fbpx

Ferrero e il contratto a Di Francesco: un genio del calcio marketing

Contratto di Francesco

Il contratto di Di Francesco: una clausola-plusvalenza per l’allenatore moderno

A questo punto ammettiamolo e diamo a Cesare quel che è di Cesare. Ferrero, istrionico e simpatico presidente della Sampdoria è un genio. L’ha detto Luca Calamai a Radio Sportiva due giorni or sono e ha pienamente ragione. In un calcio che fa del soldo, del marketing e dell’aziendalismo puro gli ideali su cui basare i successi, si veda a tal proposito il caso Sarri, anche la plusvalenza sui giocatori è una garanzia economica. Già, perché viene spontaneo domandarsi quanti soldi deve per esempio l’Atalanta a Gasperini per i piccoli fenomeni che ha creato. E come non si potrebbe dar torto a un ragionamento così finanziario. Il Gasp ha portato nelle tasche degli orobici quasi 200 milioni di valore fra i vari Kessié, Cristante, Petagna, Spinazzola, Caldara ecc… Ergo Gasperini produce un valore, come direbbe Marx, e quel valore è rappresentato dai giocatori. Ogni giovincello che dir si voglia, in mano al Gasp, diventa potenziale fonte economica per la società che lo venderà. Oggi poi con i prezzi che arrivano da Oltremanica saper valorizzare un giocatore è una dote di cui tener conto. E Ferrero deve aver pensato che Di Francesco è uno di questi.

A Di Francesco incentivi se creerà i nuovi Zaniolo, Pellegrini e tanti altri…

Del resto non è una novità di oggi, se Nicolò Zaniolo dovesse andar via dalla Roma a una cifra intorno ai 60 milioni. E stessa cosa dicasi per quel Lorenzo Pellegrini, che ieri, ci ha regalato in Nazionale una vittoria agli Europei. Quel che i buontemponi del romanticismo devono capire è che il calcio è azienda. Non è più un presidente che mette mano al portafoglio. E’ un asset di marketing e finanziario che guida un’azienda. La cosa è ben diversa. I giocatori non sono, però, numeri al pari degli operai, ma prodotti, al pari di quelli venduti. Io produco uno Zaniolo, quindi io valgo. Tu non produci nulla, tu vali di meno. Ed è così che Ferrero deve aver pensato di conquistarsi le simpatie del nuovo allenatore, non tanto con le solite facilonerie del progetto, dei giovani e della conquista dell’Europa League. Piuttosto con quello che oggi controlla il calcio: il soldo.

Il contratto di Di Francesco sarà così: prenderà l’1% della cifra che la Samp incasserà dalle vendite dei giocatori. Il resto è un triennale da 1.6 milioni.

Ma quale migliore plauso e gratitudine ci può mai essere per un allenatore d’oggi, se non quella di sfornare gioiellini da vendere al miglior offerente? Certo detta così è un po’ bruttina…Ma in soldoni, scusate il doppio significato del termine, è proprio così!

Ferrero: il presidente moderno che fa player-marketing

Ferrero sa che a parole puoi dire ai tifosi che credi nella qualificazione europea; che guarderai più in alto possibile alla classifica; che farai di tutto per rafforzare la squadra, ecc…Ma nella realtà dei fatti di oggi, nell’epoca dei settlement agreement, gentlemen agreement e voluntary agreement è meglio non sgarrare con i conti. Non si perdona più nulla! Hai i conti in rosso, tanti saluti e la serie D ti aspetta. Ormai è così, illudersi diversamente, sarebbe come vivere sul finire degli anni Novanta, quando si spaziava con i bilanci in negativo in serie A.

E allora l’allenatore oggi non è solo un tattico, un comunicatore e un uomo di calcio. Diventa soprattutto un manager del player marketing, cioè il marketing delle future star. Ma questo signori miei cambia tutto il mondo del calcio. Se qualcuno seguisse la strada tracciata da Ferrero, nei prossimi cinque anni, ci troveremmo a fare export marketing, non football. Con buona pace dei romanticoni, delle clausole rescissorie e delle mani sul cuore dei giocatori.

Il mondo cambia signori miei e anche il calcio sta cambiando. Sarà meglio farsene una ragione. Che questa ventata di marketing porti talenti nelle Under e nella Nazionale maggiore? Quanto più un giovane conquista le piazze europee, tanto più il suo prezzo sale. La risposta probabilmente è sì, ma scordiamoci allenatori sulle panchine per tre anni e indossatori di maglia per dieci. Insomma se Sarri era bancario e mister insieme, da domani fare il tecnico sarà un lavoro con curriculum di marketing e conoscenze calcistiche. E…come cambiano i tempi…

Piccola postilla: il contratto di Di Francesco non è ancora stato firmato. Si attende la rescissione con la Roma. Ma resta un fatto evidente: una nuova strada è stata tracciata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *