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Monza – Napoli, Fabio Viviani: Occhio a Palladino..

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Fabio Viviani, allenatore, ex vice sulla panchina del Napoli ed ex calciatore del Monza.

Di seguito, un estratto dell’intervista.
Monza-Napoli può essere l’occasione per valutare da vicino un allenatore come Palladino?
“Sicuramente sì. Mi viene da dire, però, anche che il dirigente del Monza (Galliani) è uno che ne mastica di calcio. Se la valutazione è stata fatta a grandi livelli, credo che il Monza non se lo lascerà scappare facilmente”
Lo scorso anno, i brianzoli hanno puntato sulle fasce, mentre in questa stagione ci si è concentrati sulla trequarti. Palladino dimostra di sapersi rinnovare, anno dopo anno?
“Credo sia la strada che tutti gli allenatori dovrebbero percorrere. Sono pochissimi quelli che possono decidere, sin da giugno, come impostare la squadra. Sarebbe intelligente riuscire ad adattarsi alla rosa che la società riesce a garantire. Serve apertura mentale nel trovare soluzioni diverse in base alle qualità dei calciatori in rosa”
Il Monza affronterà il Napoli dovendo fare a meno di Pessina. Pensa che sia uno svantaggio determinante?
“Per il Monza perdere un giocatore di riferimento, il capitano, che ha scelto Monza arrivando da un club importante, sarà importante. L’organizzazione che sta dimostrando Palladino, però, può consentire di sopperire. Lo stesso vale per il Napoli, che potrebbe fare ancora a meno di Kvaratskhelia. L’organizzazione del collettivo deve sopperire all’assenza del singolo”
Quanto ha inciso l’assenza di Kvaratskhelia contro l’Atalanta?
“Stiamo parlando di un giocatore che ha una grande capacità di essere imprevedibile, di creare superiorità numerica. Sono qualità tecniche uniche, che tutti gli allenatori cercano. Quando hai a disposizione un giocatore simile, cerchi di preservarlo come una reliquia. Quando non c’è, si sente la mancanza di un giocatore così”
Si parla di Vincenzo Italiano e Antonio Conte per la panchina del Napoli. Quale sarebbe, secondo lei, il profilo ideale per ripartire?
“In questi ultimi mesi della stagione è importante individuare i giocatori che possono far parte di un nuovo percorso. In questo contesto, la scelta dell’allenatore è importante. Italiano, in questi anni, ha fatto sempre meglio. È un allenatore che predilige un gioco offensivo, quasi spregiudicato.
Su Conte c’è poco da dire. Credo, però, che il leccese voglia incidere di più dal punto di vista manageriale. Cerca sempre di costruire le basi del successo. È questo che credo abbia sofferto principalmente al Tottenham, il non poter contrastare le rivali”