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D’Agostino: sarà importante anche capire come Mazzarri comunicherà le proprie idee

Atalanta Napoli
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gaetano D’Agostino, ex calciatore, tra le altre, di Roma e Fiorentina. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Visto quanto accaduto negli ultimi mesi sulla panchina del Napoli, quanta pazienza deve avere un allenatore per dover convivere con De Laurentiis?
“La cosa che mi preoccupa di più è il perché certi allenatori dicono di no. Il Napoli, campione in carica e con una rosa straordinaria, ha vissuto diversi rifiuti. Mazzarri deve dire per forza di sì, ritorna in una piazza importante ed ha una chance fondamentale per la sua carriera. Mi preoccupa di più il rifiuto di allenatori che vantano un certo curriculum. C’è qualcosa, a livello di empatia e comunicazione, che fa in modo che alcuni allenatori scappino. Il problema è che il Napoli ha bisogno di allenatori che possano avere una esperienza, un bagaglio di idee che consentono di essere competitivi e valorizzare i propri calciatori. È un aspetto, quest’ultimo, fondamentale per una società. Veder cambiare tutto, dopo soli cinque mesi e come se non fosse successo nulla negli anni, mi preoccupa”
Lobotka potrà ritornare ad essere il vero motore della squadra?
“Lo spero. Faccio i miei complimenti allo slovacco che, nonostante le difficoltà sotto la gestione Garcia, ha saputo snaturarsi, facendo da raccordo tra i reparti. Pensiamo alla rete subita dall’Union, lì c’è una preventiva che, onestamente, è la prima cosa che insegno ai miei ragazzi. In quella occasione, l’ultimo uomo era Lobotka, eppure è una cosa che non puoi permetterti. Lo slovacco non può coprire sui quaranta metri. Spero che possa tornar ad essere centrale nell’impostazione di gioco di Mazzarri”
Crede che i calciatori agevoleranno il lavoro di Walter Mazzarri?
“È normale che adesso stia nella testa e nel cuore dei giocatori mettersi a completa disposizione dell’allenatore. Se dovessimo rivedere le scene a cui abbiamo assistito durante i cambi vorrebbe dire che non è cambiato nulla. È chiaro che ora i calciatori sono più responsabilizzati. Va anche riconosciuto, tuttavia, che nel calcio di oggi l’allenatore incide per un 50%, a differenza del passato dove si viveva molto di giocate individuali. Walter, infine, ha detto di aver studiato Spalletti, ma sarà importante anche capire come Mazzarri comunicherà le proprie idee. Si può studiare il calcio di Spalletti, ma non si può replicare il suo modo di comunicarlo”