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De Giovanni: “Il Napoli lascia intravedere miglioramenti. L’andamento della squadra si ripercuote anche sulla città e sulla gente. Napoli non è un luogo fisico ma un sentimento!”

Maurizio De Giovanni

Maurizio De Giovanni, noto scrittore, ha fatto un intervento durante il programma “Gli intrusi di Casanapoli”, in onda su Ballando Web Radio ed ha fatto un punto della situazione sul nuovo Napoli. Parlando anche del legame tra squadra e città

Maurizio De Giovanni, noto scrittore, ha fatto un intervento durante il programma “Gli intrusi di Casanapoli”, in onda su Ballando Web Radio ed ha fatto un punto della situazione sul nuovo Napoli. Parlando anche del legame tra squadra e città.

Queste le sue parole:

“Sono Napoletano, ma non chiamatemi Maestro! Sono un tifoso DI Napoli e DEL Napoli. Io credo che Napoli sia l’unica grande città con una squadra sola per un motivo: identificazione assoluta tra squadra e città.”

Ma è ancora così?: “Si credo di sì. Anche se credo che, per motivi contingenti, la gente non vada più allo stadio perché c’è un pò di disaffezione. Basta girare un pò per la città e parlare con la gente, come per esempio nei bar, si capisce con immediatezza e con assoluta certezza quanto il Napoli sia compenetrato anche all’interno della città”.

E’ sempre stato un tutt’uno, speriamo che torni ad essere così, come qualche tempo fa. Hai visto la gara di Coppa Italia?: “Certo che l’ho vista! Io vedo sempre il Napoli. Credo che sia stata una bella vittoria e un gioco che da conforto, anche se, purtroppo, non ho visto ancora un gol su azione. I rigori c’erano, entrambi. Forse anche un altro paio. In questo caso i rigori li hanno assegnati ma era in una partita contro il Perugia, bisognerà vedere più avanti.

Io vedo il Napoli un pochino più attento, anche se è ancora in costruzione, un cantiere. Ma credo che sia un fatto necessario dopo quanto accaduto. Si comincia a vedere una maggiore mossa, anche se con tanti infortuni. Non si può fare a meno di giocatori del calibro di Koulibaly e Mertens. Si comincia a vedere la squadra con identità. L’arrivo di Demme e Lobotka consoliderà ulteriormente la squadra ed andrà a colmare le lacune della squadra. Proprio la squadra aveva bisogno di colmare queste lacune. Questo tipo di giocatori mancava al Napoli”.

 

Su Insigne: napoletano, capitano, bandiera, perché ogni tanto va in sofferenza?

Innanzitutto ho certezza sul coinvolgimento, sull’affetto e sull’amore Insigne per la squadra, per la maglia e per la città. Non ho dubbi. Nessun difetto di applicazione da parte di Insigne, è un calciatore che vive di fiammate, per la sua natura tecnica, quindi  Insigne non può avere continuità assoluta. Lui ha il colpo diverso, particolare, il tiro particolare. E’assurdo pensare che possa riuscire in ogni cosa che fa.

Anche se si può discutere se sia adatto a fare il capitano. Il capitano è quello che deve dare continuità e certezze. Deve essere il riferimento anche tattico, deve essere costante. Non so se Insigne possa rappresentare questo tipo di giocatore. Per quel ruolo occorre un centrocampista o un difensore: uno che dia calma alla squadra in certi momenti. Insigne per sua natura è diverso, non so dire se possa essere la persona adatta a fare il capitano, anche se è un grandissimo campione. Secondo me l’unico vero grande campione che il Napoli abbia”.

Sulla correlazione tra Napoli squadra e Napoli città: un Napoli che si trova in una posizione bassa in classifica può avere ripercussioni anche sulla città? In che modo?In qualche modo ciò che accade alla squadra incide sul morale della città. Io penso che sia una cosa interna alla città: un conto è avere un Napoli che lotti per un traguardo prestigioso infonde alla città intera un entusiasmo diverso. Quando, invece, si disputa un campionato anonimo, c’è una sorta di malinconia che serpeggia anche all’interno della città. Da tifoso dico che la mia settimana è diversa quando il Napoli non ottiene risultati.

Sono convinto che il Napoli, paradossalmente, quando lotta per un obiettivo, anche fosse solo la risalita in classifica e tornare a certi livelli, diventa un traguardo. Un desiderio per tutta la città. Diventa interessante”.

Un augurio per il nuovo anno a tutti i napoletani: “Napoli non è un luogo fisico, è un sentimento. Ho visto delle partite ai vari club Napoli sparsi nel mondo (Buenos Aires, Shangai, ecc…) , girando per lavoro, per presentare i libri. Mi capita spessissimo di incontrare napoletani che mi invitavano a vedere la partita. Posso dire che l’emozione di questi ragazzi non l’avevo mai vista, ma sono e si sentono fortemente napoletani. Anche della terza o quarta generazione.

I veri ambasciatori di Napoli, sono i napoletani che non vivono a Napoli. Io li abbraccio sempre con tantissimo affetto e con grandissimo piacere. Io mando con tutto l’affetto l’abbraccio della città, augurandomi che si senta il calore della città.”

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