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De Laurentiis: “Con Garcia sto vivendo un periodo no!…”

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis,  parla del momento della squadra e dell’allenatore, il  francese Rudi Garcia finito nel tritacarne mediatico per  come ha fin qui condotto una squadra che, al netto di piccoli ritocchi, non brilla più.   La bruciante sconfitta interna contro la Fiorentina e la gestione particolarissima delle sostituzioni potrebbe costare davvero cara al tecnico transalpino.

Napoli, De Laurentiis su Garcia: “Con lui sto vivendo un momento no. Prenderò le decisioni più opportune quando sarà il momento. Quando prendi un allenatore che non conosce più il calcio italiano, forse fa fatica. Sarebbe accaduto a qualunque altro”

Così ADL ha parlato di Rudi Garcia e del momento del Napoli nel corso del suo intervento alla tavola rotonda organizzata da Inpiù presso l’Università Luiss di Roma e moderata dal direttore di Repubblica, Maurizio Molinari.

«Con lui sto vivendo un momento no. Io sono un imprenditore, ho il dovere di interessarmi alla mia impresa. L’allenatore e il direttore sportivo sono al tuo servizio. Prenderò le decisioni più opportune quando sarà il momento di prenderle. La piazza non può essere condizionante. Devi fare sempre una pausa riflessiva. Ogni decisione affrettata è sbagliata. Bisogna mitigare questa esigenza di avere tutto e subito, nella vita non è possibile. Testa bassa, pedalare e lavorare. La vita è vita. Panta Rei, tutto scorre, si vedrà. Quando prendi un allenatore che non conosce più il calcio italiano, forse fa fatica. Sarebbe accaduto a qualunque altro. L’unica responsabilità che ho, oltre ad aver scelto l’allenatore, è che non ho avuto la possibilità di stargli tutti i giorni vicino a Castel Volturno». 

Le analogie con il Bari

«A me dispiace quando devi esonerare qualcuno. Ma nel calcio purtroppo avviene di dover fare questo, con la morte nel cuore. Quando devi prendere una decisione così dolorosa, sei il primo a soffrirne», ha aggiunto i parlando dell’esonero di Michele Mignani, allenatore del Bari, squadra presieduta dal figlio Luigi.

Sul casting estivo per la panchina

«Ne ho chiamati parecchi. Ho interrogato Thiago Motta, ma non ha ritenuto il rischio di dover prendere il posto di un allenatore che ha aveva fatto quello che ha fatto. Ho chiamato Luis Enrique e meno male che è andato in Francia, guardate che risultati sta facendo. Lui non mi aveva nemmeno convinto negli excursus dialettici che abbiamo avuto per tre giorni». 

Sullo scudetto

«È inutile dare la colpa a nuovi interlocutori. Il calcio non è come un palazzo in costruzione, che se è ben costruito sei sicuro che non crolla. Nel calcio ci sono incidenti, malattie, espulsioni. Non è scritto da nessuna parte che ci siano delle soluzioni matematiche per vincere nello scudetto. Io credo che anche quest’anno fino alla fine ce la giocheremo».

Sulla Supercoppa

«I Paesi arabi devono regolarizzarsi nel rispetto delle donne e del lavoro. Quando uno parla di sport, che dovrebbe conciliare benessere e salute, se questo non avviene mi devo preoccupare. Avete visto quello che sta succedendo in Israele? Potreste immaginare che ci sia un blocco aereo su quei territori? Ragazzi, vi siete resi conto che con quattro aerei portiamo la bellezza di 120 giocatori che valgono quello che valgono? Ma siete deficienti? Tutto questo per guadagnare pochi milioni in più? Facciamola all’Olimpico, perché dobbiamo andarci a rompere le scatole là? Non è che voglio boicottare: ho solo detto ragionate».