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Stadi italiani inadeguati alla Serie A: l’indagine di Forbes

Stadi italiani Forbes

Forbes: la condizione degli stadi italiani è una delle principali cause dello scarso appeal della Serie A

Qualcosa deve assolutamente cambiare nella gestione degli stadi italiani. È questa la raccomandazione di Brett Knight, all’interno di in un’indagine condotta da Forbes USA sulla situazione finanziaria del calcio italiano.

Il giornalista individua proprio negli impianti attuali e nelle difficoltà nella costruzione di nuovi una delle principali cause del distacco tra la Serie A e i maggiori campionati europei.

Secondo Knight, persino i club di successo della Serie A faticano nell’attrarre grandi marchi globali tra gli sponsor, anche perché la stragrande maggioranza di essi gioca in stadi italiani che appaiono vecchi, limitando le entrate delle partite dalle concessioni, dalle vendite del merchandising e dalle tribune di prestigio, e dissuadendo così i club dall’aumentare i prezzi dei biglietti oltre i livelli minimi comuni a tutta Europa.

Ristrutturazioni troppo complicate in Italia

I lavori di ammodernamento degli stadi italiani sono eccessivamente complicati da eseguire nel nostro Paese, dove la maggior parte dei club gestisce strutture in affitto di proprietà dei comuni, aspetto che rende un incubo burocratico le proposte per la costruzione di nuovi impianti.

Negli ultimi dieci anni, in Italia sono stati costruiti solo tre nuovi stadi, rispetto ai 153 in tutta Europa.

Questi aspetti costringono le squadre italiane a dipendere in misura maggiore dalle entrate dei media rispetto ai club delle leghe rivali, ma anche sotto questa voce l’Italia è in ritardo per quanto riguarda i suoi sforzi di monetizzazione.