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Ciro Priello dei The Jackal: “Mio padre pianse per il Napoli in serie B. Sono tifoso per compassione”

Ciro Priello

Ciro Priello dei The Jackal, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, raccontando il suo amore per il Napoli: “Una delle poche volte in cui ho visto piangere mio padre è stata quando siamo retrocessi in Serie B”.

Ciro Priello in questi giorni è stato uno dei protagonisti di questo Festival di Sanremo 2022 appena conclusosi.
L’attore Napoletano, infatti ha condotto “ Prima festival” su Raiuno con Roberta Capua e Paola Di Benedetto.

In una bella e commovente intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Priello racconta il suo amore per il Napoli:

 

“Il Napoli è l’amore della mia vita, mi permette di staccare dagli impegni familiari e lavorativi e sono contento che, dopo tanto tempo, mi prenda ancora così tanto. Spero non passi mai. La prima volta che andai allo stadio a vedere il Napoli fu quando era bambino. Una sconfitta in casa contro la Roma, ero bambino, mi portò mio padre all’allora San Paolo. Non conoscevo nemmeno i nomi dei giocatori. Poi ho avuto i primi beniamini, mi viene in mente Igor Protti, più avanti Jankulovski o Mancini tra i pali. Sono cresciuto con un Napoli meno ambizioso di quello di oggi e ricordo le delusioni di mio padre: una delle poche volte in cui l’ho visto piangere è stata quando siamo retrocessi in Serie B, nel 1998”.


Priello racconta un suo passato da calciatore
Sono stato un portiere nel Giugliano, non lontano da casa, per tre anni, solo che poi mi sono appassionato alle discipline artistiche e ho lasciato. Ma amavo giocare. Del ruolo del portiere, mi piaceva la responsabilità, la visione ampia del campo, la possibilità di essere un punto di riferimento per la squadra, anche se non tutti sanno apprezzare questo aspetto. Gli amici mi consideravano lo sfigato messo lì, in un ruolo che nessuno voleva occupare. Si sbagliavano”.

Sul Napoli di oggi:
“La squadra di Spalletti mi pare più consapevole dei propri mezzi rispetto a quella di Gattuso, che pure non mi dispiaceva. Insigne? È un peccato che vada via ma non mi sento di giudicarlo, i tempi sono cambiati e vale per tutto il campionato. Tifo per il Napoli perché volevo vedere piangere mio padre. Sono tifoso per compassione