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Ecco come giocherà il Napoli di Mazzarri

Napoli e Mazzarri

Il presidente del Napoli nella giornata di oggi, 14 novembre, ha comunicato sul suo profilo Twitter (oggi X, ndr) ufficiale l’arrivo di Mazzarri twittando: «Bentornato Walter».

L’inizio di stagione del Napoli è stato piuttosto difficoltoso. Gli azzurri guidati dal tecnico francese Rudi Garcia, hanno avuto tanta difficoltà,  sia in campionato che in Champions League. L’ultima sconfitta in casa con l’Empoli (0-1) e il precedente pareggio interno in Champions con l’Union Berlino (1-1) hanno indirizzato il presidente Aurelio De Laurentiis a prendere la  decisione di esonerare Rudi Garcia.

Come potrebbe giocare il Napoli con Mazzarri?

Rispetto al 4-3-3 usato da Spalletti nell’anno dello scudetto e da Rudi Garcia fino alla 12ª giornata, Mazzarri potrebbe avere più opzioni a livello di modulo. Nel corso della sua carriera, infatti, ha giocato quasi sempre con la difesa a tre sia a Napoli sia con l’Inter, il Torino e il Cagliari. In un’intervista di poche settimane fa proprio il neo allenatore azzurro aveva detto che la sua idea di calcio ideale è il 4-3-3 di Spalletti:

«Il Napoli di Spalletti piace a tutti. Non ho mai potuto fare il 4-3-3 perché non avevo i giocatori adatti».

Quindi si ripartirà dalle origini, dove il tecnico toscano proporrà il classico 4-3-3 con difesa alta, aggressività alta, densità di palleggio tra le linee e attacco alla profondità. Quel calcio spettacolo che ha ammaliato un mondo intero e che ha permesso al Napoli di arrivare al terzo storico scudetto.

IL 4-3-3

Pur vero è che la squadra azzurra è stata costruita per avere meno difensori e più giocatori offensivi. Dietro, infatti, sono solo 4 i giocatori di ruolo e con una difesa a tre servirebbe l’adattamento di Di Lorenzo e/o Mario Rui nei braccetti, soprattutto in caso di indisponibilità di uno dei difensori. Eventualmente, quindi, un’altra opzione potrebbe essere quella di rimanere con il 4-3-3. Meret in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Natan (o Juan Jesus) e Mario Rui (o Olivera) in difesa. Anguissa, Lobotka e Zielinski a centrocampo con Politano, Osimhen (Simeone) e Kvaratskhelia (Raspadori) in attacco.

ELMAS E SIMEONE

Il disastro Garcia nasce anche da fatto di non aver capito che Eljif Elmas e Giovanni Simeone erano considerati dei co-titolari pronti in qualsiasi momento a dare forza e maggior impulso alla squadra e spariti dai radar del tecnico francese. Garcia ha la colpa di aver  disperso anche questa forza della rosa a disposizione, quella della rosa meglio assortita in serie A, costringendo i due talenti azzurri a piccole apparizioni e in momenti anche difficili delle fasi di gioco e sottoponendoli, di fatto,  a brutte prestazioni perché non coinvolti nel progetto di (non) gioco che aveva in mente.

ADIEU GARCIA

Cosa avesse in mente Rudi Garcia da queste parti lo hanno capito in pochi. A lui va la nostra stima, per il professionista che è stato e per l’uomo che è. Ma da adesso in poi tutti con Walterone Mazzarri, per recuperare il terreno perduto e tornare a volare come e più prima. Tutti uniti attorno al Napoli, per andare il più lontano possibile.