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Intervista a Sandro Mazzola su Napoli Inter da “il Mattino”

marte sport live

Il Mattino – Intervista a Sandro Mazzola .

Intervista a Sandro Mazzola prima di Napoli Inter.

Inter favorita a Napoli?

Tocco ferro!» risponde Sandro Mazzola, uno dei più grandi fuoriclasse del calcio italiano . Interista viscerale e attento osservatore dell’attuale serie A.

Lunedì c’è Napoli-Inter, che gara si aspetta?

«Sono due squadre che se vogliono sanno offrire un bel calcio. Hanno giocatori di qualità e di intensità. Sono convinto che sarà una bella partita, combattuta e difficile».

Ci arrivano in modo molto diverso… Il Napoli ha vissuto una prima parte di stagione sorprendentemente travagliata. L’Inter sta bene anche se qualche polemica c’è stata.

I tifosi mi fermano per strada, temono che la nostra squadra possa fermarsi nel girone di ritorno come è accaduto negli ultimi tempi.

Ma la sua Inter, capolista con la Juventus, è da scudetto ?

«Non scherziamo, altrimenti tocco ferro! Battute a parte, in certi momenti mi piace pensarlo, in altri no.

E non mi riferisco ad aspetti tecnici o atletici, nei quali ci siamo. Ma sotto il profilo della mentalità mi rendo conto che non siamo sempre in grado di tenere alta la tensione e di gestirla».

Con Zhang, tuttavia, la sua Inter sembra voler tornare ai fasti di un tempo ?

«Cos’è una trappola? Non ci  casco. Sono molto scaramantico. In ogni caso e in linea di massima stiamo facendo bene, il progetto c’è e va sostenuto.

Però per me è già un successo essere al primo posto a questo punto della stagione.

Chi è più determinante: Marotta, Conte o Lukaku ?

«Mi piace molto il direttore, da lui è partito tutto. I meriti sono anche dell’allenatore e della squadra.

È presto per fare bilanci e bisognerebbe vivere dal di dentro per esprimere giudizi definitivi. Speriamo possa arrivare qualcuno dal mercato, piuttosto».

Si riferisce a Vidal anche per rispondere al colpo Kulusevski?

«Peccato non sia venuto, è un talento vero, ma qualche volta capita che quello che viene sia più forte di quello che doveva venire.

Vidal è un bel “cavallino”, potrebbe darci forza e qualità. Spero possa venire anche un difensore che sa chiudere e ripartire». Intanto l’Inter che 7 mesi fa perdeva 4-1 al San Paolo, ritorna lunedì con un +18 sul Napoli.

«Incredibile, è chiaro che molto è dipeso dai demeriti degli azzurri. Non voglio neanche ricordarmi il ko pesante di qualche mese fa, l’ho rimosso.

Non riesco a spiegarmi il tracollo del Napoli,  in certi  momenti della gara gioca anche bene, ma poi si perde in modo incomprensibile, con errori banali.

Ancelotti purtroppo ha fallito?

«A me Carlo piace molto, come persona e come allenatore.

Da lontano è difficile capire i motivi, può capitare di essere la persona giusta nel momento e nel luogo sbagliato. Forse non è entrato nella testa dei calciatori, forse ha esagerato con i proclami.

Credo sia stato più un problema mentale. Un mio allenatore diceva: “Prima vi alleno la testa e poi le gambe”, era il grande Helenio Herrera.
Probabilmente il Napoli non ha avuto la testa sgombra.

Con Gattuso il Napoli può ancora sperare nella qualificazione in Champions o deve proiettarsi all’Europa League?

Deve puntare al quarto posto, non può arrendersi ora, ci sono ancora molte gare da giocare. Gattuso è stata la scelta giusta,  ci voleva uno con quel carattere, un tecnico che spinge i calciatori a dare il tutto per tutto.

Del Napoli chi teme?

«Insigne mi piace molto, se è in serata non lo prendi. Quando guardo le partite cerco di anticipare le giocate e penso sempre che quando la palla capita a Lorenzo può succedere sempre qualcosa.

E della sua Inter chi la convince?

Ci sono tanti giocatori bravi: Lukaku, Lautaro e molti altri.  A me però piace molto Barella, un giocatore forte che ha il carattere da Inter.

Quale Napoli-Inter ricorda con maggiore affetto?

A Napoli abbiamo giocato sempre partite epiche. In una di esse eravamo in testa e affrontavamo un Napoli non in lotta per il titolo ma in un grande momento di forma.

Io e Juliano eravamo i due capitani e all’inizio dissi a Totonno, che conoscevo dai tempi della Nazionale. “Mica vorrete fare punti proprio contro di noi?”.  E lui, sorridendo: “Non ti preoccupare, ti sistemo io per le feste”.  Finì in pareggio, per fortuna 0-0 .

È mai stato vicino al Napoli?

«A fine carriera seppi di un interessamento degli azzurri, ma poi non se ne fece più nulla. Ricordo che lo confidai a mia madre che spingeva per andare, perché le piacevano la città e il sole di Napoli».

Lunedì il San Paolo può essere una delle armi del Napoli?

Certo che sì. La prima volta che ci giocai rimasi incantato per il clima. Ero appena all’ingresso del campo e rimasi fermo, non riuscivo a capacitarmi di come la gente fosse così calda e partecipativa. Passò Picchi e mi diede una pacca sulla spalla dicendomi: “Che fai stai a guardare o vieni a giocare la partita?”…».

 

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