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Sarri alla Juventus: l’ennesimo flop del calcio romantico

Sarri alla Juventus: il tecnico toscano, liberato dal Chelsea, si lega ai bianconeri fino al Giugno 2022 come comunicato ufficialmente dalla società sul sito internet.

 

Sarri alla Juventus era nell’aria da giorni, settimane; alcuni avevano previsto l’approdo del tecnico alla corte degli Agnelli addirittura da mesi.

Una storia alla quale, soprattutto negli ambienti napoletani, nessuno o quasi voleva credere.

Per la strada percorsa fino ad oggi, “Sarri allenatore della Juventus” è sempre parso come un ossimoro, un contrasto naturale.

L’uomo del popolo, quello che predilige la tuta, i mozziconi di sigaretta spenti da assaporare durante le partite;
la dialettica colorita, l’elevata potenza comunicativa del dito medio, il concetto del bello che incanta a prescindere dai trofei.
Gli atti di coraggio in difesa di un’identità, fino all’altro ieri, quella partenopea.

Nell’immaginario collettivo quell’uomo, elevato al grado di Comandante, al capo di un popolo che ha inseguito un sogno, un’idea, sarebbe stato l’ultimo sulla faccia della Terra a poter sposare un progetto a strisce bianconere.

Intanto, come spesso accade, la realtà finisce per divenire incoerente con le sue più profonde promesse e premesse; cocente come una domenica di Giugno nella quale, per il caldo, ogni cosa ti si attacca addosso.

E ti si attacca addosso anche lo sconforto, e quel maledetto agisce sugli aspetti più profondi dell’essere umano: l’irrazionale.

La sfera dell’irrazionalità, si sa, spesso e volentieri, combacia con quella dell’amore e quindi, con un’idea romantica delle cose che si muovono intorno a noi.

Napoli e Sarri sembravano legati da un filo storico ed emotivo che poteva significare di più. Doveva significare di più.

Ed è parso così per le sviolinate d’amore (tra l’altro corrisposte sempre e comunque) che il tecnico ha riservato ogni volta che ha potuto a Napoli ed ai napoletani.

Nato a Bagnoli, si è definito parte di una città, di un popolo, tifoso della squadra con la maglia azzurra.

Lo stesso azzurro di cui si colorano le cose più belle.

Sarri ha deciso di tradire prima un ideale, un’idea, e poi il sogno; di conseguenza un popolo che gli ha dato amore incondizionato.

Ma soprattutto, per tutto questo, accettando la corte della Vecchia Signora, Maurizio Sarri ha tradito se stesso.

Forse noi tutti abbiamo sbagliato a credere che nel calcio ci fosse ancora posto per quel senso romantico del sentimento, ma è altresì vero che nessuno ha mai chiesto a Sarri di pronunciare così fortemente il suo amore incondizionato per Partenope e per i suoi figli.

“Sarri alla Juventus” è il lascito per il quale vediamo crollare quello splendido mondo che è girato attorno al “Sarrismo Gioia e Rivoluzione“, ed è la più triste rappresentazione significante che, nel calcio, le parole d’amore sono vere più o meno come quel campionato “perso in albergo”.

Ci congediamo così Maurizio:

“credevo fosse amore ed invece era un calesse”

 

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