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Crisi di Governo, tutti i possibili scenari

Crisi di Governo: Dal Conte ter al nuovo premier, ecco tutti gli scenari possibili.

Crisi di Governo, tutti i possibili scenari.

In piena Pandemia le dimissioni del Premier Giuseppe Conte hanno aperto, qualche giorno fa, ufficialmente la crisi di Governo.

Mattarella, presidente della Repubblica, sta portando avanti le consultazioni con i vari capi partito per capire come proseguire.

Varie ipotesi al momento e nessuna esclusa a priori: dalla conferma di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi alle nuove elezioni, fino ad arrivare ad una maggioranza di larghe intese.

Ecco gli scenari.

CONTE TER: E’ lo scenario che il premier dimissionario caldeggia: il presidente del Consiglio riesce a formare un nuovo governo con Pd,M5s e Leu allargando la maggioranza dopo la rottura con Iv. Il Conte ter ha perĆ² tre varianti: Matteo Renzi rientra al governo garantendo la stabilitĆ  oppure Iv resta fuori e la maggioranza si allarga con un nuovo gruppo di volenterosi che perĆ² finora non ĆØ emerso.

Nuovo Premier ma stessa maggioranza:Ā E’ lo scenario piĆ¹ temuto dal presidente del Consiglio uscente: i partiti di maggioranza con il rientro di Iv, o con l’ingresso di nuove forze politiche, trovano la quadra per un governo ma con un nuovo premier magari espresso da Pd o da M5s. Stando alle dichiarazioni, perĆ², Pd, M5s e Leu dichiarano la guida di Conte “imprescindibile” e anche Iv ha chiarito che se il premier dimissionario non mette veti su Iv neanche Italia Viva li metterĆ  su Conte.

Governo larghe intese: Il governo di unitĆ  nazionale, prevede la presenza di tutti o quasi tutti i partiti presenti in Parlamento con un presidente del consiglio ‘terzo’ rispetto ai partiti. A ipotizzarlo ĆØ stato Silvio Berlusconi e si ĆØ giĆ  detto disponibile anche Cambiamo, il partito di Giovanni Toti, PiĆ¹ Europa e Azione. Contrario ad esperienze di governo con la destra ĆØ il Pd ma anche Fdi ha detto no a questa ipotesi.

Elezioni: Considerata da tutti l’ultima spiaggia, la strada del voto si aprirebbe se la crisi non si riuscisse a ricomporre. Il presidente della Repubblica a quel punto scioglie le Camere e indice le elezioni.

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