Gattuso non fa calcoli: l’Italia si affida ad Orsolini e Raspadori per volare a USA 2026
Gennaro Gattuso ha preso in mano l’Italia con lo spirito che da sempre lo contraddistingue: niente calcoli, solo coraggio e aggressività.
Alla vigilia della sfida contro l’Estonia, decisiva per il cammino verso il Mondiale 2026, il CT azzurro ha tracciato una linea netta: “Attaccare per vincere”, senza compromessi. Lo testimoniano le sue scelte tecniche e tattiche, che vedono Orsolini e Raspadori titolari in un’Italia a trazione anteriore.
“È un’Italia tutta d’attacco quella che cerca i tre punti a Tallinn”, scrivono Guglielmo Buccheri e Andrea Ramazzotti nella Gazzetta dello Sport.
Il modulo: tra 4-2-4 e 4-4-2, ma l’identità è chiara
Nonostante la presenza in campo di quattro giocatori offensivi puri (Kean, Retegui, Orsolini e Raspadori), Gattuso rifiuta l’etichetta di modulo fisso. A seconda delle fasi del gioco, la Nazionale si dispone sia in 4-2-4 in fase di possesso, sia in 4-4-2 in fase di contenimento.
Ma l’impostazione di fondo è chiara: mettere pressione agli avversari, schiacciare l’Estonia nella propria metà campo e dettare il ritmo della partita fin dai primi minuti. Un’impostazione che ricalca quanto visto con successo a Bergamo, come sottolinea la Gazzetta.
“Più 4-2-4 che 4-4-2 per mettere pressione agli avversari”, evidenziano Buccheri e Ramazzotti.
Le ali per volare: Orsolini e Raspadori, armi decisive
Le vere novità riguardano le fasce. A destra c’è Riccardo Orsolini, in grande forma con il Bologna, autore già di prestazioni convincenti in A e in Nazionale. A sinistra agisce Giacomo Raspadori, ormai sempre più leader tecnico e spirituale del gruppo azzurro.
“Orsolini, in gran forma col Bologna, si sistema sulla destra. Raspadori, che da settembre nelle prime uscite è stato una delle punte di diamante della gestione Gattuso”.
Proprio su Raspadori si concentra una parte importante dell’analisi della Gazzetta, che lo definisce “Jack di Madrid”, a testimonianza della sua duttilità e della sua centralità nel progetto azzurro.
Kean e Retegui: tandem d’attacco
In mezzo, Moise Kean e Mateo Retegui formano la coppia d’attacco, fisica ma anche tecnica. Retegui, naturalizzato italo-argentino, è ormai stabilmente nel giro azzurro, mentre Kean è chiamato a dare risposte concrete dopo un avvio di stagione difficile.
Spinazzola e Cambiaso: terzini a tutta fascia
Per supportare il gioco sulle corsie esterne, Gattuso ha chiesto un grande sforzo ai terzini. A destra agirà Spinazzola, non nel suo ruolo naturale, ma con compiti offensivi precisi. A sinistra ci sarà Cambiaso, jolly del modulo, in grado di agire anche da quinto o da mezzala.
“Spinazzola praticamente sempre a sinistra, oppure sfruttare quell’area con il jolly Cambiaso, che sa adattarsi da una corsia all’altra”.
Gattuso motiva il gruppo: “Ho chiesto coraggio”
Il tecnico calabrese ha parlato chiaro alla squadra durante la rifinitura a Coverciano prima della partenza per Tallinn:
“Ho chiesto coraggio. Li ho caricati. Ho detto ai ragazzi: fate come lui”, riferendosi proprio a Raspadori.
Un approccio diretto, in stile Gattuso, che punta a far sentire ogni giocatore importante, ma soprattutto pronto ad assumersi responsabilità.
Il dato che preoccupa: due gol subiti nelle ultime trasferte
Se l’attacco promette scintille, è la fase difensiva a far riflettere. L’Italia ha subito gol in ognuna delle ultime due trasferte di qualificazione, un’anomalia che non si registrava da quasi 30 anni.
“Solo una volta gli Azzurri hanno incassato tre gol di fila nei match di qualificazione ai Mondiali”, ricorda il box statistico della Gazzetta.
È un dato che obbliga Gattuso a tenere alta l’attenzione, soprattutto nelle transizioni difensive e sulle palle inattive.
Gli altri nomi: da Barella a Zaccagni
Restano a disposizione uomini importanti per subentrare e cambiare ritmo a gara in corso: Barella, leader del centrocampo; Zaccagni, pronto a prendere il posto di Raspadori se servisse più corsa; e Cristante, uomo d’equilibrio sempre affidabile.
L’Italia di Gattuso si presenta a Tallinn con un piano chiaro e senza compromessi: spingere, dominare, vincere. La scelta di affidarsi a esterni offensivi come Orsolini e Raspadori è il manifesto tecnico e mentale di una Nazionale che vuole tornare protagonista a livello mondiale. Senza paura, senza attendismi, solo con l’istinto e la fame di chi vuole (e deve) tornare grande.

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