A Radio Marte ricordano quel 10 maggio ’87
Accardi: Il 10 maggio ’87 è indimenticabile, fu il giorno della rivalsa del sud. Chi è abituato a vincere gli scudetti non ha più gusto a festeggiarli, a Napoli è diverso
A Radio Marte, nel corso di ‘Marte Sport Live’, sono intervenuti opinionisti e giornalisti per ricordare una data, un evento storico in campo calcistico: 10 maggio ’87. Una data che sancì il primo storico Scudetto conquistato dal Napoli.
Maurizio Pistocchi, giornalista: “10 maggio ’87? Ricordo perfettamente Maradona e le sue interviste, ma in generale quelle che fece il Napoli. Oggi le cose sono cambiate, il Napoli non può permettersi un Maradona o un Messi: bisogna puntare sul gioco e sull’organizzazione. Niente fuoriclasse, anche perché solo Maradona ti faceva vincere da solo. Il 4-2-3-1 è uno dei moduli più vincenti, il Napoli per attuarlo dovrebbe trovare un giocatore da piazzare dietro la punta, diverso da Insigne che è un esterno.
Il 4-3-3 era il modulo ideale per il Napoli, ma i cambiamenti possono essere sempre positivi, Ancelotti è capace di portare novità. Insigne? De Laurentiis ha perso un’altra occasione per stare zitto: il capitano non è un ruolo onorifico e non è un ruolo che può riconoscere chi non è all’interno dello spogliatoio. Il capitano deve essere riconosciuto dai compagni, il presidente non può decidere: è un compito che tocca ai giocatori e al tecnico. La personalità di un capitano deve essere riconosciuta anche da avversari e arbitro. Insigne ha personalità da un punto di vista tecnico, meno nella partecipazione alle dinamiche di campo: Mertens ad esempio va a protestare se deve, Insigne è più calmo”.
Beppe Accardi: “Il 10 maggio ’87 è indimenticabile, fu il giorno della rivalsa del sud. Chi è abituato a vincere gli scudetti non ha più gusto a festeggiarli, a Napoli è diverso. Sarri? Al di là della fortuna, anche lui ha capito che per vincere qualcosa devi giocare sporco. L’errore dell’Ajax l’altra sera è emblematico: giocando all’italiana, con un centrocampista in più, ora sarebbe in finale. Sarri merita l’Europa League, dopo anni di gavetta e di lavoro. Gli allenatori che hanno mostrato un calcio bello esteticamente, spesso restano con l’amaro in bocca. Conte ha avuto problemi di spogliatoio, pagate da Sarri ad inizio stagione poi ha ricostruito un buon rapporto con la squadra”.
Ivan Zazzaroni, giornalista: “Distanza dalla Juve? Spero di no, un’altra stagione come questo ucciderebbe il calcio in Italia. Insigne? Le dichiarazioni di De Laurentiis sono state interpretate male, non ha detto che Insigne non è un buon capitano.
Cessioni? Ad Allan si può rinunciare, in particolare nel modulo di Ancelotti. In generale manca il centrale di centrocampo al Napoli. Sarri? Quest’anno ha davanti squadre fortissime come Liverpool e Manchester, inoltre non ha fatto un grande mercato: ha preso il portiere, Jorginho e Higuain. È un Chelsea diverso dal Napoli, si vedono molti lanci lunghi e i giocatori non sono abituati alla difesa alta ed ‘a scappare’. Anche Guardiola ha cambiato modo di giocare”.
Giampiero Galeazzi, giornalista: “Non ho mai detto che in quel 10 maggio, prima della diretta dovevo cambiarmi, c’era un traffico pazzesco e rischiavo di far tardi. Sentivo picchiare sui vetri della macchina, era un ragazzino che mi diede il suo motorino e lo ringrazio ancora perchè senza il suo aiuto non sarei arrivato a fare la diretta.
Entrai nello spogliatoio del Napoli con uno stratagemma un po’ strano e una volta dentro, l’unico modo per fare il mio lavoro era dare il microfono a Maradona”.
Moreno Ferrario, ex calciatore: “Non emozionarsi a Napoli è impossibile. Io sono uno di quelli duri, ma nonostante questo mi venivano i brividi.
Albiol? L’età fa la differenza, ma per vincere qualcosa ci vuole esperienza. Albiol è meno appariscente di Koulibaly, ma è diventato il più bravo di tutti e nelle difficoltà è bravo a prendere la situazione in mano. Albiol è per Koulibaly quello che era per me Bruscolotti perché quando ero in difficoltà, Peppe era sempre lì a darmi una mano”.
Giuseppe Bruscolotti, ex calciatore: “Il 10 maggio è una data indelebile, non si cancellerà mai. La pasta e patate del giovedì era solo una scusa per ritrovarci, ma noi eravamo forti nel gruppo. Per raggiungere un risultato così importante in Italia dovevamo essere forti di testa e l’arrivo di Maradona ha fatto il resto.
Se De Laurentiis carica di responsabilità Insigne, vuol dire che alcune cose non sono andate per il verso giusto. Non conosco lo spogliatoio azzurro, ma per esperienza quando un presidente parla così vuol dire che c’è qualche problema”.
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