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Vaseli: Tra De Laurentiis e Manna, dunque, ci sarà scambio di idee costante su una strategia che andrà stabilita

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Frederic Veseli, calciatore del Fatih Karagumruk, ex giocatore di Salernitana e Benevento. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Si aspettava una stagione così difficile per la Salernitana?
“Difficile a livello di risultati non tantissimo, ma a livello di competitività sì. Il terzo anno in A, per una squadra di Serie A, è una stagione critica, O ti salvi, e intraprendi un percorso, o rischi di alternare promozione e retrocessione tra massima categoria e Serie B”
Possiamo definire l’Empoli un’isola felice del calcio italiano?
“Si, l’Empoli ha venduto tantissimi giocatori. Al di là del fatto che è sempre stata tra Serie A e B, ha sempre cercato di crescere i propri giocatori. È un punto di riferimento”
Il Napoli sembra in procinto di chiudere per Manna come prossimo diesse. Ha lavorato al Lugano con lei?
“Ho avuto Manna al Lugano. Tuttora siamo ancora in contatto, è una grandissima persona. Sa fare benissimo il suo lavoro e, se arriverà al Napoli, sarà un traguardo meritato”
Cosa può dare Manna al Napoli? Può puntare sui giovani o sa anche farsi valere nel calcio dei grandi?
“Conosce benissimo il calcio italiano e internazionale. Ha una grandissima conoscenza delle capacità e delle caratteristiche dei giocatori. Sa bene cosa vuole e credo che al Napoli garantirà un mix tra giovani talenti e calciatori esperti. Non so se sarà la filosofia del Napoli, ma saprà valorizzare giocatori da poter rivendere in futuro”
Dal punto di vista umano, che persona è? È un dirigente empatico con i giocatori o tende a tenerli a distanza?
“Non so dirlo. Quando l’ho avuto al Lugano era il team manager e, dunque, avevamo un rapporto di amicizia. Forse, questo è cambiato. Quando diventi direttore non puoi coltivare questo tipo di rapporto. Tuttavia, è un dirigente che sa rispettare e che sa farsi rispettare”
Manna sarà influenzabile dal presidente De Laurentiis? Potrebbero esserci conflitti con il prossimo direttore sportivo?
“Credo ci sarà collaborazione. Anche quando era team manager, al Lugano, dava il proprio parere al presidente sulla scelta dei calciatori. Pareri che gli hanno garantito riconoscimenti. Tra De Laurentiis e Manna, dunque, ci sarà scambio di idee costante su una strategia che andrà stabilita. Il direttore potrà proporre diverse soluzioni al presidente che, però, avrà l’ultima scelta. È quel che avviene in tutti i club. Potrà essere una collaborazione positiva”
Quali sono stati gli errori del Napoli in questa stagione?
“Quando vinci il campionato le aspettative sono sempre altissime. Penso che la squadra si impegni sempre, che dia sempre il massimo. Tuttavia, ci sono stati tanti cambi di allenatore che non hanno aiutato, così come qualche scelta tecnica. Il fattore che maggiormente ha influito, tuttavia, credo sia stata la pressione dopo il successo dello scorso anno, a cui si aggiunge un mercato che non ha rinforzato la squadra per tornare a competere ai medesimi livelli
Perché Lindstorm non gioca mai?
“Non saprei dirlo. Sono preferenze, un giocatore ha delle caratteristiche che possono piacere o non piacere ad un allenatore. C’è da vedere come un giocatore si comporta nella quotidianità, in allenamento”
Lei ha giocato nelle giovanili della Svizzera ma ha scelto la nazionale maggiore albanese. Come mai?
“Era una scelta molto facile. I miei genitori sono albanesi e, ad un certo punto, quando ero allo United, l’Under 21 della Svizzera non mi ha più chiamato, e non l’avrebbe fatto nemmeno in nazionale maggiore. A quel punto mi ha chiamato l’Albania. È stato un momento difficile anche nelle squadre di club, con due prestiti. Quando sono tornato in Svizzera a giocare regolarmente, l’Albania mi ha chiamato nuovamente e non ci ho pensato due volte”
Recentemente è stato raggiunto un accordo tra la Federazione italiana e albanese, per cui i calciatori albanesi non saranno considerati extracomunitari nelle leghe professionistiche italiane. Questo potrebbe aprire le porte del calcio italiani ad altri suoi connazionali?
”Ne parlavo con il nostro presidente di Federazione, è un accordo molto positivo per i nostri giocatori. Prima non potevano accedere al calcio europeo a causa delle limitazioni, ma ora l’Italia ha accettato questo accordo, sperando che anche latri campionati possano farlo. Sono strumenti che consentono ai calciatori albanesi di accedere alle massime serie in tempi brevi, quando meritano di esprimere il proprio talento”
Qual è la differenza tra i settori giovanili italiani e quelli della Premier?
“Conosco poco i settori giovanili italiani, non ne ho fatto parte. Tuttavia, in Inghilterra puoi considerarti un giocatore professionista già a quattordici o quindici anni. Sei circondato di gente che vuole ambire, come te calciatore, ad arrivare al livello superiore. Ho avuto preparatori fisici che hanno iniziato nei settori giovanili dello United. C’è una cultura del lavoro che si concretizza già all’età di quattordici anni”
Crede che Mertens sia ancora un top player?
“Ci ho giocato due volte in questa stagione. Non è brillante come prima, ma è ancora un giocatore che fa la differenza. È e rimarrà un top player fino a quando smetterà, è questa la verità”