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Esclusiva – Rolando Bianchi: “Che piacere lavorare con Paolo Cannavaro”

Nel corso della trasmissione Casa Serie A , prodotta da Casanapoli.net, Max Viggiani ha intervistato Rolando Bianchi, ex attaccante, manager e ora allenatore.

Un dialogo ricco di spunti, che ha esplorato diversi aspetti del calcio moderno, dalle esperienze vissute sul campo alla sua nuova carriera da allenatore

Atalanta – Real Madrid

Io penso che l’Atalanta abbia avuto una crescita costante ogni anno. Adesso ĆØ la squadra da battere, sicuramente una squadra che ha organizzata, ha giocatori di livello, di spessore, ĆØ cresciuta in tutte le situazioni, quindi ĆØ una squadra difficile da affrontare, ma l’aspetto che sicuramente ha il Real Madrid ĆØ che ha giocatori che nei momenti di difficoltĆ  riescono sempre a tirar fuori delle giocate da grandi campioni quali sono, quindi sarĆ  una partita bella da vedere perchĆ© l’intensitĆ  dell’Atalanta contro la qualitĆ  e le giocate di classe del Real Madrid sono sicuramente un bel biglietto da visita.

Retegui:Ā  giocatore importante per l’attacco della Nazionale e dell’Atalanta ?

Io adoro anche Scamacca che ĆØ stato infortunato per l’Atalanta, un giocatore che a me piace molto.
Ha grandi capacitĆ  fisiche, tecniche, sa giocare con la squadra. Spero che rientri presto perchĆ© sicuramente sarĆ  una carta in piĆ¹ da giocare per l’Atalanta. Per quanto riguarda Retegui, ha avuto una crescita esponenziale con Gasperini, ma sicuramente Gasperini ĆØ bravo in questo. Tutti i giocatori che ha avuto riesce sempre a farli esprimere al meglio, pur non essendo l’attaccante completo, per eccellenza, perchĆ© ĆØ un attaccante che ha delle doti d’ara di rigore e le sta dimostrando quest’anno perchĆ© prima faceva un po’ piĆ¹ di fatica. attaccante che sa attaccare bene la profonditĆ , ma magari ha meno struttura fisica rispetto a Scamacca. Quindi non ha quella completezza attaccante, ma ĆØ un giocatore che sta facendo cose straordinarie.

Cosa ne pensi del VAR?

Io ho un’idea che il VAR sia un aiuto molto importante ma come collaboratori ci vorrebbero degli ex giocatori all’interno del VAR. della dinamica dell’azione, perchĆ© alcune volte vedo e noto magari alcune situazioni nelle quali l’albitro o comunque chi sta facendo la valutazione non le ha vissute sul campo e puĆ² essere un problema quello. Quando non vivi direttamente l’azione puĆ² diventare poi una situazione scomoda da valutare. Io penso che ci possa essere una crescita inserendo qualche ex giocatore, ovviamente con tutti i parametri dovuti, perĆ² puĆ² essere interessante come idea. Io penso che il VAR sia un aiuto, anche se da quando c’ĆØ il VAR sinceramente non mi emoziono piĆ¹ come mi emozionavo quando non c’era il VAR, perchĆ© non ĆØ la stessa cosa. Insomma, vedere un gol e non l’esultanza al momento spontanea, ma un’esultanza ritardata, ĆØ sempre qualcosa di poco vero.

La questione sollevata da Fabio Santini ( opinionista Nova Tv)Ā 

Nel suo intervento, Fabio Santini ha dichiarato:

ā€œLa normativa che regola gli interventi del VAR ĆØ confusa e manda in confusione gli arbitri di campo. Ci sono episodi che non si possono rivedere e altri che invece si possono rivedere. Scusate, ĆØ un casino. Andrebbe tutto riscritto.ā€

Santini ha sottolineato come lā€™attuale regolamento lasci spazio a interpretazioni discordanti, generando una sensazione di incertezza sia tra gli arbitri che tra gli spettatori. Questa confusione si riflette spesso nelle polemiche che seguono le decisioni prese con lā€™ausilio della tecnologia, alimentando critiche sulla trasparenza e sull’efficacia del sistema.

La risposta di Rolando Bianchi
Rolando Bianchi, concordando con lā€™opinione di Santini, ha approfondito il tema, suggerendo che la complessitĆ  del regolamento del VAR richieda un approccio piĆ¹ strutturato e lungimirante:

ā€œVa rivisto tutto il sistema, bisogna valutare gli errori, migliorarli e perfezionare il tutto. ServirĆ  del tempo, ma ĆØ necessario introdurre figure specifiche e rivedere le situazioni al limite.ā€

Bianchi ha enfatizzato la necessitĆ  di unā€™evoluzione graduale ma costante del VAR, che dovrebbe essere accompagnata da una formazione specifica per arbitri e operatori. Lā€™idea di inserire nuove figure professionali dedicate alla gestione tecnologica del VAR ĆØ emersa come una possibile soluzione per ridurre le discrepanze e uniformare lā€™interpretazione dei regolamenti.

PiĆ¹ difficile fare il giocatore o l’allenatore?

Sono due bellissime cose. Io mi ritengo una persona fortunata perchĆ© ho fatto il lavoro piĆ¹ bello al mondo, quello che volevo fare, la mia passione, quindi ho reso di una passione un lavoro e penso che sia una cosa straordinaria. Adesso fare l’allenatore, io ho fatto anche il direttore, ho preso tutti i corsi, mi piace studiare, mi piace informarmi e cercare di crescere. Ho fatto tutti i ruoli all’interno di una di una catena che ĆØ quella della struttura dell’allenatore.
Poi mi manca solo il primo allenatore, ma penso che ci vorrĆ  ancora un pochino di tempo perchĆ© voglio perfezionare tante cose che penso debbano essere perfezionate. Ho avuto quest’anno il piacere di lavorare con Paolo Cannavaro, che ĆØ napoletano. e diventerĆ  un grandissimo allenatore, ne sono convinto perchĆ© ha un grandissimo equilibrio, una grande capacitĆ  di lettura di determinate situazioni. Ovvio che non ĆØ mai facile fare l’allenatore perchĆ© hai a che fare con tantissime teste, tante teste che magari non sanno di quello che si sta parlando e quindi diventa molto piĆ¹ complesso riuscire a far capire l’importanza del lavoro che si fa durante durante la settimana. Io personalmente ma con Paolo ci troviamo sulla stessa linea di lunghezza d’onda e per noi l’importante ĆØ la crescita del ragazzo, il risultato ĆØ una conseguenza. Ovvio che nel calcio moderno il risultato ĆØ la base di tutto perchĆ© se non fai risultato l’allenatore viene cacciato. Io penso che per crescere i futuri campioni Per crescere i futuri giocatori della Nazionale si deve avere pazienza, perchĆ© la pazienza permette ai ragazzi di crescere. Ovviamente quando ĆØ una squadra molto giovane ci sono delle lacune di esperienza, tecniche, fisiche. e sono tutte lacune che vanno colmate creando un lavoro che deve essere un lavoro a lungo termine. Non puoi pensare che in un mese un giocatore giovane, in due mesi, un giocatore giovane possa colmare tutte le lacune che ha, ma ci vuole 5-6 mesi.
Io sono convinto che questo debba essere un lavoro fatto costantemente in tutte le categorie, ma soprattutto nella categoria che ĆØ quella che avevo io quest’anno a Vercelli che ĆØ la Serie C dove tanti giovani vengono presi in considerazione, vengono fatti lavorare, ma tante volte non li si aspetta. Si fanno giocare per la regola, non li si fanno crescere, poi appena finisce la regola il giovane non viene piĆ¹ utilizzato e quindi perde quello che ĆØ poi l’importanza della regola al fare crescere i ragazzi.

Quanto si dedica allo specifico allenamento dei tiri in porta? Se ore, giorni, sezioni, quanto?

Guarda, su questo aspetto qui noi siamo malati perchĆ© secondo me L’aspetto analitico, il gesto tecnico della conclusione ĆØ fondamentale. Bisogna insegnare i principi base dell’ABC, che ĆØ come calciare, quando calciare, in che situazione. Noi in questo abbiamo fatto una statistica. al mese all’incirca facevamo sui 3.000-3.500 tiri al mese perchĆ© su ogni situazione ogni posizione cercavamo di dare continuitĆ  su quell’aspetto che per noi era fondamentale in ogni posizione del campo situazionale quindi in base ai ruoli oppure singole per cercare di dare anche far capire far percepire agli attaccanti dove ĆØ la porta e come andare a concludere perchĆ© tante volte Noto nei ragazzi, nella crescita che ho avuto per modo di fare come allenatore, la mancanza di capacitĆ  di capire che gesto tecnico devo utilizzare per andare a concludere. Anche la punta stessa ĆØ un gesto tecnico fondamentale da insegnare ad un attaccante, perchĆ© con la punta tu anticipi il difensore e riesci a fare gol. Il tempo dello smarcamento in area di rigore per andare a concludere. spara la porta, sentire dove sono, sposto la palla e calcio in porta. Tutti aspetti fondamentali da allenare e noi allenavamo con grande continuitĆ .

Infatti sono contento perchĆ© l’altro giorno ha fatto gol un giovane attaccante Coppola che in questi mesi ho martellato perchĆ© ritengo che i giovani debbano essere tanto aiutati nella crescita e tanto martellati su determinate cose e ha fatto un gol da attaccante. Si ĆØ trovato nella situazione, ĆØ arrivato davanti al portiere e ha fatto gol. Per me queste sono soddisfazioni. E quello che dico sempre a tutti i renatori, ma dico a me stesso soprattutto, ĆØ che noi abbiamo il compito di far crescere i ragazzi e dare il massimo, cercare di farli riproporre le situazioni, ma allo stesso tempo fargli capire con che tipo di gesto andare a fare la conclusione o con che tipo di gesto fare il controllo. Anche il semplice controllo fatto in un modo o fatto in un altro modo ti permette di andare a concludere, ti permette di mettere un cross, ti permette di fare un passaggio in profonditĆ  su tutte cose che noi abbiamo lavorato durante la settimana e cercate di mettere.
Le nostre conoscenze a servizio dei ragazzi. Questo per noi ĆØ fondamentale. Anche il semplice palleggio per me ĆØ una cosa che adesso non si utilizza piĆ¹ perchĆ© oramai ĆØ demonizzato, si fa tutto situazionale. Per me ĆØ situazionale, se non sai controllare la palla o se non hai la sensibilitĆ  di poter gestire un pallone non lo puoi fare, quindi devi partire dall’ABC per poi dopo arrivare a fare situazionale.

GiustoĀ  lavorare prima sui fondamentali che sulla tattica ?

Quello per me ĆØ la base perchĆ© Io ho avuto un allenatore che ĆØ Stefano Buonacorso nel settore giovanile nell’Atalanta e penso che sia uno tra i piĆ¹ bravi nel settore giovanile. Per qualitĆ  umane e tecniche, tutto per insegnamento. Quello che c’ĆØ, ce l’ha Stefano. Ed ĆØ un attore che mi dava dei compiti da fare a casa. Il compito era il palleggio, palleggio di destra e di sinistra, di coscia. Io ho ancora a casa i compiti fatti.
Ritengo sia fondamentale, perchĆ© saper gestire un pallone di destra e di sinistra, saper gestire sapere percepire dove sei, in che situazione sei. Noi ci studiavamo ogni settimana, ogni giorno, cose diverse per far percepire ai ragazzi situazioni sempre diverse ma che sono utili durante il campo e soprattutto far capire che il palleggio, quindi prima allenamento c’era lavoro tecnico singolo, analitico per ogni giocatore. Finito l’allenamento, lavoro tecnico singolo perchĆ© a furia di battere riteniamo come staff di di dare ai ragazzi qualcosa di piĆ¹, di piĆ¹ qualitativo e soprattutto qualcosa che puĆ² restare nel ragazzo e nella sua crescita.