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Verso Juventus-Napoli: il vero “derby” d’Italia (e dei tifosi partenopei)

Venerdì sera il nuovo capitolo di una rivalità eterna

Napoli. Ci si avvicina al primo Juventus-Napoli della stagione con la stessa “leggerezza” con cui i Jalisse attendono – ogni anno – la loro seconda opportunità al Festival di Sanremo. Pieni di incognite, insomma. Si spera, più che altro, che al triplice fischio finale della gara in terra sabauda, non ci si ritrovi “cornuti e mazziati” come l’oramai iconico duo di “Fiumi Di Parole”. La luna di miele fra Mazzarri e l’ambiente azzurro, per fortuna, prosegue imperterrita come l’andirivieni di automobilisti audaci e di motorini scorrazzanti lungo Corso Garibaldi.

La prestazione offerta da Politano e soci contro l’Inter, del resto, ha fatto intravedere sprazzi di un (bel) Calcio che, almeno all’ombra del Vesuvio, sembrava essersi perduto per sempre tra i meandri dell’universo conosciuto. E poco importa se alcuni tifosi partenopei continuino ad incolpare Meret finanche del buco nell’ozono. Napoli è questa. Laddove non si riescono a trovare spiegazioni, si cercano capri espiatori. Stiamo pur sempre parlando della stessa città che – appena due anni or sono – invitava Spalletti (e la sua Panda) a ritornarsene allegramente nell’amatissima Toscana. Coerenza prima di tutto.

Osimhen, intanto, si è ritrovato protagonista (premiato) al “Gran Galà Del Calcio”. Ha ringraziato tutti, l’attaccante nigeriano. Dai tifosi ad Aurelio De Laurentiis. Adesso si spera che in campo possa riprendere una marcia-goal simile a quella (decisiva) dello scorso campionato. Non ce ne vogliano i sostenitori delle altre compagini, ma quello fra Juventus e Napoli, può essere definito come l’unico, vero “derby” d’Italia, oltre che della terza metropoli del belpaese. Sì. Perché sin dai tempi di Clerici e Braglia, e di “core ‘ngrato”, Josè Altafini, non c’è un solo napoletano al mondo che non veda la sfida con i bianconeri come la madre di tutte le partite. Anzi. Sotto sotto, per i passionali supporters partenopei – nella Divina Commedia in chiave azzurra (perdonaci, Sommo Poeta!) – la Juve rappresenta una sorta di “male necessario” da attraversare giocoforza per giungere alle porte del Paradiso.

Catapultandoci nella banalità di discorsi decisamente meno “aulici”, ci sarebbe da aprire un capitolo a parte pure sull’arbitraggio disastroso perpetuato da Massa durante Napoli-Inter. Ad ogni modo, sull’argomento, è stato già detto tutto. Ci limitiamo a sottolineare l’estremo garbo e la grande signorilità mostrati dal direttore sportivo del Napoli, Mauro Meluso, al termine della gara persa contro i nerazzurri. Non era facile presentarsi davanti alle telecamere delle tv nazionali ed interloquire con le stesse, sciorinando cotanta pacatezza. Chapeau.

Meluso, tra l’altro, ha dimostrato ai suoi detrattori – semmai ce ne fosse stato bisogno – che il suo ruolo in società non è per nulla aleatorio. Né di facciata. Con buona pace di chi vedeva in lui una specie di “Molise” umano (e cioè che “esisterebbe” fino a prova contraria). Juventus-Napoli, dicevamo. Ci sarà modo e tempo per approfondire ancor di più un match che non ha certo bisogno di presentazioni. Il countdown che ci porterà al partitone di venerdì prossimo, è ufficialmente cominciato. La sconfitta con l’Inter va archiviata definitivamente. Sia nella mente dei tifosi che in quella dei calciatori. Soprattutto nella loro. Bando alle ciance, direbbe Totò.