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Dossena: Quando sono arrivati i nomi importantissimi, come Ancelotti e Benitez, il Napoli non ha mantenuto le premesse di inizio anno

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Dossena, ex calciatore del Napoli ed allenatore della Pro Vercelli
Quale sarebbe la cifra giusta per liberare Theo Hernandez?
“Parliamo di uno dei terzini forse sul podio mondiale. Il prezzo sta nel quanto una società folle si innamori di un giocatore. Se lo vogliono fortemente, è giusto disimpegnarsi in ingenti esborsi. Per l’Italia, determinate cifre sono la routine nella cessione, per campionati come la Premier lo sono in entrata. Nel nostro calcio ormai tutti i calciatori andrebbero considerati in vendita, almeno finché non si costituiscano delle basi solide – come gli stadi di proprietà – per poter ambire al livello dei suddetti campionati”
La politica del Napoli, secondo cui ogni giocatore è cedibile, ritiene sia giusta e profittevole?
“Il Napoli non ha mai fatto un doppio gradino, ma uno dopo l’altro, e sempre verso l’alto. Le scelte sono sempre state azzeccate, e la conclusione è stato il meritato successo di quest’anno. A parte la parentesi di Benitez, credo che ogni anno sia stato positivo, e per questo la strategia del club non può che essere giudicata ottimamente. Anzi, forse qualche volta il presidente ha anche resistito troppo alle sirene di mercato. Mi viene in mente il caso di Allan, che sarebbe potuto partire per cifre molto superiori. Per il Napoli è questa la strada, anche se per arrivare nella top europea gli azzurri dovranno rinforzarsi nelle infrastrutture, nella vendita del marchio e nel merchandising”
Come giudica la scelta di Rudi Garcia?
“Quando sono arrivati i nomi importantissimi, come Ancelotti e Benitez, il Napoli non ha mantenuto le premesse di inizio anno. Invece, le grandissime annate sono state vissute con tecnici, se vogliamo, ‘normali’, come Sarri e Spalletti. Il compito di sostituire Spalletti sarebbe stato complicato per qualsiasi allenatore, anche eventualmente per un coach dal blasone differente. Garcia è un allenatore importante e d’esperienza, e De Laurentiis si è coperto le spalle con un tecnico che predilige il buon calcio e che, oltretutto, potrà consentire al club di operare con maggiore libertà. Soprattutto, Garcia potrà garantire continuità tecnica. L’importante, infatti, è non snaturare e continuare su questa strada. Per me, si potrebbe anche aprire un ciclo, soprattutto se le rivali topperanno come in questa stagione”
Danso profilo ideale a sostituire Kim?
“Non lo conosco. Se è finito nei radar del Napoli vuol dire che, certamente, ha le qualità giuste per il club partenopeo. D’altronde, lo scouting del Napoli sa essere fondamentale. Va riconosciuto, in tal senso, come chiunque passi da Napoli riesca a far bene. Anzi, una volta lasciato l’azzurro difficilmente si riesce ad esprimersi a simili livelli”
Da terzino quale lei è stato, quanto è difficile marcare un attaccante imprevedibile come Kvara?
“E’ davvero complicato… A differenza di esterni esplosivi come Leao che, quando partono puoi far poco vista la velocità devastante, Kvaratskhelia riesce a non far capire mai quale sarà il prossimo movimento. Prima va a destra, poi a sinistra, poi sterza… Ha una sterzata ed un dribbling eccezionali. L’impatto è stato incredibile. All’inizio dell’anno non c’era nessuno che andasse in raddoppio ma, dopo qualche partita, vi erano già sei difensori che lo circondavano. Tutto diventa un po’ più complicato, anche se in tal modo si liberano spazi importanti per i compagni”
Quali sono le sue sensazioni per la prossima stagione?
“Spero che, una volta per tutte, si faccia chiarezza. Nel campionato di Serie C, ormai da anni, sembra si parli più di tribunale. Non è possibile, per la nostra serie, venir fuori da sola da questa situazione. È necessario un intervento di sistema. Ci sono squadre di D che rifiutano di andare in Serie C visto il rischio di poter essere penalizzati. È sbagliato tutto! La prima cosa che mi viene in mente è quella di sperare che si possa partire senza problemi. Basti pensare al caso del lecco che, dopo la promozione in B, rischia di non potervi approdare a causa della mancanza di uno stadio di proprietà. Bisognerebbe cambiar tutto, ed intervenire alla base, seppure se ne parla da anni senza mai riuscire a risolvere nulla”