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Enrico Varriale: bufera sul calcio italiano

Enrico Varriale

Enrico Varriale: “Esplode un nuovo caso di calcioscommesse, rischiano tutti grosse squalifiche. Bufera sul calcio italiano”

Tramite il proprio account X Enrico Varriale ha commentato  le notizie riguardanti il caso di calcioscommesse scoppiato nelle ultime ore: “Esplode un nuovo Calcioscommesse. Fagioli ammette di aver scommesso sulle partite. Indagati Zaniolo e Tonali raggiunti a Coverciano dalle forze dell’ ordine. La FIGC consente ai 2 giocatori di lasciare il ritiro. Rischiano tutti grosse squalifiche. Bufera sul calcio italiano”.

Poi, attraverso un post su Twitter, ha dichiarato: “Le responsabilità sono personali, ma se davvero emergesse che la vicenda calcioscommesse fosse diffusa e nota nell’ambiente, sarebbe la prova definitiva della necessità di una rifondazione totale, senza favoritismi e tutele di brand. L’ultima chiamata per il nostro calcio“.

Le considerazioni di Varriale

Enrico Varriale quindi  si sofferma ulteriormente sull’ennesimo scandalo che mina la credibilità del calcio italiano, l’incresciosa e sconcertante vicenda delle scommesse emersa dalle inchieste della Procura di Torino e amplificata dalle clamorose rivelazioni di Fabrizio Corona, per chiedere un completo repulisti  del sistema sportivo nazionale ma soprattutto calcistico e stavolta senza patteggiamenti, tutele particolari e buonismi a senso unico.  L’ ex vicedirettore di Rai Sport sul suo profilo X/Twitter scrive: “Le responsabilità sono personali, ma se davvero emergesse che la vicenda calcioscommesse fosse diffusa e nota nell’ambiente sarebbe la prova definitiva della necessità di una rifondazione totale, senza favoritismi e tutele di brand. L’ultima chiamata per il nostro calcio”.

Le reazioni social

Immediate le reazioni degli utenti social che in molti gli hanno contestato di avere idee confuse:  è  doveroso precisare,  almeno per ora,  che qui non si sta parlando di calcioscommesse e di partite aggiustate,  ma di singoli calciatori che scommettevano , cosa comunque vietata dal regolamento, tanto che i giocatori coinvolti rischiano fino a tre anni di squalifica. La situazione sarebbe ben differente se si scoprisse che le società degli atleti coinvolti erano a conoscenza delle irregolarità e non avessero denunciato il fatto.