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Napoli: per battere la Fiorentina occorrono calma e sangue freddo

Lazio Napoli

I Viola, fondamentalmente, sono una squadra in rampa di lancio

Supercoppa Italiana. Napoli-Fiorentina. Calma e sangue freddo. Così come recitava un vecchio refrain musicale dei primi Anni Duemila. Due virtù che serviranno come il pane al Napoli durante la permanenza in Arabia Saudita. Dunque, da cosa si riparte?  Dal goal di RRahmani siglato al ‘96 contro la Salernitana o dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente De Laurentiis? Sì, perchè con buona pace delle intemerate di qualche cassandra, l’entusiasmo dell’Aurelione nazionale non si è affievolito. Anzi. Da navigato timoniere quale è, il patron della Filmauro ha rilanciato. Vuole ritornare a vincere, il Napoli. E sul mercato – stando almeno alle parole di DeLa – saranno messi a segno un altro paio di colpi. In barba alle rese annunciate ed alle smobilitazioni presunte. Ciò detto, domani all’ Al-Awwal Park Stadium di Riad – Arabia Saudita – gli azzurri si giocheranno una bella fetta di stagione. E di credibilità. L’eventuale conquista della Supercoppa Italiana, infatti, rilancerebbe i partenopei in maniera netta e vigorosa. Se non altro da un punto di vista prettamente psicologico.

Sia chiaro: per chi scrive, il quarto posto a fine stagione ed il conseguente piazzamento in zona Champions varrebbero ben più dell’eventuale vittoria di una coppa nazionale che è stata organizzata male e gestita ancora peggio. Già. Perchè il Calcio italiano non è l’NBA e questa formula – già adottata, tra l’altro, in altre leghe pallonare – ha lo stesso accattivante appeal della corazzata Potëmkin. Ad ogni modo, questo passa il convento ed il primo step da superare per affacciarsi dalle parti della finalissima di lunedì prossimo, ha le (minacciose) sembianze della Fiorentina di Italiano.

Contro i toscani in campionato durante il girone di andata sappiamo tutti com’è andata a finire. Quel giorno di inizio ottobre, al Maradona, l’ex tecnico dello Spezia e la sua truppa di ragazzotti spregiudicati diedero una lezione di Calcio (e di strategia) a Monsieur Rudi Garcia, decretandone – di fatto – un esonero virtuale. Tutto il resto è Storia. Da dimenticare, naturalmente. Battere la Viola significherebbe –tra le altre cose – dare seguito alla vittoria ottenuta contro la Salernitana quattro giorni or sono. In verità, i tre punti arrivati contro i ragazzi allenati da Pippo Inzaghi, se non sono piovuti dal cielo, hanno comunque rappresentato una sorta di allineamento benevolo dei pianeti. Un pò quel che accadeva nel microcosmo miracoloso della scorsa stagione quando Spalletti riusciva a trasformare in oro colato (persino) il piede destro di Zerbin e le folate offensive di Ndombele.

Ritornando alla stretta, strettissima attualità, Mazzarri sa benissimo che domani i campioni d’Italia dovranno travestirsi da marpioni per spuntarla contro una formazione che gioca praticamente a memoria e che – anche se al netto di qualche flessione fisiologica – fondamentalmente è una squadra in rampa di lancio. Tradotto in soldoni, ha più da perdere il Napoli che la Fiorentina. Cajuste e Zieliński, ci saranno. Sul polacco, nelle ultime settimane, è stato detto (e scritto) tutto ed il contrario di tutto. In estate veniva descritto come un figlio innamorato di mamma Partenope. Una specie di incrocio mitologico fra un Masaniello dei Monti Tatra ed il mitico Raffaele di Un Posto Al Sole. Oggi, invece, il vecchio Piotr appare quasi come un corpo estraneo in seno a quel gruppo di cui, appena sette mesi fa, era stato gran protagonista. Così va il Calcio. Così è la vita.