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RM- Piccioni: “Il protocollo ha un’ambiguità, alle Asl libero arbitrio”

Il giornalista Valerio Piccioni sul caso Juve-Napoli: “Il protocollo ha un’ambiguità di fondo, si è lasciato alle ASL libero arbitrio!”

Valerio Piccioni: “Il protocollo ha un’ambiguità di fondo, si è lasciato alle ASL libero arbitrio!”

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Valerio Piccioni, giornalista.

Queste le parole della firma de “la Gazzetta dello Sport” alla radio napoletana:

“Bisogna tenere presente che la Giustizia ha una sua autonomia e indipendenza, questa non è retorica ma parlo per esperienza. Anche la Giustizia Sportiva ci ha sorpreso. Sulla non partenza del Napoli è necessario un approfondimento e il tema principale è quello di creare un precedente. Se si consolidasse questo precedente il campionato sarebbe a rischio. Sarebbe legittimato dalle norme ma c’è difficoltà nel trovare equilibrio. Spadafora l’ha cercato, parlando di intervento in caso di conclamata emergenza.

Quindi il punto interrogativo è capire se questo può essere considerato un caso di emergenza, questo riguarda l’aspetto politico-sportivo. Il calcio può arrivare fino a un certo punto, dopo non può andare. Non si hanno le conoscenze per valutare una situazione epidemiologica così preoccupante. Si sta cercando di capire se nella gestione da parte del Napoli di questa situazione di grande difficoltà c’è un punto di equilibrio. La domanda è se il Napoli l’abbia cercato o meno. Questa è la domanda madre sia della Procura Federale che sul caso della partita non giocata contro la Juve.

Il protocollo per garantire la ripartenza, si era detto in maniera esplicita che ci voleva la bolla permanente”.

Ancora il giornalista: “Si stanno studiando varie forme di comportamento da parte del Napoli, una prudenziale pre positività di Zielinski e il momento dopo. Si deve ragionare sul fatto che siano stati rispettati i protocolli. Lo stesso protocollo ha un’ambiguità di fondo. Quando è apparso per garantire la ripartenza, si era detto in maniera esplicita che ci voleva la bolla permanente. Questo avrebbe aiutato molto la gestione di alcuni casi. Anche su questo si è lasciato alle ASL libero arbitrio: sono state informate dalle squadre e loro hanno permesso la gestione, in un momento magari più leggero, a casa.

Però quando stai a casa si crea un meccanismo di contagio possibile: non è che ti chiudi nella tua stanza, hai moglie o figli. La bolla dev’essere tale, non dev’essere una mezza bolla. Quello che ieri è venuto fuori dai colloqui è il ragionamento sulle norme, che non vanno ammorbidite ma declinate nella maniera più severa. Perché il virus colpisce di più rispetto a quando colpiva a giugno. Adesso si deve prendere atto che la situazione è diversa”.

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