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Beretta: Spalletti invece si fermerà soltanto un anno e, forse, ricomincerà quello successivo. Molto dipenderà dalle motivazioni che avrà

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mario Beretta, consigliere FIGC
Con un De Zerbi che si fa notare in Inghilterra ed un Italiano in rampa di lancio, crede che i giovani allenatori italiani stiano offrendo dimostrazione del fatto che quella italiana è, ancora oggi, la migliore scuola al mondo?
“Sono di parte visto che sono docente alla scuola di Coverciano. Al di là di questo, è la storia del nostro calcio, e dei risultati, a confermarlo. Lo dice il campionato italiano, sempre molto difficile e, nonostante si dica non sia bello, garante di sfide bellissime. Lo dice la capacità dei tecnici italiano di garantire una proposta godibile ed efficiente all’estero. La nostra è la migliore scuola al mondo. Vantiamo allenatori come Spalletti ed Ancelotti, che ha vinto tutto in giro per l’Europa”
Spalletti ha raccolto meno di quanto meriterebbe?
“Forse sì. È sempre stato un allenatore geniale capace di trovate particolari. Quando si parlava del falso nueve ebbe l’intuizione di Totti avanzato a punta. Intuizioni che ne hanno fatto un allenatore sempre preparato. Ha vinto un campionato all’estero, traguardo mai semplice, oltre che garantire risultati importanti anche in Italia. A Napoli, però, ha fatto la sua opera d’arte. Già l’anno scorso, nonostante i passi falsi contro le piccole, il suo Napoli giocava un gran calcio”
Come giudica la scelta di Spalletti di lasciare da vincitore?
“Non voglio giudicare, ognuno ha le proprie idee, sensazioni ed emozioni. Probabilmente, due anni ad alta intensità, sotto tutti gli aspetti, a volte ti portano a fare valutazioni come quelle attuali. Io decisi di smettere per tutta una serie di motivi, Spalletti invece si fermerà soltanto un anno e, forse, ricomincerà quello successivo. Molto dipenderà dalle motivazioni che avrà”
Perché in Italia non si offre mai la possibilità agli allenatori di aprire cicli lunghi?
“Personalmente non lo so. Parliamoci chiaro, l’Italia è il Paese dove gli allenatori rimangono meno giorni sulla panchina, ci sono tanti esoneri. Il più longevo sulla è Gasperini, al suo settimo anno all’Atalanta. Il nostro è un calcio poco facile, in cui molto dipende dai risultati ed ai primi passi falsi si prospetta la possibilità di cambiare, durante i campionati o ad inizio stagione, con la convinzione che la rosa possa garantire risposte importanti. Molte volte, invece, servirebbe maggiore lucidità d’analisi”
Scelta giusta quello dello spareggio nonostante uno Spezia che, secondo il vecchio regolamento, verrebbe premiato per la differenza reti?
“Il regolamento dice questo e non resta che adeguarsi. Le squadre sono consapevoli da inizio stagioni. Verona e Spezia si giocheranno tutto nella gara secca, a differenza dell’ultimo precedente tra Bologna e Parma che invece fu di andata e ritorno. È una tendenza che vige anche in altre competizioni”
Quanto accaduto alla Juventus rischia di aver falsato il campionato?
“Secondo me no. Dal punto di vista dei calciatori ed allenatore bianconero è sicuramente una situazione di difficile gestione. Quando allenavo dovetti fronteggiare una situazione simile, con il ritardo nel pagamento degli stipendi che decretò otto punti di penalizzazione ed una gestione complicata della vicenda. Non è stato un percorso che ha facilitato la tranquillità dell’ambiente. Ciò detto, la classifica rispecchia un percorso di 38 partite. Alla luce di quelle che sono state le indagini, non è una questione di falsare il campionato”
La convince l’ipotesi Tudor in bianconero?
“Tudor è un allenatore molto prearato. L’abbiamo seguito lo scorso anno a Verona e questa stagione al Marsiglia è stata di grandissimo livello, riuscendo a mettere in mostra un calcio interessante. Proprio in Veneto si mostro flessibile ed incline al cambiamento tattico, variando la disposizione dei propri giocatori in corso d’opera. È un tecnico che può ambire a palcoscenici importanti”
Quale addio peserà di più: Spalletti o Giuntoli?
“È difficile dirlo, entrambi hanno svolto un grandissimo lavoro. Dal punto di vista tecnico l’addio dell’allenatore è inevitabilmente il più pesante. Tuttavia, dal punto di vista dirigenziale la partenza di Giuntoli non sarà certo semplice. Il direttore ha dimostrato tutto il suo valore soprattutto nell’ultima finestra di mercato, garantendo al Napoli talenti puri. È stata una connessione vincente quella tra Spalletti e Giuntoli”