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Gennaro Gattuso in conferenza stampa: “Domani Koulibaly gioca! Oggi non voglio parlare del mio futuro. Col Lecce servono umiltà e concentrazione. Con la Samp pagato un episodio”

Gennaro Gattuso conferenza stampa Cagliari

Gennaro Gattuso, allenatore del Napoli, torna a parlare e presenta, nella consueta conferenza stampa prepartita, la gara contro il Lecce di domenica alle 15 allo stadio San Paolo

Gennaro Gattuso, allenatore del Napoli, torna a parlare e presenta, nella consueta conferenza stampa prepartita, la gara contro il Lecce di domenica alle 15 allo stadio San Paolo.

Di seguito le parole di Gattuso in conferenza stampa:

Domani è una gara trappola, non è una frase fatta. Se non interpretiamo bene la gara, come fatto con Lazio e Juventus, diventa molto difficile. Il Lecce ha fermato le prime due in classifica, può farci male. Dobbiamo essere bravi a prepararla bene mentalmente”.

Quali sono le condizioni del gruppo? Quali giocatori sono pronti al rientro? Ha in mente un turnover visti gli impegni nei prossimi sette giorni? “Domani Koulibaly gioca dal primo minuto, questo è sicuro, a meno di problemi stanotte. Abbiamo quattro difensori centrali, se stanno bene Di Lorenzo torna al suo posto. E ogni partita si giocano un posto. Poi abbiamo tre terzini, quattro quando tornerà Ghoulam, speriamo presto, e anche lì ci si giocherà un posto”.

Ha sentito il presidente sul suo futuro?Oggi non ha importanza. Non mi sembra nemmeno il caso di parlare del mio contratto, che è da un anno e mezzo con opzioni. Ma ora devo solo pensare a far crescere questo gruppo e garantire risultati”.

A Genova si è visto un grande Napoli nei primi 20 minuti, poi una squadra normale nel resto della gara: “Noi dobbiamo muoverci, creare linee di passaggio, dare la possibilità al compagno di muoversi. Poi non dobbiamo impaurirci. Questa squadra si conosce bene da tanti anni ma da tempo offre la sensazione di poter pagare un episodio. Dobbiamo migliorare su questo aspetto, su un certo tipo di calcio. Le decisioni si prendono da squadra. A volte si può decidere di impostare, altre di giocare sulle seconde palle. L’essenziale è prendere queste scelte da squadra e leggere le situazioni di volta in volta”.

Sente che ora questo è il suo Napoli?Io sono contento di quello che si fa durante la settimana, per l’impegno che ci mettono, per la quotidianità. Questa è una squadra che recepisce ogni stimolo, ha voglia di stare in campo. Il più grande lavoro fatto sin qui è stato quello di non perdere giocatori per infortunio, visto che abbiamo fatto tanto lavoro dal punto di vista fisico. Ogni giorno mi assicurano grande disponibilità e di questo sono felice. I complimenti vanno fatti a questi ragazzi qui”.

Ora a centrocampo ci sono tante soluzioni: è diventato il punto di forza? “Sono giocatori funzionali, come piacciono a me. La mezzala deve andare dentro e Elmas lo ha dimostrato lunedì scorso a Genova. Sono contento dei giocatori, non solo del centrocampo. Qualcuno sta avendo meno spazio ma sono contento di avere difficoltà nello scegliere chi far giocare dal primo minuto. Ogni componente della rosa deve dare tutto, sempre. Dire a chi non va in campo di impegnarsi lo stesso non è semplice ma fa parte del nostro lavoro”.

Ha parlato di sicurezza che a tratti può mancare: è solo una questione psicologica o tattica? “Semplicemente dobbiamo giocare da squadra. Per me significa correre a mille all’ora con una sola testa. I difensori devono accorciare la squadra, i centrocampisti devono metterci una pezza quando perdiamo palla, gli attaccanti devono muoversi sempre. Ma dobbiamo farlo con continuità, per 60-70-80 minuti”.

Allan e Fabian sono a disposizione? “Fabian ha fatto poco negli ultimi 10 giorni. Ha avuto sempre febbre a 39-40 ma non è al cento per cento. Allan si allena da quattro giorni, oggi ci parlo e voglio sentire con le mie orecchie che i giocatori stanno bene. Anche Allan ce la sta mettendo tutta per recuperare la condizione fisica”.

Per lei sarebbe una delusione commettere qualche errore come successo contro la Fiorentina? Sente questo rischio?In quella partita abbiamo toccato il fondo, è stata una prestazione imbarazzante a livello di voglia, non tecnico. Abbiamo la consapevolezza di essere una squadra forte, ma dobbiamo preparare ogni partita con la massima importanza. Oggi valiamo 30 punti, tutti. Insigne ha detto che abbiamo fatto i danni, ma i danni li abbiamo fatti tutti. Io da quando sono arrivato, Lorenzo con i suoi compagni. Per questo oggi non possiamo permetterci di guardare alle prossime 7-8 partite. La cosa più bella è aver riacceso l’entusiasmo in città. Ora il ferro è caldo e dobbiamo batterlo, pensando partita dopo partita ma consapevoli del fatto che se lavoriamo da squadra siamo forti e possiamo fare molto di più di quanto fatto sin qui”.

Come si affronta il Lecce di Liverani che le ha fatto i complimenti?Faccio io i complimenti a Liverani, ha fatto già un miracolo con la Ternana: è giovane e preparato, molto furbo, in ogni stadio provano a giocare. Da anni sta facendo un gran lavoro. Sa di calcio e ne sa tanto, fa giocare bene le sue squadre. Per questo domani non dobbiamo perdere la testa. Dobbiamo essere bravi a tenere botta”.

Contro la Sampdoria ha temuto di pareggiare? Il Lecce va affrontato come se fosse il Barcellona?Non ho pensato al punto, il 2-2 sarebbe stato come una sconfitta, una mazzata difficile da recuperare. Come giocare domani? Ai ragazzi non devo trasferire nulla, il fatto che non possiamo sottovalutare questo avversario è oggettivo. Non dobbiamo innervosirci, dobbiamo rispettarli. Siamo in sala video 3-4 giorni a settimana, anche i giocatori lo sanno. Non hanno grandi nomi ma vanno affrontati come se fossero una grande squadra”.

Mazzola si è detto stupito sulle scelte del Napoli di puntare su di lei: “Non ci casco… Da giocatore mi dicevano che avevo ferri da stiro al posto dei piedi. Io non mi gaso quando mi fanno complimenti e non mi deprimo quando non me li fanno. Mi diverto a fare questo lavoro, soprattutto quando guido gli allenamenti. Il resto non mi piace tanto”.

Milik-Mertens sono una coppia? “Possono essere una coppia o alternativi, dipende da come vogliamo giocare. Ora andiamo per questa strada ma Mertens può fare la prima punta, la seconda o l’esterno”.

Politano è un’opzione per domani? “Sì, è un giocatore forte, che ha tecnica, gioca a piede invertito, diverso da Callejon, può darci una mano ma in tutte le posizioni abbiamo giocatori che possono aiutarci”.

Qual è stata la chiave per entrare nelle mente dei giocatori? Io non ho fatto nulla, ma ho solo iniziato a lavorare in una direzione, i giocatori si sono messi a disposizione. Il calcio che vogliamo fare non è semplice, vogliamo costruire dal basso, serve del tempo e abbiamo commesso anche l’errore di cercare subito quello che voleva, ma potevo fare qualcosa di diverso. Ma se chiedi una cosa e poi rinunci, dai un segnale non positivo lasciando le cose a metà. La squadra non era ancora pronta, ma la colpa è stata la mia”.

Sulla gestione dei portieri: “Da quando sono arrivato sembra, ascoltandovi, che io ce l’abbia con Meret. In passato Meret aveva giocato il 60 per cento delle partite e Ospina il 40 per cento. L’unico problema è che Giuntoli e il presidente hanno comprato tre portieri forti, perché anche Karnezis lo è. Chi vedo meglio, gioca. Meret è importante ma io non faccio scelte per antipatia o simpatia: le faccio per il bene della squadra”.

Sullo spirito con cui affrontare la gara: “Domani serve umiltà, non giochiamo contro il Lecce, ma contro una squadra fortissima. Non sono chiacchiere, dobbiamo giocare col veleno, il coltello tra i denti, per noi alla fine c’è la finale di Champions, se vinciamo alla fine ci consegnano la Champions”.

Nei momenti di sofferenza Milik non ha le caratteristiche per far salire la squadra, come si può ovviare? “Palleggiando, chi lo dice che non si può palleggiare per 70 minuti. Si soffre quando non ti muovi e non crei linee di passaggio. Il problema non è Milik, ma che bastano dei falli laterali o che una curva spinga per farci sentire in difficoltà. Dobbiamo stare sempre in movimento, poi Milik è tra i più forti nel legare il gioco, ce ne sono pochi come lui al mondo, poi se vogliamo uno alla Bierhoff… è chiaro che non possiamo lasciarlo da solo in mezzo a quattro”. 

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