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Festival di Sanremo 2021, tutti d’accordo: “Meno male che c’è stato”

Festival di Sanremo 2021

Festival di Sanremo 2021, tutti d’accordo: “Meno male che c’è stato”

Intervista esclusiva a Gatto Panceri.

Una delle manifestazioni più popolari della penisola e conosciuta in tutto il mondo, il Festival di Sanremo, chiude i battenti per l’edizione 2021.

Gli artefici di questo poderoso lavoro di organizzazione e conduzione della kermesse sanremese, sono stati Amadeus e Fiorello con la collaborazione di attrici, cantanti e calciatori che hanno supportato con professionalità alcuni momenti festivalieri.

Quest’anno il tutto è stato diluito su cinque serate conclusesi a notte fonda, come la finale di sabato che si è chiusa alle 02:40 di questa mattina, domenica 7 marzo.

Le canzoni classificate ai primi tre posti sono: i Maneskin con “Zitti e Buoni” canzone regina che ha vinto il Festival 2021, secondo posto Michielin e Fedez con “Chiamami per nome”  e terzo Ermal Meta con “Un milione di cose da dirti”.

Abbiamo chiesto il parere a personaggi esperti del mondo dello spettacolo sui testi delle canzoni, sulle melodie e quant’altro.

Gatto Panceri parla del Festival di Sanremo 2021

Ha accettato il nostro invito Gatto Panceri, già al Festival come interprete nella sezione giovani del 1986 e poi ancora nel 1992 con L’amore va oltre, nel 1999 con Dove dov’è, oltre a tanto altro lavoro fatto a Sanremo per ben 7 edizioni come autore di brani in gara.

Gatto Panceri cosa puoi dire di questo momento storico che tutti noi stiamo vivendo: “Ho preferito ci fosse stato il Festival di Sanremo anche perchè è un anno che siamo completamente fermi, questa pandemia ha cambiato il corso delle nostre vite”.

Il festival di Sanremo è un fenomeno di costume

Cosa pensi del festival: “E’ un fenomeno di costume con il corollario delle canzoni. E’ una quindicina d’anni che di musica ce n’è ben poca, la musica è un contorno. La fine a tarda notte di ogni serata è un esempio lampante di quanto ci sia di più, attori, sketch, canzoni dei conduttori, ecc”.

“Il pezzo dei Maneskin non mi fa impazzire”

Hanno vinto i Maneskin: “Il pezzo non mi fa impazzire perchè è un brano senza melodia fatto su due accordi, però mi fa piacere il segnale dato nel voler proporre e far sentire nuovamente le chitarre, le batterie, in contrapposizione alla musica fatta al sintetizzatore o con altri strumenti tecnologici. La band che ha vinto è stile anni settanta e chissà che non faccia invertire la tendenza e far ritrovare gli strumenti veri”.

Pensi che i giovani apprezzino questo genere musicale: “I giovanissimi non conoscono il rock. Quando sono nato io si conoscevano i Deep Purple, i Pink Floyd, poi la generazione successiva ha conosciuto gli Europe e per loro questi erano il rock. I giovani di oggi potrebbero avvicinarsi al rock con i Maneskin. I giovani di oggi non sanno neanche chi è Lucio Battisti“.

Se avesse vinto Orietta Berti

Se avesse vinto Orietta Berti: “Riciclare il mondo melodico degli anni sessanta è impossibile però il rock rivestito ha avuto sempre un successo. Ciò che è stato proposto dai Maneskin è nulla di nuovo, mi piacerebbe che aggiungessero una pagina nuova al rock. Mi piacerebbe anche che i giovani capissero che non esiste solo il rap, i loop elettronici, ma che esistono altre sonorità”.

Quanto ha inciso Achille Lauro sul festival: “E’ comunicazione basata sull’eccentrico, sul kitch, a Sanremo anche Gazzè si è spettacolarizzato, Fiorello con la parrucca da donna, un presentatore di 30 anni fa mai avrebbe osato fare. E’ il momento del baraccone del circo e in questo momento Achille Lauro è uno che ci crede, è un maestro. Il quadro della statua è stato molto suggestivo, comunque una bella cosa, dovrebbe però migliorarsi nell’interpretazione, nell’essere cantante del panorama canoro italiano”.

I cantanti di oggi lasciano a desiderare

I cantanti oggi lasciano un po’ a desiderare: “Dispiace dirlo, ma non ci sono più i cantanti di una volta, quelli della mia generazione, Zarrillo, Masini, Giorgia. Quelli di oggi non avrebbero neanche superato le selezioni giovani per arrivare sul palco di Sanremo. Bisogna un po’ invertire la tendenza che oggi vuole un non cantante che canti, penso che una nota intonata, un vibrato su una nota lunga comunque bisogna che si sia in grado di farlo”.

Gatto, chi classificheresti tra i primi tre a Sanremo 2021: “Willie Peyote, Madame che resterà per molti anni, Annalisa, non in ordine”.

Amadeus non ci sarà l’anno prossimo, chi vorrai al suo posto come direttore artistico: “Mi piacerebbe Red Ronnie, ma è uno che si schiera contro il potere, troppo sincero, non scende a compromessi, oppure Mogol”.

Chi scrive rivolge un sincero grazie alla disponibilità dell’artista Gatto Panceri per l’intervista concessa.

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