fbpx

Natan, l’insegnante: “Juan Jesus e Mario Rui sono stati fondamentali per il suo inserimento…”

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Bruno Di Santo, insegnante di Natan
 “Com’è Natan con la lingua italiana? Capisce tutto, non è più un problema. Per parlare deve ancora studiare, non è semplice. Ma si trova bene in questo momento. Credo che lui sia l’unico caso nel calcio italiano di un brasiliano che arriva e fa la prima conferenza stampa in italiano. Noi studiamo l’italiano anche con canzoni, film napoletani e cose così, per fare in modo che possa capire anche i tifosi. Ascoltare la musica italiana anche fa molto piacere. La mia preoccupazione principale era quella di portare Natan ad una situazione che potesse capire lo staff, i suoi colleghi, la stampa e i tifosi. Credo che lui abbia superato bene la prova.
L’essere umano non è diverso da ciò che fa il calciatore. Lui comunque dovrà andare al ristorante e al centro commerciale, quindi per sentirsi parte di questo paese dovrà comprenderne la cultura. È cresciuto nel Flamengo a Rio De Janeiro, a Napoli si trova a casa, perché il popolo napoletano è così. È molto simile la cultura napoletana a quella di Rio. Juan Jesus e Mario Rui sono stati fondamentali per il suo inserimento. Natan dall’inizio li ha ringraziati e ha detto di dover imparare l’italiano.
Si è infortunato quando lui stava bene, si è dovuto fermare per un mese. Quando è tornato ovviamente c’erano già gli altri calciatori che occupavano il posto. Lui voleva giocare di più, è normale. Da quando seguo il calcio è normale che nel primo anno è difficile che un calciatore riesca a capire subito il modo del calcio italiano che è diverso da quello brasiliano. Lui ha già capito che deve rispettare questa cosa.
Come ha vissuto i cambi d’allenatore? C’è la differenza nella parte tattica, ma la parte tecnica secondo me no. Quello che sta cercando di capire Natan è il modo in cui ragionano gli allenatori in Italia. Si sta allenando, vuole imparare, è bravo ad ascoltare quello che dicono gli allenatori. Mentalmente è fortissimo. Mentalmente è già abituato agli stadi pieni e alle pressioni. L’unica cosa è che devono conoscerlo, dargli opportunità per far sì che possa giocare.
È molto deluso perché si aspettava di poter vincere lo scudetto. Si aspettava molto di più, ma nel calcio è così”.