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ESCLUSIVA Casanapoli.net- Intervista a Massimo D’Alessandro: “Un Napoli alla ricerca della sua identità ma con l’allenatore giusto per poterla trovare”

Raggiunto telefonicamente, il noto giornalista di Radio Marte Massimo D’Alessandro ha analizzato la situazione in casa Napoli tra liti, incertezze e turn over.

Si potrebbe iniziare dalla sfiducia generale o magari dai risultati deludenti della squadra azzurra. Ma la cronaca odierna ci parla di una crisi in casa Napoli che non può passare inosservata. Cosa ne pensa Massimo D’Alessandro?

Ancelotti è un grande, grandissimo allenatore. Il più vincente d’Europa e il suo ingaggio da parte del Napoli è stato un grandissimo colpo. Certo è che magari ci aspettavamo di più. Questo Napoli al momento non ha un’identità o almeno dimostra di averne soltanto a tratti e così facendo difficilmente riuscirà a raggiungere entro fine anno gli obiettivi che si era prefissati ad inizio stagione se non si dà una regolata. Ciò premesso, chiaramente è mio auspicio che Ancelotti anche a Napoli riesca a dimostrare il suo spessore, la sua bravura soprattutto a gestire lo spogliatoio che nelle ultime settimane, almeno da quello che trapela, sembra un pochino in fibrillazione… diciamola così”

Ma si potrebbe considerare uno spogliatoio completo quello del Napoli? Il mercato estivo ci ha raccontato di nomi annunciati che non sono mai arrivati e di colpi a sorpresa last minute. Sono arrivati Lozano, Manolas e poi Llorente…

“Ancelotti in almeno un paio di circostanze ha detto che del mercato del Napoli di quest’estate era soddisfatto al 100%. Fino a prova contraria dobbiamo credergli quindi possiamo pensare che il mercato sia stato operato di comune accordo tra tecnico e dirigenza. Personalmente ritengo che il mercato del Napoli fosse stato  inizialmente indirizzato verso l’impostazione tattica del 4-2-3-1, si aspettava James Rodriguez. Alla fine Rodriguez non è arrivato per varie ragioni, come sappiamo, ed ecco che l’allenatore è stato un po’ spiazzato ed è dovuto ritornare al 4-4-2 da cui sono derivate alcune problematiche interne. Di cui il caso Insigne su tutti”.

Infatti, nuovamente si parla di un caso Insigne. Ma qual’è il caso? Perché ancora una volta si sta consumando un botta e risposta polemico tra Mister e Capitano?

“La verità la sanno soltanto loro e in questi casi è giusto che certe verità rimangano chiuse nello spogliatoio, per me Lorenzo resta il talento più cristallino nel palcoscenico italiano. Magari non è un fuoriclasse, non è solo il giocatore più forte del Napoli: ma al momento è uno dei giocatori migliori del palcoscenico italiano”.

“Quello che emerge è che Insigne è in difficoltà perché nel 4-4-2 non riesce a rendere come potrebbe. L’anno scorso si è messo a disposizione dell’allenatore che lo ha provato come seconda punta; poi le cose sono andate come sappiamo. L’esperimento è durato fino a dicembre più o meno di comune accordo. Poi tra l’allenatore e il giocatore, tra l’altro capitano del Napoli che non è un particolare di poco conto, qualcosa si è incrinato. Quest’anno  dalla riunione fatta a casa di Ancelotti il 1° maggio scorso si era ripartiti col piede giusto: di nuovo Insigne a disposizione del tecnico ma in un 4-2-3-1 che lo accontentava di più. Lo metteva nelle condizioni che secondo lui, ma anche secondo molti osservatori, gli permettevano di poter dare una grossa mano a questa squadra. Invece poi per le ragioni che ci siamo appena detti: il mancato arrivo di un trequartista, c’è stata una marcia indietro di Ancelotti dal punto di vista tattico”.

“Con l’utilizzo del giocatore nel 4-4-2, ecco di nuovo le insofferenze del capitano” precisa Massimo D’Alessandro

“Non credo ci sia uno tra i due che abbia ragione. Insigne lamenta una posizione in campo che secondo lui non lo metterebbe in condizione di dare il meglio ma d’altro ritengo impossibile che un allenatore come Ancelotti che ha vinto ovunque, insista su un’impostazione tattica non ottimale. O meglio: ovemai vedesse delle alternative perchè insistere col 4-4-2? E’ un braccio di ferro però che non fa bene al Napoli. anche perchè le occasioni per portare a casa un risultato, una vittoria in un torneo, ci sono ancora”.

Tornando allora agli innesti fatti per supportare i reparti in difficoltà, l’arrivo di Manolas ma soprattutto la partenza di Albiol, quanto hanno contribuito a destabilizzare Koulibaly? Perché tanta incertezza in difesa?

“Non tanto l’arrivo di Manolas, quanto la partenza di Albiol che in questi anni era la figura del regista del reparto difensivo, senza contare che Koulibaly ha giocato la Coppa d’Africa ed ha iniziato tardissimo la preparazione precampionato arrivando a Napoli  praticamente a stagione iniziata. Ecco spiegato questo avvio così così. Ma il Napoli penso abbia sopperito all’addio di Albiol con l’arrivo di Manolas nel miglior modo possibile considerando anche cosa offriva il mercato. Devono solo abituarsi a stare insieme”.

Mentre non abbiamo avuto lo stesso risultato nel reparto offensivo. Milik sembra non incidere più come prima. Le statistiche ci parlano di un anno ad alto livello del giocatore polacco sotto la guida di Ancelotti eppure i gol sbagliati cominciano a diventare davvero tanti…

“Davvero troppi. Milik secondo me è un ottimo giocatore, magari non proprio il centravanti che fa sognare i tifosi, ma  è di buonissimo livello. Lo ha dimostrato in questi anni prima e dopo gli infortuni, l’anno scorso segnando 20 gol senza tirare rigori. L’avrebbe potuto dimostrare anche quest’anno ma sopratutto la gestione sbagliata della comunicazione  da parte della società lo ha messo in difficoltà. Non dimentichiamoci che la scorsa estate De Laurentiis ha rincorso Icardi cercando il centravanti da 30 gol pur avendone uno in casa che ne aveva segnati tanti, lo ha demoralizzato dal punto di vista psicologico e probabilmente proprio sotto questo profilo il calciatore va aiutato. non so come, ma certamente siamo ottimamente affidati visto che Ancelotti sa bene come gestire i campioni, ne ha gestiti tantissimi nella sua lunga, importantissima e gloriosa carriera. Saprà lui come trovare il rimedio per restituire al Napoli e ai suoi tifosi il suo giocatore.

Infatti continua a schierarlo. Facendo nel caso entrare Llorente solo nei finali di partita magari per salvare il salvabile quando possibile. Però nella sua sperimentazione, Ancelotti lo ha schierato con un Lozano fuori posizione che forse non ha potuto aiutare Milik nell’impresa. Cosa pensa del messicano schierato come punta laddove la sua posizione naturale dovrebbe essere di ala sinistra?

“Sono assolutamente d’accordo, la posizione scelta da Ancelotti per Lozano in questa impostazione tattica rimane un mistero. In carriera, Lozano non ha mai giocato in quella posizione. Lo abbiamo visto al mondiale ed al PSV, ed ammirato anche nelle sue prime sortite azzurre, come un calciatore che ha bisogno di spazi. Messo al centro come prima punta, come Ancelotti lo ha schierato anche contro il Cagliari, ovviamente di spazi lì al centro non se ne trovano. In ogni caso al giocatore va dato ancora un po’ di tempo per ambientarsi, quindi magari il giudizio nel suo caso andrebbe sospeso. E’ un giocatore molto talentuoso e bisogna andarci cauti con le critiche, che sono arrivate feroci”. 

A questo punto però dobbiamo necessariamente tornare a farci alcune domande sul tecnico. Nessuno mette in dubbio le vittorie ed il valore di Ancelotti però questo suo continuo cambiare posizione dei giocatori in campo e formazione confonde i tifosi e forse anche gli stessi giocatori. Oggi si leggeva sui giornali di un ennesimo turn over contro il Torino: fuori Allan e Fabian Ruiz. Laddove il centrocampo schierato contro il Genk aveva fatto vedere sprazzi di una ritrovata organizzazione e comunicazione.

“Questo bisognerebbe davvero chiederlo ad Ancelotti. Io posso dire che l’unico turn over veramente efficace è quello che porta a vincere le partite. Non appena le cose vanno storte: si pareggia o si perde. Allora il turn over non serve, questa è la regola che esiste da sempre. Tutti cli allenatori che ambiscono a raggiungere dei traguardi arrivare fino in fondo alle competizioni devono far ruotare la rosa. Quest’anno la rosa del Napoli è più profonda, la qualità media è molto alta rispetto al recente passato. Da un certo punto di vista è corretto da parte dell’allenatore, non c’è alcun dubbio che occorra dare spazio un po’ a tutti. Però devono arrivare i risultati! Per vincere, soprattutto lo scudetto come invocato a gran voce dai tifosi, bisogna perdere il meno possibile. Ma anche prendere gol il meno possibile: il Napoli ne ha già presi 10 ed ha perso già due volte in campionato. Diciamo che i bonus si stano per esaurire“.

A questo punto resta solo un’ultima domanda: quale potrebbe essere, secondo Massimo D’Alessandro tifoso ed esperto, il colpo di mercato che aiuterebbe la rosa?

“Per me senza dubbio è lo stesso nome che ha fatto Ancelotti dalla primavera scorsa: James Rodriguez. E’ il nome che Ancelotti voleva e non è stato accontentato. James o uno come lui che sarebbe davvero utile alla causa”.

 

 

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