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4-4-2: Ancelotti ripensa al sistema di gioco

4-4-2

Dal 4-2-3-1 al 4-4-2

Si sono visti due Napoli diversi nella sfida contro la Juventus. Dopo il 4-2-3-1 iniziale Ancelotti è passato al 4-4-2 nella ripresa.

Il lavoro svolto da Dimaro al campionato

Nelle amichevoli di tutto il ritiro 2019 il Mister ha schierato i suoi giocatori con un 4-2-3-1, insistendo tanto sulle trame derivanti da questo sistema di gioco. Difesa alta che imposta il gioco, terzini che spingono e sovrappongono, cambi di gioco e verticalizzazioni continue mirate ad affondare il colpo.

Il rodaggio a Dimaro e le risposte ben più rassicuranti arrivate dalle amichevoli internazionali hanno spinto Carlo Ancelotti ad utilizzare lo stesso sistema nelle prime due uscite ufficiali di campionato contro Fiorentina e Juventus.

Primo tempo di Juventus-Napoli con il 4-2-3-1

Il primo tempo si è concluso sul risultato di 2-0 per i bianconeri. Le reti arrivano prima su un contropiede (nato dalla cattiva gestione di un calcio d’angolo a favore del Napoli), poi con una gran rete di Higuain a superare un ben posizionato ma in ritardo Koulibaly.

Cosa è mancato al Napoli nella prima frazione di gara? 

L’allenatore azzurro nel post partita parla sia di aspetti legati alla tattica che alla necessità di tirare fuori e mostrare più personalità (al LINK l’intervista completa).

Oltre a questo si può affermare senza remore che il “primo Napoli” di ieri sera non ha espresso il gioco su cui tanto si è esercitato nella preparazione al campionato. Si è vista una squadra passiva e non votata all’attacco, quasi contro natura. I reparti erano lunghi tra loro e ciò ha contribuito al primo goal degli avversari. Oltre a non gestire bene una potenziale occasione da rete come un corner, nella ripartenza che ha portato in vantaggio la Juventus c’era solo un giocatore dietro la linea della palla contro tre juventini. Inutile la rincorsa all’indietro poiché non evita la rete di Danilo. La fase offensiva ha prodotto solo un tiro dalla distanza di Allan sullo 0-0, evidenziando la difficoltà degli azzurri ad arrivare in area di rigore. A tal riguardo si segnala un Mertens che viene incontro alla squadra tornando quasi sempre dietro ma non spingendosi in area; gioca per gli altri ma non può dare peso all’attacco contro una difesa fisica e spigolosa come quella bianconera, non riuscendo di conseguenza ad incidere sul match.

Il secondo tempo con il 4-4-2: ritorno al passato

La seconda parte di gara coincide con l’uscita di un nuovo Napoli. L’out di sinistra è completamente rinnovato con gli ingressi di Mario Rui per Ghoulam (ammonito e comunque apparso non al meglio) e di Lozano per Insigne (problema alla coscia per lui). Con i cambi il Mister schiera un 4-4-2, tenendo larghi a centrocampo Callejon a destra e Zielinski a sinistra; l’allenatore indietreggia di posizione Fabian Ruiz, trequartista nel primo tempo. Si costruisce un tandem d’attacco tutto nuovo con Lozano e Mertens.

Note positive del 4-4-2

Nel complesso un Napoli migliore. La nuova disposizione in campo, le forze fresche ed il calo fisiologico della Juventus hanno aiutato gli azzurri a giocare meglio. Il Napoli fa possesso palla e la fa girare. L’impostazione di gioco è migliore quando il pallone filtra dal centrocampo e passa tra i piedi di Ruiz, a suo agio se parte da più dietro ed avanza sulla trequarti. Gli esterni lavorano bene, con sovrapposizioni e cross al centro da una parte e dall’altra. Si cerca di più l’area di rigore avendo due uomini offensivi; quando Mertens accorcia per aiutare i compagni ha il sostegno del compagno di reparto che è Lozano.

Due palle inattive diventano goal. Manolas fornisce il meglio del suo repertorio offensivo con un goal di testa e lo stesso fa Di Lorenzo inserendosi alla perfezione e battendo in rete.

Il cinismo mostrato dopo il primo goal ha portato la squadra al raddoppio sopo due minuti. Un segnale di vita e cattiveria giusta che è servito a ribaltare la partita.

Aspetti su cui porre l’attenzione

Si è vista ancora l’imperfezione del Napoli in fase di impostazione del gioco a partenza dalla difesa. Troppo macchinosi e poco rapidi Manolas e Koulibaly (alla ricerca entrambi della migliore condizione e del feeling di coppia). Il 3-0 della Juventus nasce proprio da un errore su tale versante. Imprecisione ed indecisione tra Di Lorenzo ed Allan con gli avversari in pressing che recuperano palla e vanno in rete con Ronaldo.

In fase di non possesso in alcuni momenti il centrocampo arretra poco e con fatica. Prima Allan e poi Elmas si prostrano alla causa ma spesso non vengono accompagnati dal compagno di reparto, concedendo anche la possibilità di andare in rete agli avversari.

L’autogoal di Koulibaly arriva allo scadere del tempo dopo aver segnato tre goal e ribaltato la partita. Può capitare a chiunque in qualsiasi momento un episodio sfortunato. Per la serie “anche i più grandi possono sbagliare”.

Carlo Ancelotti ha sicuramente materiale su cui continuare a lavorare per il lungo cammino che attende il Napoli in questa stagione su più fronti. Già nello scorso anno ha mostrato capacità di gestione della rosa secondo vari sistemi ed attuando più moduli. E’ cosa positiva ricevere segnali del genere all’inizio di un percorso e contro una squadra forte come la Juventus. Ci auguriamo risposte adeguate sul campo.

 

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