Angelo Bonfrisco: la linea di Rocchi, i dubbi arbitrali e il ruolo del VAR

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Durante la diretta Tv ” Casa Serie A” è intervenuto l’ex Arbitro Bonfrisco sui rigori non concessi in Milan – Inter e Roma – Napoli, sulla linea di Rocchi e il ruolo del Var:
In questo momento, l’organo tecnico, guidato da Rocchi, sta cercando di adottare una linea chiara: evitare di concedere rigori per contatti di lieve entità o di dubbia intensità. Tuttavia, mantenere questa linea non è semplice.
Gli arbitri hanno sensibilità ed esperienze diverse, e soprattutto manca uno strumento oggettivo per misurare l’intensità di un contatto. Come si valuta, ad esempio, la pressione di un braccio appoggiato? Se un giocatore è abile a cadere al minimo contatto, l’arbitro può percepire il fallo in modo diverso. Questo è il motivo per cui continueranno a esserci discussioni e, paradossalmente, la situazione potrebbe perfino peggiorare.
Prendiamo il caso dello sgambetto: a differenza di altri contatti, non necessita di un’intensità particolare per essere falloso. Uno sgambetto fa cadere l’avversario, punto. Non serve “tirare una stecca”, come si suol dire. Il rigore fischiato a Milano non andava valutato in base all’intensità del contatto, ma alla sua dinamica: Pavlović colpisce Turam sul piede sinistro con il destro. Questo è un fallo.
Dal campo, può sfuggire perché l’attenzione dell’arbitro è sul pallone. Nel caso di Theo Hernández, ad esempio, il rigore non avviene sul suo intervento sul pallone, ma un attimo prima, quando c’è uno sgambetto. Se l’arbitro non lo vede in diretta, spetta al VAR intervenire. E qui nasce un altro problema: il VAR è un altro arbitro, con una propria sensibilità, e dal video non può misurare l’intensità di un contatto. Nel caso dello sgambetto, bisognerebbe semplificare: se c’è, è rigore. Punto. Il VAR chiama l’arbitro, lo fa rivedere e poi la decisione finale spetta sempre al direttore di gara.
Passiamo al caso Kiffi. Qui il problema nasce dal cartellino giallo per simulazione a Politano. Se c’è contatto, la simulazione è una forzatura. Non è obbligatorio concedere il rigore, ma nemmeno ammonire. Si può semplicemente lasciar proseguire il gioco, se il contatto è lieve. Per questo, secondo me, il cartellino giallo era un errore.
Si è discusso molto del contatto sul piede, giudicato leggero, ma il vero impatto avviene più in alto, a livello del ginocchio. Politano ha sicuramente accentuato la caduta, ma il contatto c’è stato. Questo è il motivo per cui la decisione dell’arbitro è stata così controversa.
