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Il precariato nella scuola: mobilitazione della scuola napoletana

La scuola in Campania

Iniziativa “Vivo la Scuola”

Il precariato nella scuola: mobilitazione della scuola napoletana

In un paese europeizzato come lo è l’Italia e in una città all’avanguardia per bellezza paesaggistica e meta di turismo internazionale

come lo è Napoli, bisogna ancora scendere in piazza e scioperare per affermare le ragioni di un comparto definito

“prima agenzia formativa” in ambito sociale: la Scuola.

Nella suggestiva cornice di piazza Plebiscito, in prossimità degli uffici della Prefettura, si sono dati appuntamento alcune

sigle sindacali rappresentative del personale della scuola, sia docenti, sia non docenti, per protestare avverso alle strategie

di accesso al ruolo dei giovani napoletani (ma anche del personale scolastico di tutta Italia).

Cosa ha spinto i sindacati alla protesta?

Premesso che in Italia esistono le cosiddette GPS (Graduatorie Provinciali Scuola), volute dall’allora Ministro Azzolina,

il nuovo DI sostegni bis, prevede l’accesso al ruolo dei docenti inseriti in prima fascia GPS, i quali, non soddisfano il fabbisogno

per il prossimo anno scolastico.

In pratica sarebbero soltanto 18mila coloro che riusciranno ad accedere, ma le cattedre vuote sono di gran lunga superiori a 18mila.

Le lamentele di alcuni iscritti UIL

A questo punto è doveroso sottolineare anche le lamentele di alcuni iscritti alla UIL scuola che ritengono abusivi molti di questi 18mila,

in graduatoria di prima fascia (lì non ci devono essere!).

La diatriba sorge perchè non si conosce o non è chiara la strategia del Governo, quindi l’atto o indirizzo politico che dir si voglia,

che dovrebbe permettere ai giovani docenti napoletani (perchè si tratta di educatori già in campo) di accedere ai ruoli della Pubblica

Amministrazione.

L’oggetto del contendere è l’abilitazione.

Abilitazione che dovrebbe essere già in possesso di coloro inseriti in prima fascia (il condizionale è d’obbligo), mentre gli inseriti

in seconda fascia non hanno tale abilitazione.

Un dettaglio è opportuno ricordarlo: coloro che aspirano ai ruoli della Pubblica Amministrazione nella scuola, devono avere almeno

tre anni di supplenza, ovvero tre anni di attività svolta nelle classi a contatto con gli studenti oppure, tenendo conto della pandemia

da Covid-19, anche attività svolta in DAD.

I docenti di seconda fascia GPS

Ebbene, i docenti collocati in seconda fascia, per la maggior parte hanno questo requisito: l’insegnamento per un periodo di

tre e più anni nella scuola pubblica, paritaria o privata che sia.

Anni fa, nei mitici ’90, la scuola visse un’altra stagione di questo tipo, ma le menti che gestivano a quel tempo erano capaci

di confrontarsi vicendevolmente con la base per comprendere appieno le motivazioni nonchè discutere le soluzioni.

Negli anni novanta imperava il “doppio canale” di reclutamento nella scuola

Riuscirono a partorire il cosiddetto “doppio canale” che permise l’accesso ai ruoli di un corposo numero di docenti

(con esperienza decennale quali supplenti) attraverso concorsi per titoli e concorsi per titoli ed esami ed in qualche

modo la scuola napoletana ha vissuto di rendita per oltre un venticinquennio.

Adesso, all’alba di un ricambio generazionale consistente anche nella scuola, è opportuno comprendere ragioni e condividere soluzioni,

per meglio gestire i flussi che, per quanto riguarda la scuola napoletana, è piuttosto consistente di giovani che chiedono di lavorare

in un comparto difficile per la materia da trattare: l’istruzione dei ragazzi, cittadini d’Italia e futuri governanti della stessa.

L’agognata pensione per i docenti anziani

E poi, chi scrive, sente il bisogno di chiedere a gran voce la collocazione a riposo dei docenti ultrasessantenni che hanno speso

la loro vita con i ragazzi nella scuola e che ora sentono una gran lontananza dal loro modo di essere e di fare con i cosiddetti “nativi digitali”…,ma questo è un altro discorso!

In piazza Plebiscito erano presenti la UIL Scuola Rua e il giovane sindacato di Adesso Scuola.

Ecco le ragioni dei due schieramenti, oggi concordi sugli stessi punti:

Il manifesto di “Adesso Scuola”

“La nostra organizzazione sindacale che opera con e per i precari parteciperà alle diverse giornate di mobilitazione

che si svolgeranno in varie parti d’Italia. Faremo sentire la nostra voce con le seguenti proposte da rendere attuabili

necessariamente:

1) Assumere a tempo indeterminato tutti i docenti presenti nella prima fascia di GPS su posto comune e su sostegno,

tramite il normale anno di formazione e prova e senza prevedere nessuna prova a disciplinare il termine dello stesso.

Si tratta di docenti già abilitati e/o specializzati;  prevedere per loro il requisito di tre anni in servizio e una prova finale

non ha davvero nessun senso;

Il precariato nella scuola

2) Assumere a tempo indeterminato tutti i precari con almeno tre anni di servizio presenti nella seconda fascia delle GPS,

su posto comune e su sostegno, e destinare a questi docenti la prova al termine del percorso prevista nella versione attuale

del Decreto per la prima fascia o, come sarebbe preferibile,  un percorso di formazione su materia o su sostegno, da svolgersi

durante l’anno di prova;

3) Riorganizzare il sistema di reclutamento basato sul meccanismo del doppio canale che permette di effettuare

ogni anno il 50% di assunzione tramite concorsi ordinario e il restante 50% tramite concorsi per soli titoli e servizi;

4) Ridurre il numero massimo di alunni per classe ;

5) cancellare il divieto di partecipazione ad un nuovo concorso in caso di mancato superamento del precedente;

6) stabilizzazione del Personale ATA e facenti funzione DSGA.

E’ giunto il momento di stabilizzare chi garantisce da anni il funzionamento della scuola anche con un lavoro precario.

Il sistema scolastico italiano resta inefficiente ed inefficace; bisogna garantire stabilità e sicurezza!

I precari non vanno più sfruttati né psicologicamente né materialmente!

Vanno garantiti ed assicurati anche i loro diritti e doveri. Diciamo BASTA a questo sistema di reclutamento che

come sempre risulta fallimentare e rende la scuola italiana sempre più fragile”.

Il manifesto della UIL Scuola Rua

La UIL Scuola chiede:

“• stabilizzazione dei tanti precari (DOCENTI, PERSONALE ATA,
FACENTI FUNZIONE DSGA) che da anni fanno funzionare le scuole italiane;
• organico sufficiente del personale ATA a coprire le reali esigenze delle
scuole sempre più complesse;
• tutela del diritto al lavoro di tutti i lavoratori senza alcuna discriminazione;

Il precariato nella scuola

• non cancellazione del vincolo sulla mobilità dei docenti;
• stabilità orario di servizio, già tra i più alti in Europa con stipendi più bassi;

• che, seppur la legge 178 preveda l’autonomia anche per le scuole con meno di 600 alunni e non al di sotto dei 500, devono essere previsti per esse un Dirigente Scolastico e un DSGA;
• no all’ampliamento del tempo pieno, riduzione del numero degli alunni per classe e riapertura delle scuole in piena sicurezza“.