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De Santis: Sostituire Osimhen non è facile… nelle scorse stagioni aveva già saputo…

Osimhen a un passo dal rinnovo
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Lorenzo De Santis, procuratore
Il presidente del Napoli ha affermato l’interesse, in ottica mercato, per il calcio giapponese: potrebbe essere Kamada?
“E’ sicuramente un top player. Nel doppio scontro contro gli azzurri è stato uno dei pochi a salvarsi. Ritengo sia un profilo adeguato, sia perché a parametro zero sia per un’esperienza internazionale che farebbe comodo a tanti club italiani. So che Napoli e Milan sono in prima fila per garantirsi l’asso nipponico”
Quale porrebbe essere l’eventuale sostituto di Osimhen?
“Sostituire Osimhen non è facile… nelle scorse stagioni aveva già saputo dimostrare le proprie qualità, ma quest’anno possiamo dire di aver ammirato tutto il suo potenziale. Ciò detto, conosciamo le regole del mercato, e quanto sia difficile rinunciare a determinate offerte. Le strade sono due: puntare su un giocatore già consolidato, come potrebbe essere la suggestione Benzema, il quale potrebbe decidere, a questo punto della carriera, di giungere nel nostro campionato già nel prossimo anno; oppure, un giovane in ascesa e da valorizzare”
Per l’attaccante del Madrid più Milan o Napoli?
“Da quel che so sono stati aperti dei discorsi con più di un club italiano. Sicuramente, con la cessione di Osimhen, Napoli e Milan potrebbero essere le squadre da considerare in prima fila. Sappiamo bene quanto sia fluido il mercato. Anche l’Inter, difatti, con offerte importanti per Lautaro Martinez potrebbe decidere di privarsi del talento argentino ed optare per una scelta come quella del francese madridista. Tuttavia, siamo ancora in una fase preliminare del mercato, in cui molti club sono ancora in corsa per delineare il futuro dirigenziale e tecnico”
Raspadori può essere un uomo in uscita?
“Credo che sia un investimento importante. Considerando anche le difficoltà fisiche, ci si sarebbe aspettato un minutaggio superiore. Ciononostante, Jack è un calciatore di riconosciuto valore, che ha saputo dimostrare il proprio valore specialmente in Champions”
Quale sarà il futuro di Valhovic?
“E’ molto complicato esporsi riguardo al futuro del club bianconero, soprattutto in virtù di quelli che saranno gli sviluppi giudiziari. Con l’incertezza sulla panchina, ed un cambiamento deciso che verrà imposto dall’arrivo del direttore Giuntoli 8qualora l’accordo dovesse concretizzarsi), esprimersi è davvero difficile ed i discorsi di mercato ne risentono inevitabilmente. A tal motivo, la Juventus è il club più indietro, nelle strategie, di tutta la Serie A”
Crede che ci sia ritrosia a lavorare con serenità soprattutto nei confronti di quei club gestiti da una proprietà straniera?
“Sicuramente c’è una parte di verità. Il nostro movimento è in difficoltà, specialmente negli ultimi anni. L’arrivo di investitori stranieri ci ha permesso di approcciare ad un modo di fare impresa e gestionale sicuramente differente rispetto alle abitudini dei presidenti italiani di un tempo. I recenti risultati europei delle nostre squadre sono certo che cambino la percezione del calcio nostrano. Ciò che serve, però, è una presa di coscienza ed una programmazione che, anche lavorando sui giovani, possa permettere al calcio italiano di fare del lavoro una risorsa per affermarsi in Europa”
Nella gara tra Empoli e Verona si è assistito ad una squadra, come i toscani, capaci di onorare il campionato, e dall’altro una gestione arbitrale poco felice nei confronti dello stesso Empoli: si può parlare di una tendenza a favorire una proprietà italiana, come il Verona, a svantaggio di una proprietà americana (lo Spezia)?
“Il problema degli arbitri è un discorso differente che andrebbe trattato a parte. È necessaria una riflessione, ed un cambiamento che possa mirare ad una sterzata decisiva. In tal senso, le interviste a fine gara, proprio agli arbitri, potrebbero condurre ad una attenuazione delle tante polemiche ed incertezze che permangono ogni giornata. Sicuramente, anche una maggiore uniformità di giudizio potrebbe aiutare in tal senso. Quel che penso è che, più che essere una questione legata alle proprietà dei club, sia più giusto parlare di un problema generale di arbitraggio. Ciò detto, c’è da fare un plauso all’Empoli. Abbiamo spesso parlato della necessità di playout proprio in virtù di quello che era un atteggiamento eccessivamente rilassato di alcune squadre a fine campionato, e che inevitabilmente finiva per falsare il campionato. L’atteggiamento dei toscani, invece, ha dimostrato pieno rispetto del campionato”