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Giuseppe Conte in conferenza stampa annuncia la ripartenza dal 3 Maggio

Giuseppe Conte in conferenza stampa annuncia la ripartenza dopo il 3 Maggio, prolungando, così, il lockdown

Giuseppe Conte in conferenza stampa annuncia uno slittamento della ripartenza dopo il 3 Maggio, prolungando, così, il lockdown.

Il Premier spiega che alcune attività come cartolerie, librerie, negozi che vendono vestiti per neonati e bambini, lavanderie, macchine per la distribuzione delle bevande, acquisiti online senza limitazioni: sono queste le attività che – secondo il Corriere della Sera – potrebbero ripartire dal 14 aprile 2020, ovviamente rispettando le norme di sicurezza. Mentre, come continua Giuseppe Conte in conferenza stampa, tutte le altre attività potrebbero ripartire dal 3 Maggio, seguendo le norme governative.

Queste le sue parole:

“Io ho una sola parola: la mia posizione e quella del Governo sul Mes non è mai cambiata e mai cambierà. Più tardi in conferenza stampa vi aggiornerò su questo e su altre importanti questioni che riguardano il nostro Paese.

Si sa già che ci saranno pochissime deroghe: una di queste riguarderà librerie e cartolerie, che riapriranno i battenti come confermato da diversi organi di stampa quest’oggi.”

Si va avanti fino al 3 maggio, è una decisione di cui mi assumo la responsabilità. E’ stata assunta insieme al comitato tecnico-scientifico, le associazioni di categorie. I segnali della curva sono incoraggianti, le misure stanno dando dei frutti, stanno funzionando, siamo un esempio anche per altri paesi nelle misure e proprio per questo non possiamo vanificare gli sforzi compiuti.

I nostri esperti ci dicono che rischiamo di perdere tutti i risultati ottenuti, dovremmo poi ripartire da capo e per questo dobbiamo tenere alta la soglia dell’attenzione. Siamo tutti impazienti di ripartire, l’auspicio è di farlo con cautela e gradualmente dopo il 3 maggio, ma dipenderà dal nostro comportamento.

La salute viene al primo posto, ma ponderiamo anche gli interessi in campo, ci sta a cuore la tenuta del tessuto socio-economico, produttivo, vogliamo allentare prima possibile le attività produttive, ma non siamo ancora in quella condizione di poterlo fare a pieno regime e bisogna attendere.

Se prima del 3 maggio si dovessero verificare delle condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenze”.

RIAPERTURE

C’è qualche prima variazione. Dal 14 aprile riapriamo cartolibrerie, librerie, negozi per i neo-nati ed i bambini viste tante difficoltà riscontrate nelle famiglie e le riapriamo dopo riflessioni. Riapriamo anche il taglio dei boschi, c’è bisogno di combustibili come la legna e varie attività forestali”.

FASE 2

Siamo già al lavoro per la fase 2, sarà un programma articolato. Dovremo convivere col virus e lavoriamo ad un programma che si basi su un gruppo di lavoro di esperti ed un protocollo di sicurezza sul lavoro. Saranno impegnati manager, esperti di organizzazione del lavoro, sociologi e non solo, in modo da avere possibilità di modificare le logiche di alcuni modelli. Dobbiamo inventarci nuovi modelli organizzativi. Vittoria Colao, uno dei manager più stimati anche all’estero, sarà a capo di questo gruppo di esperti. Il protocollo siglato con le categorie resta la base di partenza, ora lo stiamo integrando e rafforzando per ripartire con sicurezza con le attività produttive. Le aziende devono approfittare dello stop per sanificare i luoghi e predisporre le misure di massima sicurezza. L’obiettivo è sempre contenere, avere un contagio R0 inferiore a 1. Dovremo capire come incentivare gli spostamenti evitando mezzi che creano assembramenti”.

TRATTATIVE IN EUROPA

“Ora veniamo all’Europa, che affronta una situazione mai vista. Serviranno 1500 miliardi per superare la crisi, secondo gli studi. Numeri mai visti in tempi di pace. Le proposte sul tavolo ieri sono un primo passo per una risposta europea. Gualtieri ha fatto un grande lavoro, con tanti altri ministri, ma è un passo ancora insufficiente e occorre lavorare ancora a qualcosa di più ambizioso.

La principale battaglia è per un fondo finanziato da una condivisione economica, come gli Eurobond, ormai celebri, per avere una potenza di fuoco proporzionata alle richieste che richiede l’economia di guerra. il fondo deve essere disponibile subito, lo dico a tutti gli altri presidenti! Se arriveremo tardi, non basterà più quella somma! C’è anche il fondo per la cassa integrazione, una somma non trascurabile di 100 miliardi, sul tavolo ci sono strumenti significativi ma il principale è l’Eurobond, il più adeguato e fino alla fine faremo battaglia.

L’Eurogruppo propone anche una linea di credito senza condizioni, il famoso Mes, su quest’ultimo punto da questa notte c’è un dibattito legittimo, vivace, di sana democrazia, e vi assicuro che il Governo troverà il modo per interloquire col parlamento e tutti i rappresentanti.”

SUL MES E SU SALVINI-MELONI

“Ma questo dibattito deve essere chiaro, senza falsità, perciò devo fare delle precisazione: il Mes esiste dal 2012, non è stato approvato o creato ieri, come irresponsabilmente e falsamente è stato detto ieri, e stavolta devo fare i nomi, da Salvini e Meloni.

Lo stanno ripetendo da ieri per tutte queste ore, non è così, non è assolutamente così, questo governo parla con chiarezza!

L’Eurogruppo non ha firmato niente, ne ha istituito alcun obbligo. Su richieste di altri stati membri hanno lavorato questa proposta, è sul tavolo una linea di credito del Mes nuova, ma per essere ancora più chiaro non abbiamo firmato alcuna attivazione perché non ne abbiamo bisogno.

Perché lo riteniamo inadeguato totalmente, sin dall’inizio l’abbiamo detto! Altri paesi sono interessati a nuove linee di credito. Ci sono nuovi strumenti, nuove condivisioni, dobbiamo lavorare in questa direzione, ma per la prima volta ci sono aperture ed anche altri paesi hanno dovuto accettare l’apertura.

Le falsità ci fanno male, basta menzogne che ci indeboliscono nella trattativa. Avevo chiesto responsabilità all’opposizione, ma stanotte sono state dette falsità!

Non scriviamo noi le norme, ci sono altri 26 paesi, far capire il nostro progetto, la nostra lungimiranza e determinazione, se in questo dibattito ci sono questi termini compromettiamo la nostra forza per negoziare.

La risposta europea va valutata nel complesso, lotteremo per gli eurobond e spiegherò di nuovo che il Mes è totalmente inadeguato. La risposta è ambizioso o non lo è, non c’è altra strada”

DOMANDE DEI GIORNALISTI

Mes una trappola? “Per noi non è uno strumento adeguato, ma se è considerato una trappola bisogna pure assumersi la responsabilità pubblica, è stato istituito da un governo di centro-destra, la Meloni era ministro all’epoca, io non c’ero.

C’è un nuovo Mes con linee di credito per la sanità, ma non ci riguarda, noi non siamo interessati. Sugli Eurobond non ci arriveremo velocemente, è vero, c’è i il rischio, ma ditemi voi la soluzione, io andrò lì con dignità per lottare

Patrimoniale sui redditi più alti?Oggi ne sento parlare per la prima volta. Non c’è nessuna proposta concreta, il governo non ha fatto propria nessuna proposta del genere e non la vedo all’orizzonte”.

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