Club Napoli Trento Partenopea – Vogliamo essere liberi di tifare!

Il Club Napoli Trento Partenopea ha divulgato un comunicato in cui prende posizione contro la politica repressiva messa in atto contro i tifosi organizzati
Erano sugli spalti del Mapei Stadium ieri sera. Hanno seguito la loro amata squadra come “ogni maledetta domenica“, sfidando il tempo e le distanze. PerchĆØ i tifosi sono fatti cosƬ: non importa quanto lontano dovranno arrivare. SarĆ il cuore a spingerli oltre la stanchezza e spesso la delusione.
Il Club Napoli Trento Partenopea ĆØ lontano dallo Stadio San Paolo ma le distanze non li hanno mai fermati. Ieri sera erano presenti a Reggio Emilia, ma il clima di tensione e repressione che si ĆØ creato intorno alla situazione degli UltrĆ , delle Curve partenopee, non li ha lasciati indifferenti. E anche loro hanno voluto manifestare il loro dissenso attraverso un comunicato che hanno affidato ai social e a chiunque voglia ascoltare la loro voce. I tifosi non urlano piĆ¹ perchĆØ non sono liberi di farlo e non per i risultati negativi, sanno bene che proprio questo sarebbe il momento di urlare piĆ¹ forte: solo che viene impedito loro di farlo liberamente.
Questo il loro comunicato:
“A che serve fare tante ore di viaggio e continui sacrifici per poi arrivare sotto la finestra della nostra amata senza poter gridare forte il suo nome e il nostro amore per lei? Ce lo chiediamo spesso nellāultimo periodo. I tanti km percorsi ogni settimana sembrano infiniti senza lāadrenalina che sale nei cuori di chi chiede solo di tornare a casa senza voce.
E invece no, un amore che non ci ĆØ possibile dichiarare ci tiene seduti, immobili, lontani e freddi spettatori di una relazione virtuale.Ā Eppure, in un momento in cui lei avrebbe ancora piĆ¹ bisogno di noi, del nostro calore e della nostra presenza rassicurante, ferma, indiscutibile, ci tocca passare ai suoi occhi per polemici, silenziosi, contrariati; senza poter spiegare a lei e al mondo intero che non ĆØ cosƬ, che non ci interessa se non ĆØ piĆ¹ bella come una volta, che vorremmo urlare il suo nome ancora piĆ¹ forte se solo non ci fosse impedito, che ci saremo sempre, a prescindere.
Una soluzione ci devāessere, chi si frappone tra noi e la nostra seconda pelle non puĆ² far finta di nulla, chiediamo di essere ascoltati, di parlare con chi non vuole sentire ragioni, vogliamo spiegare che sotto quella finestra abbiamo intenzione di rispettare le regole e le esigenze del resto del condominio che pretende silenzio e che chiede di poter ammirare senza distrazioni il panorama dalla finestra. Ma non ci convinceranno mai delle loro teorie sullāesistenza di un amore composto, silenzioso, disunito, senza follie.
Cāeravamo nella polvere e sullāaltare, nella gioia e nel dolore. Un amore che dura da una vita, trasmessoci dai nostri padri e prima ancora dai loro padri, anche se non sempre ricambiato, in questo triste scenario non potrĆ mai essere trasmesso ai nostri figli.
Non possiamo non dire a chi la conosce da cosƬ poco tempo che lei ha bisogno della nostra voce, che senza il sostegno di un intero popolo innamorato di lei non puĆ² farcela, che senza tutti noi il gioco ĆØ giĆ finito.Ā Noi, dal canto nostro, sotto quella finestra e davanti a quella porta ci saremo sempre, fregandocene altamente se qualcuno pensa che non ci meriti. PerchĆ©? PerchĆ© dietro quella porta cāĆØ la nostra casa, ci sono i nostri ricordi, ci siamo entrati da bambini mano nella mano con i nostri papĆ e con il cuore in gola, lƬ dentro ci siamo cresciuti, abbiamo riso, abbiamo pianto, ci siamo divertiti e ci siamo disperati, ma soprattutto abbiamo liberamente urlato il nostro amore. Sempre”.
