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Il Napoli conquista la sua sesta Coppa Italia

La Coppa Italia si tinge d’azzurro: è la sesta nella bacheca del Napoli!

Un frullatore di emozioni. La Coppa Italia conquistata ieri dal Napoli ha un sapore particolare.

Finale anomala, senza pubblico (l’esperimento digitale di sostituire i tifosi è onestamente da rivedere), il ricordo delle vittime del Covid ancora nella mente e poi la pesante perdita di Gattuso, il contratto di Mertens e le lacrime di Callejon, la rivincita di Meret e poi Sarri e Higuain dall’altra parte della barricata.

Ci sarebbero gli spunti per scrivere un libro ma ci limiteremo a raccontare le emozioni del calcio giocato e di un trofeo tornato in riva al golfo dopo 6 anni.

Tensione alle stelle già alla vigilia con gli azzurri che si affidano alla scaramanzia pernottando nello stesso hotel che li vide ospiti già alla vigilia della gara con l’Inter con annessa rifinitura al San Paolo.

La cazzimma di Gattuso che caccia dall’allenamento Lozano, reo di poco impegno (salvo poi redimersi poche ore dopo) è la fotografia di un Napoli che con il suo allenatore non vuole lasciare nulla al caso. C’è da battere i Campioni d’Italia della Juve, squadra guidata dall’ex Sarri che maschera l’emozione dietro al solito turpiloquio in conferenza.

Non un grande spettacolo una finale senza pubblico come dicevamo. Se ne sarà accorto anche Sergio Sylvestre che nel silenzio dell’Olimpico dimentica l’inno di Mameli. Poco importa, le due squadre sono già a centrocampo con viso tirato e concentrazione massima.

Primo tempo della gara

Formazioni senza grosse sorprese: Mertens guida l’attacco azzurro con Insigne e Callejon ai lati, Sarri che si affida al solito CR7 con Dybala.

Squadre compatte, leggero predominio territoriale bianconero che nei primi minuti vede proprio in Callejon il suo miglior assist man. Il Napoli corto di Gattuso mantiene bene il campo pronto a ripartire ma gli errori negli appoggi non accendono ripartenze veloci. Ne basta una però: al 23′ Zielinski si mette in proprio arriva al limite dell’area bianconera e Pjanic è costretto al fallo. Sulla sfera Mario Rui e Insigne. Calcia il capitano, parabola che sembra durare minuti e che…si stampa sull’ennesimo palo della stagione (il 19′ legno per la precisione).

Imprecazioni di ogni genere tra i tifosi per una serata che sembra essere accompagnata dalla solita sfortuna quando si gioca contro “quelli”. E invece no: gli azzurri prendono in mano la gara proprio dal palo colpito. Dopo qualche sterile sortita offensiva bianconera, il Napoli schiaccia la Juventus. Insigne dalla sinistra al 40′ disegna il solito arcobaleno per Callejon, Buffon battuto ma Sandro salva e  un  minuto più tardi Demme contro tutti in area spara sull’ ex portiere della Nazionale. Gli azzurri chiudono la prima frazione di gioco in attacco.

Secondo tempo della gara

La seconda frazione di match inizia con la solita sterilità Juve e con un Napoli sempre più convinto.

Bianconeri che si svegliano solo al 64′ con Bonucci che da 30 metri scalda Meret.

Girandola dei cambi: Gattuso richiama Callejon e Mertens per Politano e Milik. Sarri togli D.Costa per Danilo spostando Cuadrado qualche metro piu’ avanti.

Proprio Politano impegna la difesa juventina e regala l’assist a Milik, che clamorosamente manda alto.

Per la Juventus dentro anche Bernardeschi e Ramsey, Gattuso risponde con Allan, Hysaj e infine Elmas.

Partita ferma sullo 0-0 ma un calcio d’angolo per gli azzurri al 90′ tiene tutti con il fiato sospeso. Negli occhi e nella testa del popolo azzurro la frustata di Koulibaly nell’extra time di quel 22 aprile 2018 che espugnò lo Stadium.Palla scodellata al centro, spunta la testa di Maksimovic che fa gridare al gol, l’eterno Buffon disinnesca e poi Elmas mette a rischio le coronarie dei tifosi incollati alle TV, da pochi passi colpisce il palo (il 20′ stagionale ora).

La lotteria dei rigori

Sarri mastica nervosamente la sua cicca di sigaretta, Gattuso è un leone in gabbia. Discorsi a centrocampo per i due coach a caricare i propri uomini per i  rigori. Buffon sorride, Meret ha gli occhi di ghiaccio.

Dybala il primo a calciare, preghiere e corni anti-seccia pronti. L’argentino è sicuro, Meret immobile…il sinistro parte e il portiere azzurro con un balzo felino fa gioire la panchina (i rigori non si parano con i piedi..meno male)! Insigne si appresta a tirare il primo rigore per gli azzurri, faccia tranquilla, atteggiamento da scugnizzo, Buffon è lì, un gigante in quella porta diventata improvvisamente minuscola. Lorenzo parte da lontano, una rincorsa interminabile che si blocca all’improvviso (come il battito cardiaco di molti) e con un destro chirurgico beffa il vecchio Gigi. E’ 1-0.

L’errore di Danilo che calcia alle stelle indirizza la Coppa verso Napoli. Il quarto rigore di Milik certifica l’esito.

Finalmente Campioni

Scoppia la festa: sesta Coppa Italia al Napoli! Una coppa soprattutto di Gattuso, ribattezzata per l’occasione “Coppa Ringhio”. Il mister con gli occhi lucidi chiama ADL a centrocampo tra i suoi ragazzi, strappa la promessa di dimenticare le multe per quel famoso 5 novembre, rincuora Callejon in lacrime per il suo probabile addio tra pochi mesi. Ha conquistato tutti il grintoso Ringhio e in pochi mesi è già in vantaggio sul suo maestro e predecessore Ancelotti.

Trofeo meritato e sofferto per tutti  che darà ora la carica per affrontare le restanti 12 partite di campionato puntando ad un clamoroso quarto posto. Oggi nulla è impossibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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