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Juventus, Graziani distrugge Sarri

Graziani Ciccio

Graziani distrugge Sarri: “Questo Scudetto non è suo! Tanti giocatori sono peggiorati”

Graziani distrugge Sarri. Maurizio Sarri ha vinto il suo primo Scudetto in carriera, la Juventus ieri invece ha conquistato il suo nono tricolore consecutivo. Ospite della trasmissione ‘Pressing’ su Italia 1, Ciccio Graziani, ex bomber del Torino, ha usato parole molto dure nei confronti del tecnico bianconero: “Questo è lo scudetto meno bello dal punto di vista del gioco. Lo hanno vinto i singoli e non la squadra. Ho visto squadre giocare meglio pur non arrivando a questi traguardi”.

“Penso che Sarri sia un ottimo tecnico, con idee innovative, ma in questa Juve abbia inciso poco. A parte Pinsoglio, ha peggiorato tutti gli altri calciatori rispetto alla gestione Allegri: tanti si sono involuti. Ronaldo e Dybala vanno per conto loro e se andiamo a vedere lo ‘score’ tecnico della Juve, alcuni non hanno dato nemmeno il 50%: c’è una parte di colpa anche del tecnico“, ha riferito Graziani che non ha di certo usato parole tenere nei confronti del tecnico ex Napoli.

La gioia di Buffon

Sono contento, alla fine, per me era importante chiudere dei cassetti, altrimenti qualcosa sarebbe rimasto incompiuto. Avevo un obiettivo: arrivare ai 10 scudetti, visto che due me li hanno scippati. Ci sono riuscito. Anche il record di presenze mi fa piacere. Ma non è stato un anno facile. Io mi sono sempre adattato, di natura sono altruista, però dovevo fare i conti con ciò che ho rappresentato e che penso ancora di rappresentare. Sono veramente contento di me come persona. Ho sempre creduto che bisognasse fare gruppo, che chi stava dietro dava il suo contributo come chi stava davanti. Ma un conto è dirlo, un conto è esserci. Mi sono messo alla prova. E sono fiero di me stesso, perché la prova l’ho superata. Questo è stato veramente un anno diverso, per me: fare il secondo, non volere la numero 1, non volere essere capitano. Ho sempre detestato i gradassi e questo era un modo per mettermi alla prova, per dire che io non lo sono”.

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