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L’Epifania agitata del Napoli, tra le notizie di Calcio Mercato e la sfida di Torino

Bisogna risalire la china. Salvare il salvabile. Prenotare un posto nell’Europa che conta.

Torino-Napoli. La vida es una tombola cantava Manu Chao qualche anno fa. Un pò come il Calcio Mercato, del resto. Si sta trasformando, il Napoli. Sempre di più. E quello che lo scorso anno era un (bellissimo) quadro di Caravaggio, adesso sta assumendo le sembianze meno nobili delle opere di qualche artista minore. Quelle di un Da Varallo o di un Gentileschi, tanto per intenderci. Già. Perché gli investimenti sul Mercato – seppur necessari – non possono e non devono essere l’unica risposta del club a tutte le problematiche di questa stagione. Il rischio, infatti, è che per pensare troppo ai nuovi arrivi (eventuali, alcuni eventualissimi), si badi meno alla prossima gara di Torino ed al rettangolo verde che in questi casi è sempre il giudice più spietato.

Bisogna risalire la china. Salvare il salvabile. Prenotare un posto nell’Europa che conta. Solo una qualificazione alla prossima (e rivoluzionata) Champions League, infatti, potrebbe ridare nuova luce (quella sì, veramente “Caravaggesca”) ad un’annata che, tutto sommato, potrebbe essere ancora raddrizzata. Ad oggi, in verità – almeno per chi scrive – alcuni segnali non appaiono propriamente positivi. C’è una certa confusione nell’aria. Ed in tal senso, le notizie di Mercato che piovono sulla città come coriandoli carnevaleschi, servono solo ad alimentare inutili isterie.

Politano va in Arabia o resta? E Zieliński? È davvero un promesso sposo dell’Inter? E Kavaratskhelia quando rinnova? S’interrogano, i tifosi. Facendosi risucchiare in un vortice che è una sorta di sindrome ossessiva-compulsiva legata al controllo delle chiacchiere da bar. Ed a rimetterci, naturalmente, è la tranquillità dell’ambiente tutto. Quel vecchio volpone di Allegri – che non sarà un esteta del bel giuoco – ma che conosce le dinamiche dell’universo pallonaro come le sue tasche, ieri, subito dopo la vittoria roboante ottenuta dalla Juventus contro la Salernitana, ha dichiarato che le stagioni vanno programmate con due o tre anni di anticipo. In pratica, tutto il contrario di ciò che sta avvenendo in queste ultime settimane all’ombra del Vesuvio, dove alcune dinamiche sembrano essere dettate più dal furor di popolo che da una strategia ben precisa.

Va anche detto, ad onor del vero, che il Calcio è uno sport in continua evoluzione, maledettamente instabile e legato al risultato, in cui una certezza ha la stessa valenza di una previsione metereologica a lungo termine. Mazzarri a Torino si gioca una bella fetta di futuro. Sia chiaro, il tecnico toscano le sta provando tutte pur di rifar brillare il cielo pieno di nuvoloni di un gruppo che – anche nei suoi elementi più rappresentativi – appare piuttosto sconfortato.

Contro i granata di Juric, gli azzurri dovranno tenere alta l’asticella della concentrazione. Il Toro di questa stagione, anche se al netto di qualche scivolone di troppo, è una squadra che rispecchia pienamente quelle che sono le peculiarità tecnico-tattiche del proprio allenatore. Garra e corsa, per lo più. Ma anche una buona organizzazione di gioco. I campioni d’Italia, se vogliono inaugurare nel migliore dei modi l’anno nuovo, dovranno affrontare il match in questione con lo spirito giusto. Quello che, purtroppo, è venuto a mancare in parecchie delle gare precedenti. Torino-Napoli, tra l’altro, si giocherà subito dopo l’Epifania. E chissà che un pò di “carbone azzurro” non possa piovere a dirotto sulla città della Mole Antonelliana. Magari, Di Lorenzo e compagni, potrebbero trasformarsi nei “Re Magi” della rinascita partenopea, mentre la stella cometa di Victor Osimhen continua a brillare lontano, lontanissimo, dal club di De Laurentiis.