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Lettera di saluto per mister Carlo Ancelotti

Carlo Ancelotti lettera

Lettera di addio a Carlo Ancelotti

Parole di istinto, di ragione e di cuore in una lettera per Carlo Ancelotti, che da martedì sera non è più l’allenatore del Napoli.

Caro Carlo,

termina in questo modo la tua avventura a Napoli. Nessuno si augurava un percorso tanto rapido quanto difficile sulla panchina azzurra.

Sei arrivato all’inizio dell’estate dei Mondiali e hai reso meno amaro l’addio dell’uomo in tuta, colui che dopo la gloria all’interno del San Paolo ed i successi in Blues ha deciso la strada più scontata per vincere in Italia. Una strada diversa la tua, tu che in bianco e nero hai vissuto senza emozioni e con un feeling mai sbocciato.

Hai accettato la sfida, forse la più grande della tua carriera da allenatore. Sei venuto da numero uno. Ci hai creduto, ci hai provato, ma non è andata come volevi tu.

Un primo anno di ambientamento e conferme, un secondo posto conquistato senza affanni ma comunque lontano da chi è abituato a stravincere il campionato. Un percorso europeo con il sogno che si infrange sulla parata di Alisson su Milik ad Anfield ed una Coppa Italia lasciata agli avversari per il poco impegno e concentrazione.

Ma quest’anno a Dimaro c’ero e ti ho seguito per 21 giorni. Era tutto diverso, eri diverso. Trasmettevi sicurezza con le tue parole, convinzione nei mezzi per riuscire a fare solo quello che i grandi come te possono fare, vincere. L’hai detto tu che il secondo posto ci stava stretto, come lo ha detto anche il Presidente che si doveva puntare a vincere.

Cosa è successo? Di chi è la colpa? Perché si è arrivati a tutto questo?

Ognuno ci ha messo del suo in questa vicenda e purtroppo nemmeno tu sei escluso. Diciamoci la verità, sei partito scontento a causa di un mercato che non ti ha soddisfatto. Il tuo 10 non era certamente il voto al mercato, ma il tipo di giocatore che avresti voluto. James (o chi per lui) non è arrivato. Hai provato ad adattare in quella posizione Verdi, Younes, Mertens, Fabian ed altri ancora. I tre goal subiti allo Juventus Stadium ti hanno risvegliato e fatto cambiare idea repentinamente.

Si torna al 4-4-2 ma man mano perdi forza. La sconfitta con il Cagliari in casa è stata la botta decisiva, la mazzata sulla noce del collo che ha spezzato sogni ed ambizioni di un gruppo costruito, almeno sulla carta e a detta vostra, per alzare trofei. Tanto forti in Europa quanto fragili in Serie A.

Non hai nascosto il tuo parere in disaccordo con la società riguardo al ritiro e questo ha esposto la squadra. Da lì ognuno ha fatto di testa propria, sovvertendo un ordine costituito e facendo decadere dal trono il Re di Coppe. Forse è stato questo il tuo più grande errore, non saper far valere la tua figura quando la squadra lo richiedeva.

Lasci ora ma si sapeva da tempo che sarebbe andata a finire così. Lasci ora un gruppo di ragazzi che deve ritrovare gli stimoli giusti insieme ad un tuo adepto. Da buon padre lasci a chi ti ha seguito da calciatore e si sarebbe fatto ammazzare per te sul rettangolo verde. Forse lasci ma in realtà non lasci nulla, semplicemente trasferisci di proprietà da padre in figlio. E non parliamo di figli perché c’è chi insiste sul fatto che tu abbia dato troppo campo libero al tuo, ragazzo indubbiamente preparato e pieno di qualità. Io non ci voglio credere. Soprattutto lasci una squadra che deve ritrovarsi per risalire in campionato, che è tra le favorite per la coppa nazionale e che giocherà almeno altre due partite nell’Europa che conta.

Ora che sei andato via non voglio pensare ai rimpianti, a quello che sarebbe potuto essere e che invece non è stato. Ora che sei andato via voglio ricordare solo cose belle. E su tutte sono felice che l’allenatore più vincente della storia del calcio moderno si sia seduto su quella panchina, in quello stadio in cui il calciatore più grande di tutti i tempi ha fatto la storia sua e di un’intera città.

Ci hai provato, Carletto, e sappiamo bene che non sarebbe stato semplice. Anche se non è andata come doveva e come volevi, onore a te che ci hai provato.

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