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Udinese-Napoli trasforma il sogno in realtà: è scudetto tra le lacrime di Kvara, Spalletti chef e troppi (s)complimenti – Le Pillole dei Campioni d’Italia del Napoli

Udinese-Napoli

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Udinese-Napoli ha sancito uno storico pareggio che ha regalato alla squadra di Spalletti finalmente lo scudetto matematico con cinque giornate di anticipo

Udinese-Napoli dà il via alla grandissima festa in città e all’esterno dello stadio Diego Armando Maradona, diventato per l’occasione un maxi divano con tanti di maxi schermi per condividere insieme a 60.000 cuori pulsanti le emozioni della vittoria del tricolore, sostenendo seppur a distanza, Meret e soci. Ma anche da Udine l’azzurro resta il colore preponderante con 15.000 partenopei a seguito e una bellissima invasione di campo a fine gara con Di Lorenzo e Politano capi popolo. Ma non solo le questioni di campo: le voci dei protagonisti e le emozioni di una notte indimenticabile, nelle Pillole dei Campioni d’Italia del Napoli special edition!

Dal divano al maxischermo

No, dal divano no. Dopo lo psicodramma di Napoli-Salernitana, nella settimana di avvicinamento a Udinese-Napoli si è palesato un altro problema sulla strada dello scudetto pomiciata partenopea. Eh sì, è la Lazio (LA PARTITA), costretta sempre a vincere per cullare ancora un sogno tricolore, nonostante nelle clausole di questa pazza ipotesi, ci sia anche che il Napoli debba perdere ugualmente sempre. E anche se il mio amico Maurizio da Parigi era ancora un po’ in ansia per questo intreccio, i biancocelesti giocano mercoledì, per una nuova mobilitazione cittadina. “No, dal divano no” e subito accontentati ma a metà: infatti il giovedì sarà il Maradona a diventare un’enorme e infinita chaise longue di battiti azzurri che all’unisono si godono il match da otto minuscolissimi maxischermi (LA NOTIZIA). Si esulta al buon cuore della vista impeccabile del primo della fila, insomma.

Trezziann e bruciamm

L’ansia pre Udinese-Napoli è palpabile, per l’ennesimo match point scudetto. Niente paura, ci pensa Spallettone a rubare un sorriso con l’ennesima metafora sull’attesa culinaria: il tricolore ciò stamm trezziann (LE PAROLE), è come una gustosa pietanza che va immaginata e pregustata al sol pensiero. Sì, ok ma forse stiamo un po’ esagerando, lo stress mentale ci sta devastando che sembra quasi una dieta chetogenica e non siamo abituati a fare 33 anni di foto a un bel piatto di lasagna senza divorarlo avidamente. Ad aumentare la fiamma a un ragù che sta pappulliando senza fretta e rischia di bruciare è Lovric che decide di dare una scossa non richiesta e indesiderata alla Dacia Arena. “No, di nuovo no”, le parole del capitano Di Lorenzo (LE PAGELLE) ma anche di noi tutti, depressi dall’eventualità di dover rimandare ancora i festeggiamenti. Basta, adesso vogliamo esplodere soltanto di gioia e amore, toglietevi di mezzo.

Giù la maschera

Udinese-Napoli procede con svariati intoppi. Non solo la concreta difficoltà a distinguere da lontano la differenza di colore di maglie delle due squadre ma persino a impostare un’azione di gioco che possa mettere in difficoltà Silvestri. Ad inizio ripresa però, Spallettone cazzea tutti negli spogliatoi e gli azzurri scendono in campo più sereni e con un piglio diverso, quello dei supereroi che vogliono scrivere la storia. BatJuan è in panchina ma in campo la maschera numero 9 siglata V.O. inizia a brillare: è il 52′ quando Vittorio da Lagos finalmente fa esplodere non solo la Dacia Arena ma in mondovisione anche il Maradona e i cinque continenti tutti (LE PAROLE). L’incantesimo sembra ormai spezzato e i minuti finali sono una tortura. Ne mancano 7, 4, 2, il recupero. Poi la storia ha scelto il suo momento per cristallizzarsi: 4 maggio 2023, ore 22.37, la festa può iniziare.

Lacrime e ricordi

Udinese-Napoli mi ha fatto riflettere. Per una vita intera ho immaginato uno scudetto, per un anno intero ho provato a predire la mia reazione in quell’attimo in cui il tuo sogno più grande diventa realtà. Ma mai e dico mai, avrei immaginato di viverlo al Maradona in una festa indimenticabile e toccante con ben otto maxischermi. Napoli è speciale anche in questo: perchè non c’è amore se non c’è condivisione, non c’è ricordo se non è vissuto insieme a una citta intera che condivide da sempre lo stesso obiettivo, gli stessi occhi lucidi al solo pronunciare della parola Scudetto. Sì, quello scudetto e di chi non ha mai abbandonato quei colori portandoli con orgoglio in giro per il mondo, sono le lacrime di Kvaratskhelia abbracciato da Meret, è l’urlo di Mario Rui dopo la delusione del 2018, è Zielinski che canta “Vesuvio erutta”, è Spalletti che si commuove quando dedica la vittoria alla figlia e al fratello scomparso (LE PAROLE). E’ emozione, unicità, miracolo, storia e magia nello stesso frammento. E’ semplicemente Napoli.

Limoni e (s)complimenti

Se subito dopo il triplice fischio di Udinese-Napoli parte la festa dei 15.000 tifosi azzurri accorsi alla Dacia Arena con un’invasione di campo da record, qualche balordo e la consueta rabbia repressa ha cercato di rovinare quei momenti indelebili. Per tutta la notta, seppur a distanza, Napoli si gode la festa e così anche la squadra, tutti tinti di azzurro e a cena in albergo. Da brividi il discorso di un ineccepibile capitan Di Lorenzo (IL VIDEO) con numerosi personaggi noti del mondo del calcio e dello spettacolo che si sono lasciati andare sui social alla commozione e alla felicità per lo scudetto ritrovato dopo 33 anni. Tra i messaggi speciali, l’encomio del presidente della Fiorentina Commisso (IL POST) e di numerose squadre di serie A. Ce n’è invece uno che non si è certo distinto per stile, con parole al veleno. E’ la Juventus versione limoni di Sorrento, che rivendica i suoi 9 titoli consecutivi (IL POST). Mi dispiace Vecchia Signora, tu non capirai mai cosa vuol dire vincere a Napoli: non ti resta altro che un altrettanto vecchio album di ricordi sbiaditi. E a voi tifosi, festeggiate, festeggiate ancora, ogni tanto datevi pure un pizzicotto. Perchè è tutto vero, è la realtà che ha persino superato il più gran bel sogno. Alla prossima, con le pillole dei campioni d’Italia del Napoli!

Alessia Bartiromo
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