
Si ritorna alla zona rossa con gli stessi divieti previsti per i giorni di Natale.

4-6 gennaio
Se passa la linea meno rigorista l’Italia riapre con le norme della zona gialla eccezion fatta per gli spostamenti che restano vietati fuori regione dal Dl spostamenti fino al 6 gennaio.

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