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Io mi domando e dico: ma, alla fine, se po’ sapè che è sta napoletanità che in ogni stagione esce fuori?

Francesco Modugno

Napoli, tante novità dopo il 30 giugno

Le parole, le ultime, dette da ADL su Spalletti, sull’albergo… come in ogni stagione pongono un vero quesito: ma che sarebbe poi la “napoletanità”?

Io mi domando e dico: ma, alla fine, se po’ sapè che è sta napoletanità che in ogni stagione esce fuori?

Prima di provare a spiegare un concetto cercando di analizzare le ultime parole del presidente del Napoli, ci teniamo subito a precisare una cosa: non apparteniamo nè ai devoti a prescindere di don Aurelio nè  i bastian contrario a prescindere del presidente. Cerchiamo, solo (ed è bene ribadirlo) di farci un’idea, quanto più oggettiva possibile, di quello che nelle ultime settimane sta accadendo nella piazza napoletana.

Per intenderci siamo quelli che si ricordano la carta straccia presa in tribunale e riportata in A e in Europa anche in tempi relativamente brevi, ma siam anche quelli che vedono come il Calcio Napoli sia l’azienda più remunerativa della Holding De Laurentiis.

Siamo quelli che si sono divertiti (e si divertono ancora, ci mancherebbe) per le notti Champions e le vittorie contro le squadre del nord, ma siam anche quelli che possono “risentirsi” di qualche uscita fuori luogo del patron.

Bene, partendo da questo sembra “sfizioso” ora soffermarci su una parolina, quasi un mantra che, in certi momenti della stagione (o dei rapporti, ndr) Aurelio De Laurentiis butta in pasto ai media: n a p o l e t a n i t à (e concetti similari, ndr).

Napoletanità, questa sconosciuta…in ogni stagione.

Una delle frasi celebri del grande Totò, uno che di napoletanità ne aveva (immagino) da vendere, era “Ma io mi domando e dico…”. Appunto, noi ci domandiamo e diciamo: “Ma questa napoletanità, alla fine, che sarebbe in sostanza?”

ADL, il termine, spesse volte dopo delusioni della piazza (composta sempre da tifosi che sognano, come tutti, di primeggiare, ndr), ha spiegato certe dinamiche con questo concetto. Benitez, per sposare in pieno il progetto, doveva “immergersi nella città”. Il professore spagnolo doveva sentirsi, a conti, fatti napoletano per “lavorare bene, anzi benissimo”. Ma se la famiglia a Londra chiama eh…pazienza.

Con Sarri l’ approccio fu diversi, lui che napoletano di nascita lo è davvero: il concetto fu usato in modo più contorto. Con Ancelotti, non è parliamo proprio: l’allenatore più vincente di sempre (che all’ ombra del Vesuvio qualche errore di valutazione l’ha fatta, forse anche accettando questa panchina, ndr): non ha capito Napoli, non ha capito come ingraziarsi i napoletani.

Ora con Spalletti. Il tecnico di Certaldo, con moglie e figlia a Milano, per accettare il “progetto” (se progetto ci sia veramente) e magari per provare a vincere deve sentirsi napoletano. Adesso diventa controproducente anche vivere in albergo. Ottavio Bianchi 35 anni or sono ha vinto il primo Scudetto vivendo, da bergamasco, in albergo!

E poi proprio ADL dal 2004 alla guida del Napoli è rimasto a Roma e vive (guarda un po’) in albergo quelle volte che fa visita alla squadra.

Poi napoletanità…ma se qui siamo bravi a mandar via, di riffa o di raffa, calciatori napoletani: chiedere a Paolo Cannavaro e Lorenzo Insigne.

Poi onestamente sia all’ Inter che al Milan, per un progetto vincente, non ho mai sentito dire a Zanetti o a Maldini “bisogna trovare la milanesità…”.

ADL, lo spieghi bene il concetto?

Perdonateci il simposio ma il concetto non è stato ancora capito; non è chiaro, non è  c h i a ro! Ma napoletanità in che senso? Per riuscire bene in un lavoro, bisogna napoletanizzarsi? Vorrei chiedere ai tanti manager, impiegati, medici o operai napoletani che hanno trovato fortuna al nord se per riuscire nelle loro mansioni si sono milanesizzati, torinesizzati, bolognesizzati ecc…. e se, avendo le famiglie lontane, non “scappano” appena possono al focolare domestico. Probabilmente il loro lavoro è svolto bene perchè messi in condizioni favorevoli, appagati dal contesto.

Ecco, don Aurelio, dopo tutta una serie di valutazioni ed interpretazioni, non è ancora chiaro: lo spieghi bene il concetto di napoletanità?