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Napoli in campionato con la testa all’Arsenal? Probabilmente vi erano altri problemi

I sogni svaniscono senza più un filo di speranza? Non è sempre così. Il popolo napoletano ci crede ancora, ma il Napoli deve cambiare rotta ed il club azzurro fare tesoro delle attuali (solite) problematiche   

NAPOLI KO ALL’EMIRATES STADIUM DI LONDRA

Dispiace attribuire responsabilità ad un allenatore vincente e con una grande esperienza nelle Coppe Europee. Sarà stato un caso, un passo falso, nella competizione continentale, contro una prestigiosa squadra inglese, ma il Napoli di Ancelotti inciampa a Londra e subisce una netta sconfitta contro l’Arsenal.

Forse l’emozione, la tensione o l’inesperienza di alcuni giocatori ha attanagliato la squadra azzurra all’Emirates Stadium contro la compagine di Emery. L’Arsenal in casa esprime il miglior e produttivo calcio che ha nel suo notevole repertorio tecnico-tattico.

LE RESPONSABILITA’ DI ANCELOTTI

Ogni ipotesi ha un fondamento, ma Ancelotti –con tutte le attenuanti possibili- ha presentato a Londra una squadra senza gioco, carattere, concentrazione, determinazione e la giusta convinzione di poter giocare la partita di andata dei quarti di finale di Europa League senza compromettere il decisivo match di ritorno al San Paolo.

Gli uomini di Ancelotti –di fatto- hanno ancora discrete speranze per poter ribaltare il risultato ed ottenere la qualificazione alle semifinali di un Coppa che rappresenta l’ultimo obiettivo del club azzurro in questa stagione.

CAMPANELLI DI ALLARME IN CAMPIONATO

Alcuni segnali di allarme vi erano stati nelle ultime partite di campionato. Dopa la netta e confortante vittoria ottenuta all’Olimpico contro la Roma, la squadra azzurra ha conseguito una sconfitta contro il Sassuolo ed un pareggio casalingo con il Genoa. Due partite, durante le quali, il Napoli ha mostrato il suo volto peggiore con una chiara involuzione del gioco. Ritmi blandi, errori difensivi, mancanza di personalità a centrocampo e di idee in attacco, lasciavano presagire che i calciatori azzurri -più che avere la mente orientata al difficile impegno contro l’Arsenal – attraversavano un periodo difficile.

ATTENUANTI DI ANCELOTTI

Ancelotti ha certamente delle attenuanti: la prima è quella di aver rilavato una squadra non costruita da lui e con moti giocatori giovani da valutare anche e soprattutto in proiezione futura.

Non sono mancati gli infortuni, nel corso della stagione, ed i più rilevanti per l’economia della squadra sono stati quelli subiti da Albiol – vero regista difensivo-  Insigne oltre a non aver pienamente recuperato pienamente Ghoulam –lontano parente di uno dei laterali più forti in campo europeo-   dopo due interventi chirurgici subiti al ginocchio ed una lunghissima assenza dai campi di gioco.

Il modulo 4-4-2 adottato da Ancelotti avrebbe dovuto prevedere la presenza di due terzini in grado di ricoprire, in modo ottimale, le fasce di competenza sia in fase difensiva che propositiva.
Hysaj e Mario Rui non sono stati all’altezza di poter ricoprire ruoli importanti in una compagine con alcune notevoli ambizioni in campionato ed in Europa League.

Un reparto difensivo, dove la tranquillità e la cooperazione sono essenziali, non può avere due laterali bassi poco tempestivi nelle chiusure, nelle diagonali difensive e poco efficaci nel gioco aereo: caratteristiche negative che penalizzano e non lasciano serena una difesa in cui anche Koulibaly ha perso smalto dopo l’infortunio del suo compagno di reparto Albiol.

VINCERE AIUTA A VINCERE

Le squadre che competono su più fronti –per poter mantenere forma, condizione psicofisica e massima concentrazioni-  non devono abbandonare, anche momentaneamente, una sola competizione alla quale partecipano, per dedicasi ad altre, magari più importanti.

‘Vincere aiuta a vincere’ è uno slogan che trova un valido riscontro pragmatico in campo sportivo. Non a caso la Juventus, con l’ottavo Scudetto già quasi cucito sule maglie, non si è concessa pause ed ha affrontato -in campionato- tutte le partite con il massimo impegno.

I risultati di questo atteggiamento, attuato dagli uomini di Allegri, ha trovato la giusta risposta nelle ultime gare di Champions League. Un solo passo falso conseguito dai bianconeri a Madrid contro l’Atletico, è stato prontamente recuperato con la remuntada effettuata all’Allianz Stadium.

In molti si chiedevano del ridotto impegno dei giocatori azzurri in campionato. I calciatori partenopei scendevano in campo denotando la mancanza del  giusto approccio agli impegni da affrontare ed inducendo la tifoseria, oltre ad alcuni addetti ai lavori, ad ipotizzare che la squadra avesse la testa rivolta alla partita con l’Arsenal.

Ebbene se così era, non si è avuto un riscontro di quanto sopracitato  a Londra. Anche all’Emirates Stadium la compagine azzurra era completamente assente ed in balia dei vari Ramsey, Torreira, Ozil Lacazette, Aubameyang, ecc ecc.

LE SCELTE DI ANCELOTTI

Alla vigilia del match si ipotizzava l’impiego di Milik al posto di Insigne, reduce da un infortunio muscolare. L’attaccante polacco avrebbe potuto far salire la squadra,  contrastare sul piano fisico gli avversari ed essere utile sulle seconde palle per riavviare l’azione.

Insigne, poco presente in attacco, ripiegava senza costrutto oltre a sacrificarsi in difesa. Lorenzo ha avuto  l’unica occasione buona della partita e l’ha  spreca tirando altissimo.

Male anche  il centrocampo, responsabile dei due goal realizzati dai gunners , incapace di costruire azioni e suggerimenti per Mertens ed Insigne. Fabián Ruiz ed Allan hanno offerto una prestazione lontana dai loro standard abituale e Zielinski -anche lui sotto tono- ha sbagliato -clamorosamente- nella ripresa un facile appoggio nella rete sguarnita dopo un mancato intervento di Cech su cross di Insigne.

PERCHE’ E’ STATO VENDUTO HAMSIK A GENNAIO?

Viene da chiedersi del perché sia stato venduto Hamsik a gennaio. Marek era l’unico centrocampista che illuminava il gioco degli azzurri ed ieri –nella confusione tattica della squadra partenopea- avrebbe potuto essere molto utile per suggerire appoggi, verticalizzazioni ed altro ai compagni del reparto avanzato.

In sintesi: il Napoli di Carlo Ancelotti crolla all’Emirates Stadium  contro un Arsenal superiore –soprattutto tatticamente- che avrebbe potuto anche vincere con un punteggio maggiore.

Meret, più volte, ha evitato agli azzurri un passivo pesante e compromettente per la gara di ritorno. L’Arsenal chiude subito il Napoli nella propria trequarti di campo facendo arretrare il baricentro della squadra azzurra, si propone con gli esterni, pressa alto costringendo gli uomini di Ancelortti a non uscire quasi si mai dalla linea di centrocampo.

ARSENAL – NAPOLI 2-0

2-0  per i gunners con realizzazioni da parte di Ramsey e Torrerira, complice una netta deviazione di Koulibaly.

Le parate di Meret, il migliore del Napoli, sono state decisive per tenere ancora accesa la fiammella per superare il turno, magari con una remuntada simile a quella effettuata dalla Juventus contro l’Arsenal.

Il popolo napoletano sperava e spera ancora in una qualificazioni della squadra azzurra alle semifinali di Europa League.

TROPPE VOLTE I SOGNI SONO SVANITI NEL NULLA

Troppo volte i sogni sono svaniti nel nulla, lasciando l’amaro in bocca a coloro che speravano di svegliarsi e constatare di aver ritrovato una compagine vincente e non solo partecipante ai vari tornei.

La stagione non è ancora finita ed un filo tiene in piedi le speranze del club e della tifoseria, questo filo lega la squadra ad uno stadio:  Al San Paolo vi sono state molte notti stellari con rappresentazioni indimenticabili del Napoli.

Milioni di tifosi terranno, con le loro mani, quel filo che rappresenta il presente ed il futuro del club di Aurelio De Laurentiis

Anche il futuro? Si, certo, perché una eliminazione dalla competizione europea indicherebbe alla dirigenza azzurra di azzerare il tutto e ricominciare daccapo un altro ciclo.

Il prosieguo nel torneo continentale potrebbe costituire la base per il completamento di un organico in grado di offrire non solo partecipazioni, ma qualcosa in più…

Vincenzo Vitiello

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