Conferenza Spalletti, le prime parole del nuovo C.T. della Nazionale
Conferenza Spalletti, le prime parole del nuovo C.T. della Nazionale in diretta
Conferenza stampa con Luciano Spalletti, le prime parlo del nuovo Commissario Tecnico della Nazionale. da oggi nel ruolo ufficialmente. Alle ore 11 nella conferenza stampa di presentazione dal Centro Tecnico Federale di Coverciano, Spalletti descrive le sue emozioni: “Essere qui ĆØ un’emozione indescrivibile, Napoli ĆØ un bellissimo ricordo. Partiremo dal 4-3-3 che puĆ² diventare 4-2-3-1. Forse non sarĆ² il miglior allenatore possibile per la Nazionale, ma sarĆ² sicuramente il miglior Spalletti possibile”.
Il primo a prendere la parola Ć© Gravina
Gabriele Gravina, presidente dellaĀ FIGC, prende per primo la parola: “Oggi inizia un nuovo capitolo della storia azzurra. Una storia lunghissima, importante, che appassiona milioni di italiani.Ā Inizia l’era di Luciano Spalletti. In pochi giorni abbiamo dovuto rimediare a una crisi importante, imprevista, senza precedenti almeno per quanto riguarda alcune modalitĆ .Ā L’abbiamo affrontata con grande serietĆ , con silenzio e stile: abbiamo voluto dare prioritĆ alla maglia azzurra e mettere la passione di tanti italiani al primo posto.Ā Non proviamo rabbia, ma un pizzico di delusione sƬ.Ā La nostra ĆØ stata una reazione composta, che ha puntato soprattutto ad aprire un nuovo capitolo. Sono felice, orgoglioso e molto piĆ¹ motivato.Ā
Molti mi hanno chiesto perchĆ© Spalletti: sul piano tecnico non devo dire nulla, la sua storia ĆØ nota. Quello che piĆ¹ mi ha colpito ĆØ il lato umano, sul quale abbiamo avuto l’intuito di investire:Ā ho avuto modo di apprezzare Luciano come una persona che dedica la sua capacitĆ sentimentale a tutto ciĆ² che ama.Ā Volevamo dare alla Nazionale un tecnico di grande prestigio, ci siamo riusciti. Quando ci siamo visti, siamo arrivati a ora di pranzo e Luciano ha esordito dicendo:Ā ‘Presidente, non perdiamo tempo. Lei faccia le sue valutazioni, ma io voglio allenare la Nazionale italiana’. Per me questo ĆØ stato un biglietto da visita incredibile: gli italiani non solo hanno un grande allenatore, ma anche una grande persona”.Ā Ā
Spalletti: “Un sogno iniziato nel 1970”
Dopo Gravina, in conferenza, prende la parola Luciano Spalletti:Ā “Grazie a tutti per essere qua.Ā Voglio ringraziare il presidente per avermi dato questo bellissimo incaricoĀ e grazie a tutto lo staff della Federazione. Ho passato molto tempo in questo luogo, perĆ² essere qui alla conferenza stampa della mia presentazione come CT della NazionaleĀ ĆØ davvero un’emozione indescrivibile. Un sogno che parte da lontano: nel 1970, durante i Mondiali del Messico,Ā andai a chiedere a mia mamma di farmi una bandiera dell’ItaliaĀ per poter andare a festeggiare quel fantastico 4-3 contro la Germania. Ora questa bandiera dell’Italia la riporterĆ² in campo quando andrĆ² in panchina e spero di far rinascere quel sogno di poter portare questa bandiera in tutti i bambini italiani com’ĆØ successo a me”.
Quanto tempo ci ĆØ voluto per dire di sƬ a Gravina?
“Poco, sono stato felicissimo fin dalla prima chiamata che ho ricevuto. Per me Napoli ĆØ stata un’esperienza bellissima, qualcosa di travolgente piĆ¹ di quanto qualcuno si possa aspettare. Per me ĆØ un ricordo bellissimo. Forse l’allusione era alla clausola, ma niente mi farĆ retrocedere dal pensiero di aver preso la scelta giusta e la cosa corretta da fare. Ci sono delle cose da mettere a posto: stanno lavorando gli avvocati e spero si possa arrivare il prima possibile alla miglior soluzione per tutte le parti”
Cosa cerchi in questa esperienza? Di cosa ha bisogno questo ambiente?Ā
“Cerco la felicitĆ , perchĆ© ĆØ quella di cui abbiamo bisogno. Di solito io non riesco a esserlo da solo, non provo felicitĆ per qualcosa che riguarda me stesso. Io mi rifletto nella felicitĆ altrui, per cui ĆØ quello che diventa fondamentale. Napoli e i napoletani sono stati la mia felicitĆ : li ho visti talmente contenti e festanti che ĆØ da quello che dipende il mio essere felice. Questa cosa ĆØ da chiarire bene subito con i calciatori, loro devono essere felici di vestire questa maglia perchĆ© non ĆØ come le altre. Abbiamo dei campioni che ci hanno fatto vedere cosa vuol dire indossare l’azzurro: il senso di appartenenza”.Ā
Qual ĆØ stato il criterio di scelta per le convocazioni?
“Saranno due partite molto importanti, abbiamo bisogno di un po’ di spessore internazionale e di esperienza. Per quanto mi riguarda questa maglia ĆØ un dono troppo importante che bisogna contraccambiare. Cerco di scegliere i migliori: in questo momento qui ĆØ importante il minutaggio. Verratti e Jorginho ad esempio li ho lasciati a casa perchĆ© non avevano minuti nelle gambe e non avevano svolto la preparazione”.
Che problemi intravede, ora dal punto di vista da ct della Nazionale, nel calcio italiano?
“So le difficoltĆ che hanno i club con le convocazioni della Nazionale, ma poi i club devono sapere che il bene dell’Italia ĆØ il bene di tutto il nostro calcio. Non dobbiamo mai essere in contrasto: cercherĆ² di avere un rapporto continuo con gli allenatori, alcuni li ho giĆ sentiti. Ci sono dei calciatori che non ho convocato che meritavano di essere avvertiti prima che uscisse l’elenco ufficiale e li ho chiamati. Abbiamo una storia da rappresentare, non abbiamo alibi: dobbiamo dare continuazione”.
Nella sua testa, prende in ereditĆ la Nazionale campione d’Europa o quella che non si ĆØ qualificata al Mondiale?
“Da Mancini eredito una buona Nazionale. Lui ha vinto un Europeo, ha fatto un record di 37 risultati utili consecutivi e ha lanciato molti giovani. Poi bisogna cancellare l’amarezza di due risultati che ci sono successi, dobbiamo smettere di pensare di appartenere un calcio minore. Dobbiamo cercare di fare un calcio che piace a tutti. Vogliamo fare un calcio che somigli a una Nazione forte come l’Italia”.
Quali saranno i leader della Nazionale?
“Di leader non ne basta uno solo. Ci saranno alcuni giocatori con piĆ¹ esperienza e meno timidezza: la responsabilitĆ ĆØ una cosa che in alcuni momenti ti schiaccia, ma per essere forti abbiamo bisogno di responsabilitĆ . Io senza responsabilitĆ non so dare il meglio di me stesso e i calciatori devono fare la stessa cosa.Ā
Ā Come giocherĆ la sua Nazionale?
“Con la difesa a quattro e le convocazioni sono state fatte anche per questo. Dobbiamo essere una squadra che tenta di andare a prendere la palla. Ci sono due cose che contano nel calcio: la pressione e la costruzione, tutto il resto viene di conseguenza. Se si pressa bene si riconquista prima e se si gestisce bene facciamo la partita che vogliamo. Di registi ne abbiamo: uno ĆØ Locatelli e poi ci sono anche altri calciatori senza fare nomi, ma Cristante lo sta facendo in maniera splendida”.Ā
Viene dal Napoli, dal centravanti piĆ¹ forte del campionato. In Nazionale chi sarĆ il padrone di questa maglia?
“Di centravanti ce ne sono in Italia che sono nelle condizioni di vestire questa maglia. Non ho chiamato Kean e Scamacca per il minutaggio. Ne ho chiamati altri tre e andrĆ² a conoscerli. Poi ĆØ chiaro che l’attaccante fisico ha delle caratteristiche ben precise, perĆ² magari Raspadori ĆØ piĆ¹ bravo a giocare di squadra. Ci sono potenzialitĆ uguali da poter sfruttare, secondo me ci sono anche calciatori di altre posizioni che puĆ² giocare lƬ”.Ā
Si puĆ² pensare a un centrocampo piĆ¹ folto?
“Abbiamo un centrocampo tra i piĆ¹ forti in circolazione e questo ĆØ fondamentale per costruire qualsiasi tipo di gioco. Partiremo con il 4-3-3, poi se avremo bisogno di un modulo piĆ¹ offensivo si puĆ² andare a mettere una sottopunta e passare al 4-2-3-1. Iniziamo a percorrere questa strada qui”.
Il ct chiude con una promessa:Ā “Forse non sarĆ² il miglior allenatore possibile per la Nazionale, ma sarĆ² sicuramente il miglior Spalletti possibile”.