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Parlato: Il ritorno dell’Italia è diventato l’evento che si aggiunge ad una festa in preparazione

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Manuel Parlato, giornalista Sportitalia
Parere sulle assenze di giocatori come Zaccagni e Baldanzi tra i convocati?
“Parlare oggi di squadre con troppi giocatori stranieri, come fatto dallo stesso Mancini, sarebbe un controsenso. Se guardassimo le formazioni impiegate dallo stesso tecnico azzurro nelle squadre di club, scopriremmo come anche l’attuale c.t. abbia impiegato pochi italiani. La polemica a riguardo, dunque, mi pare poco corretta. Le convocazioni hanno poi risentito anche delle assenze. Forse, l’unico dubbio è sulla posizione di Pellegrini come esterno. Zona del campo dove il calciatore mi pare fuori ruolo. Eviterei, inoltre, di caricare eccessivamente il giovane Retegui. Il calciatore ha ancora tutto da dimostrare, ed eventuali paragoni, come quelli con Batistuta, rischierebbero di bruciare il futuro del giocatore. Si dice sia necessario aspettare i giovani calciatori. Dopo l’eliminazione contro la Macedonia, però, non c’è più tempo per aspettare. L’assenza al mondiale è un delitto”
Di Lorenzo ormai giocatore maturo e dalla dimensione internazionale
“Se facesse il capitano della nazionale, assisteremmo all’esatta dimensione di quello che definisco un leader calmo. È un ragazzo straordinario, e non soltanto per le qualità tecniche straordinarie, da cyborg. Parliamo di un giocatore che garantisce un rendimento costante, ma dotato di notevoli qualità caratteriali”
L’Italia torna a Napoli, risposta del tifo incoraggiante?
“E’ stata una risposta importante, probabilmente influenzata anche dall’entusiasmo per il Napoli di Spalletti. Il ritorno dell’Italia è diventato l’evento che si aggiunge ad una festa in preparazione”
Parere sulla decisione di lasciare Pafundi in tribuna?
“Io sono per la politica che favorisce i giocatori italiani. Soltanto aumentando il numero di calciatori nostrani nelle rose dei vari campionati si può favorire una ripresa del nostro calcio. Dunque, non condivido la scelta degli oriundi. In tal senso è allucinante che il nostro calcio non sia riuscito a garantire una prima punta di valore alla Nazionale, nonostante la storia della Nazionale. Pensare che sarà un argentino del Tigre ad indossare una maglia storica come quella del nove azzurro mi turba”
Il numero eccessivo di stranieri ha rovinato il calcio italiano?
“Assolutamente. Le frontiere sono state aperte soltanto negli anni 80, e l’Italia era già una nazionale forte. Negli anni, poi, c’è stata una corsa caotica verso i giocatori stranieri, sino ad oggi dove ogni club conta pochissimi italiani. Bisognerebbe puntare sui giovani nostrani, soprattutto lavorando sul settore giovanile”