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Champions League, Genk-Napoli: una trasferta grigia. Come il cielo. Come il risultato

Champions League, Genk-Napoli: è ritornata la massima competizione continentale e si è giocata la seconda giornata della fase a gironi. Il Napoli ha giocato a Genk, senza riuscire ad ottenere il massimo risultato

Champions League, Genk-Napoli: è ritornata la massima competizione continentale e si è giocata la seconda giornata della fase a gironi. Il Napoli ha giocato a Genk, senza riuscire ad ottenere il massimo risultato.

L’atmosfera belga è stata tipica di quelle mattinate inglesi tipiche: inizialmente, all’arrivo, un timido sole ha fatto capolino e ci ha accompagnato da Bruxelles a Genk, nella tratta per circa un’oretta. Poi è iniziato un grigiore, tipicamente londinese, che ha coperto il cielo belga. Dal centro ci siamo incamminati verso i bus-navetta che ci hanno accompagnati nella zona esterna dello stadio.

Da quel momento si è abbattuta, una pioggia violentissima -a tratti si trasforma in grandine- e ci costringe a trovare riparo alla buona.

Un’ora prima, circa, dall’ingresso delle squadre in campo e, poco prima di quello nostro sugli spalti, iniziano ad uscire i primi pifferi ed i primi spiragli sulla formazione iniziale.

Si dice che Insigne sia destinato, almeno inizialmente, alla panchina. Poi in tribuna. Da qui filtra un certo malumore. Vengono comunicate le formazioni ufficiali. Ufficialmente Insigne in tribuna: non capisco se per motivi tecnici, per le panchine “brevi” delle competizioni europee, o se -di fondo- ci siano altre motivazioni dietro questa scelta.

La partita, finalmente, inizia. L’aria è diventata molto più fredda, seppur non tiri neanche un soffio di vento: la temperatura si è abbassata drasticamente (ancor di più se si pensa al timido sole del mattino che ci accompagnava di stazione in stazione).

Il Napoli, in campo, non ha giocato un calcio spettacolare ed eccelso. Anzi, in qualche occasione rischia addirittura di prendere la rete-beffa. Fortunatamente Meret, difende la porta come pochi altri (praticamente l’unico della sua età in quel ruolo).

La coppia formata da Lozano e Milik (quest’ultimo scelto per il campo divenuto pesante, a causa della pioggia) non offre molte garanzie. Il polacco sembra essere ancora avulso dalla manovra offensiva, ma più in generale, dal gioco proposto da Ancelotti. Nonostante questo, però, gli azzurri colpiscono 2 traverse ed un palo (grazie proprio a Milik), ma non riesce a fare neanche il gol che significherebbe allungo nel girone. Anzi. Nel post partita, Ancelotti si è detto, addirittura soddisfatto, e ha detto di tenersi stretto il punto.

Il Napoli sembrava lontanissimo parente di quello che ha annichilito il Liverpool di Klopp, ma anche il Genk semraba lontano parente di quello tramortito dal Salisburgo. Almeno in campo ha dimostrato ordine (tattico) e qualche bell’azione corale.

Al triplice fischio, i sostenitori azzurri, sono usciti dagli spalti, insieme a quelli belgi. Senza problemi di ordine pubblico. Al contrario del proclama allarmistico che la società nerazzurra aveva diffuso qualche giorno fa.

La prossima partita nel girone, vedrà il Napoli impegnato in quel di Salisburgo ed il Genk sfiderà i reds di Klopp. Visto che il vantaggio si è assottigliato pericolosamente, il Napoli non potrà permettersi passi falsi. Non è un crocevia, ma quasi.

A proposito, nella gara di Youth League, è brillato un giovanissimo che aveva la casacca nerazzurra dei belgi. Il numero 10. Luca Oyen. Avrà un futuro radioso davanti a sé. Fenomeno vero!

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