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Seria A, in caso di stop niente scudetto e retrocessioni. Approvazione della Gazzetta dello Sport

Gazzetta dello Sport – Seria A, in caso di stop niente scudetto e retrocessioni

Gazzetta dello Sport – Seria A, in caso di stop niente scudetto e retrocessioni

Il campionato di Serie A è ormai fermo da tre mesi. Dopo i tanti dubbi ed incertezze che hanno coinvolto le decisioni di Governo e Figc, finalmente il 20 giugno si ritorna in campo. Tuttavia è viva la discussione in merito all’eventualità di un ulteriore interruzione del campionato. In quel caso non ci sarebbe più tempo per rimandare i giochi, con la conseguenza che occorre stabilire fin da ora le regole per decretare la fine della stagione 2019/2020.

A tal proposito era stato proposto un algoritmo federale. Ma la proposta è stata bocciata dalle società di Serie A. La variante studiata è aggiungere alla classifica di A una media punti moltiplicata per le giornate che mancano. In questo modo si comporrà la graduatoria finale, che non potrà determinare né l’assegnazione dello scudetto né le squadre retrocesse in Serie B.  Solo se il verdetto è matematicamente certo, allora sarà possibile assegnare il titolo o determinare la discesa nella serie cadetta.

APPROVAZIONE DA PARTE DELLA GAZZETTA DELLO SPORT

Tale soluzione ha trovato l’approvazione della Gazzetta dello Sport.

“L’idea lanciata dal presidente federale Gravina è stata bocciata senza appello dai club che l’hanno considerata fin dall’inizio a dir poco strampalata. Meglio affidarsi solo all’aritmetica per assegnare tricolore e discesa in B: in caso contrario nessun verdetto in testa e in coda e uso della media punti in casa e fuori per stabilire solo le partecipanti alle Coppe e la ripartizione dei premi economici. Ora palla al consiglio federale di lunedì. I consiglieri Dal Pino, Marotta e Lotito (ieri tra gli astenuti) saranno chiamati a battersi e sostenere con forza una posizione così ampiamente condivisa. Ne va del loro ruolo presente e futuro, della loro capacità di persuasione e anche della loro credibilità agli occhi degli altri presidenti. Sulla carta, visto il preponderante peso economico della serie A che quasi da sola sostiene tutto il sistema calcio, una delibera approvata in maniera tanto ampia dovrebbe trovare consenso anche tra i rappresentanti delle altre componenti e raggiungere senza troppe fatiche gli 11 voti su 21 necessari. Ma in Italia sappiamo che le regole del gioco sono differenti e non si può escludere che possa prendere corpo uno scenario diverso”

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