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Rinnovo Koulibaly, strappo alla regola: “a chi figli e a chi figliastri”

Napoli a Dimaro

ADL ha deciso, strappo alla regola per blindare Koulibaly: sarà lui il prossimo capitano del Napoli. Ma è il caso di dirlo: “a chi figli e a chi figliastri”.

Rinnovo Koulibaly, strappo alla regola: “a chi figli e a chi figliastri”

Ieri per i tifosi azzurri è stato un lunedì che sapeva di venerdì: nessuna festività o cose del genere ma un pesante lunedì di inizio settimana di lavoro è stato reso più leggero dal Napoli in testa al campionato e dalla notizia di un rinnovo per Koulibaly (LEGGI).

Il Comandante, come lo chiama Spalletti, è pronto a legarsi a vita al Napoli e a Napoli, quella Napoli che lo ha adottato come figlio dall’ estate del 2014. Un senegalese napoletano, insomma e per dirla alla Pino Daniele: “Viva via o’ Senegàl”.

Koulibaly, strappo alla regola.

Fermo restando che il rinnovo a vita del gigante Kalidou sarebbe un colpo da 90 del Napoli e farebbe felici tutti (Spalletti in primis, ndr), questo però si scontra con la politica del contenimento dei costi voluta da Aurelio De Laurentiis dopo due anni di pandemia e mancanza introiti Champions. Almeno questa era la motivazione portata avanti nella trattativa di rinnovo per Insigne.

Il capitano, figlio “legittimo” di questa terra, nonostante la sua voglia di chiudere la carriera a Napoli con la maglia della propria squadra del cuore addosso, per farlo avrebbe dovuto accettare una pesante decurtazione dell’ ingaggio.

Per Koulibaly no (e lo ribadiamo, ci fa piacere per il numero 26): purtroppo anche nel calcio, vale il detto : “A chi figli e a chi figliastri”.

Prima di Koulibaly è toccato a Mertens.

Per avvalorare la nostra tesi, ma senza far polemica e solo per racconto di cronaca, lo stesso trattamento è toccato due anni fa a Dries Mertens, un altro figlio adottivo di Napoli.

L’attaccamento alla città e alla maglia di Dries non si discute, la scelta del nome per il “baby Mertens” in arrivo è la prova (si chiamerà Ciro, ndr) ma anche in questo caso ADL, nonostante le schermaglie dialettiche (solite) iniziali, ha bloccato il suo bomber (già ultratrentenne, ndr) con un ingaggio anche alto. A giugno non si sa cosa accadrà con l’ ex PSV, ma la sensazione è quella di vederlo ancora (almeno per un altro anno) con la maglia azzurra.

Addio Insigne, Aurelio ma non sognavi un Napoli fatto di napoletani?

La gestione del caso Insigne, a differenza di quelli di Koulibaly e in precedenza Mertens, non è stata impeccabile: un aut aut per il prodotto del vivaio partenopeo che è sempre sembrato un invito a cercare fortuna altrove.

Un figlio di Napoli, innamorato di Napoli, oltre che una risorsa tecnica importante, che dice addio, senza un minimo di trattativa (reale) lascia l’amaro in bocca.

E pensare che qualche anno fa proprio Aurelio De Laurentiis, lo vedeva come il Totti del Napoli e ancor prima lo stesso presidente sognava un Napoli di tutti napoletani (o comunque campani): e poi si lascia andare con così tanta leggerezza l’ unico napoletano del gruppo?

Non vogliamo entrare in certe dinamiche, ormai le strade di Lorenzo e del Napoli si divideranno tra pochi mesi, sicuri che un oceano non potrà spezzare il legame affettivo con la propria terra ma è proprio il caso di ribadirlo: “A chi figli e a chi figliastri”.