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La IAFA risponde all’attacco di Aurelio De Laurentiis

Proprio nelle scorse ore, in Senato, il Presidente De Laurentiis aveva attaccato il mondo dei procuratori affermando :

“Bisognerebbe eliminare i ricatti dei procuratori che sono la vera problematica del sistema calcio per lā€™indebitamento. Fanno innalzare e lievitare i costi dei vari calciatori”

la IAFA, Italian Association of Football Agents, ha diramato un comunicato di risposta :

“Con riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal sig. Aurelio De Laurentiis, Presidente della S.S.C. Napoli, in data 22.5.2024, presso la Commissione VII del Senato della Repubblica italiana, nellā€™ambito delle audizioni relative allā€™affare n. 373 (ā€œProspettive di riforma del calcio italianoā€), in materia di agenti del calcio, la scrivente, nel perseguimento dei propri scopi statutari, a tutela degli associati, nonchĆ© nellā€™interesse degli appartenenti alla categoria professionale in questione, non puĆ² esimersi dal significare quanto segue. Acclarato che – anche alla luce delle numerose iniziative portate dalle associazioni di categoria sia in sede giudiziaria che politico-istituzionale – quella di agente sportivo, in Italia, rientra nel novero delle c.d. professioni regolamentate, auspicheremmo che il dichiarante, a supporto delle sue affermazioni, fornisse precise indicazioni relativamente ai soggetti che abbiano eventualmente posto in essere condotte non conformi alle vigenti normative di settore, cosƬ da consentire anche a questa associazione di assumere le necessarie determinazioni. Troppo spesso si generalizza sulla categoria degli agenti sportivi in ambito calcistico, ed altrettanto spesso si apprende dagli organi di stampa che Club e calciatori interloquiscono ed interagiscono con soggetti non legittimati a svolgere tale attivitĆ  professionale sul territorio nazionale, senza che intervenga alcuna smentita. Sul punto, la scrivente – in attesa della pubblicazione del DPCM attuativo del D.lgs. n. 37/2021 che implementerĆ  ulteriormente la normativa professionale anche sul piano disciplinare e sanzionatorio – si rende disponibile a collaborare ai fini delle segnalazioni presso i preposti organi di controllo (statuali e sportivi) concernenti le condotte difformi eventualmente concretate nel settore di riferimento. Sotto altro profilo, si rileva altresƬ che – differentemente da quanto reiteratamente diffuso da improprie narrazioni mediatiche – circa lā€™83% della spesa annuale di un Club calcistico viene impegnata per costi di trasferimento e stipendi dei calciatori, e che circa il 68% dei mandati professionali conferiti agli agenti finisce in contenzioso. Sotto altro profilo ancora, si ricorda che i Club giĆ  detengono i diritti patrimoniali legati al vincolo di tesseramento dei calciatori corrispondente alle relative annualitĆ  contrattuali, e sovente, anche quelli legati ai ā€œdiritti di immagine dei medesimiā€: qualsiasi ingerenza relativa alle attivitĆ  di assistenza, consulenza, mediazione, eventualmente resa ai dipendenti (calciatori) da parte del proprio datore di lavoro (Club) – reiteratamente ipotizzata/caldeggiata dal dichiarante – risulterebbe scevra di fondamenti giuridici e/o di riferimenti normativi, nonchĆ© lapalissianamente contra legem. Fermamente convinti che lā€™assetto legislativo italiano in materia di agenti sportivi rappresenti il non plus ultra al cospetto delle regolamentazioni internazionali di settore, invitiamo gli stakeholders al dialogo costruttivo e alla cooperazione sinergica, affinchĆØ – nellā€™interesse dellā€™intero sistema calcio italiano – gli strumenti normativi encomiabilmente varati ed implementati dal legislatore nazionale, possano trovare piena, corretta, e coerente applicazione”.