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Napoli piange Luciano De Crescenzo: l’uomo che ha storicizzato la napoletanità

Napoli piange Luciano De Crescenzo, l’uomo, il filosofo, il professore che ha reso storia la filosofia di vita  e il “modus vivendi” dei napoletani.

Napoli, la bellissima città che affaccia sul golfo, piange uno dei suoi volti storici. Una delle voci più autorevoli. Quasi l’emblema della napoletanità. Napoli, oggi, piange il maestro Luciano De Crescenzo.

Luciano De Crescenzo, napoletano verace, originario del quartiere Santa Lucia, si appassionò fin da giovanissimo alla filosofia greca nonché alla cultura ellenica, tanto da prendere la cittadinanza onoraria di Atene.

La capitale della cultura greca lo ha tributato per aver promosso e diffuso la cultura classica in tutto il mondo, grazie alla sua instancabile ed inesauribile attività letteraria.

Il famosissimo “Professore Bellavista”, quello del pensiero poetico, si considerava -a tutti gli effetti e, a ragion veduta- un cittadino, non onorario, ma a tutti gli effetti della Magna Grecia. Quella da cui deriva Napoli, la napoletanità e la filosofia di vita che ha reso celebre la città in tutto il mondo.

Ingegnere, per brevissimo tempo, ma soprattutto filosofo che esaltò la napoletanità, in tutte le sue sfaccettature, fu anche scrittore, attore, e conduttore televisivo.

Ma si dedicò soprattutto alla narrativa e alla saggistica, in particolar modo dedicata, manco a dirlo, alla filosofia (con particolare riguardo a quella greca).

Famosissimo per alcuni aforismi citati in alcuni dei suoi film che raccontavano la quotidianità napoletana e il modus vivendi dei cittadini partenopei.

In particolare: “Da sempre gli uomini studiano come allungare la vita, mentre bisognerebbe allargarla. In fondo, il tempo non è altro che un’emozione, e l’amore ci aiuta a rendere i suoi attimi più larghi”.

De Crescenzo era nato il 20 agosto 1928 nel borgo di Santa Lucia (abitò al civico 40 di via Generale Orsini, nello stesso stabile in cui era nato il suo storico amico Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer).

Viveva ormai da tempo a Roma ed è stato assistito col cuore e con la mente, fino all’ultimo, dalla figlia Paola De Crescenzo, dal genero, dai nipoti e dal suo storico agente Enzo D’Elia.

Al capezzale dell’intellettuale napoletano c’erano anche i due amici di sempre, Marisa Laurito e Renzo Arbore.

De Crescenzo, pur avendo dato grande prova di lucidità in alcune interviste che ha concesso alla soglia dei novant’anni, soffriva di una patologia neurologica.

Di recente una polmonite aveva determinato un peggioramento delle sue condizioni generali. De Crescenzo già da qualche anno ormai non prendeva più parte a eventi pubblici. L’ultimo grande applauso del suo pubblico gli è stato tributato qualche settimana fa a Positano.

Qui il comico e regista Alessandro Siani aveva presentato il libro scritto a quattro mani con il filosofo, “Napolitudine“.

Come iniziativa cittadina il sindaco di Napoli ha proclamato lutto cittadino nel giorno dei funerali.

Messaggi di Cordoglio da tutto il mondo che lo apprezzava, da quello politico, a quello culturale, per finire al Presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis e alla SSC Napoli che tramite i profili Twitter ufficiali lo hanno voluto ricordare.

Oggi, per tutti, è il 32 Dicembre.

 

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