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SSC Napoli, top e flop del centrocampo azzurro


L’analisi sul centrocampo del Napoli in questa prima parte di stagione

Il Napoli chiude l’anno solare con il ritorno alla vittoria in campionato e la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Un inizio di stagione non semplice, culminato con il cambio della guida tecnica.

La squadra non ha proposto il calcio di cui si parlava prima dell’inizio dei giochi e il bilancio a metà percorso annuale decreta la sentenza “una squadra che si salva a metà”.

In questo periodo poco brillante e certamente migliorabile si è sentita la mancanza di leader che sapessero prendere per mano la squadra e farla risalire. E il centrocampo è il reparto del campo sicuramente più danneggiato e in difficoltà.

L’eredità mai raccolta di Jorginho e Hamsik

I problemi in mezzo al campo per il Napoli partono però da lontano. Estate 2018, 91 punti non bastano agli azzurri di Sarri per vincere lo scudetto. L’allenatore sbarca in Inghilterra per guidare il Chelsea e porta con sé il metronomo della manovra partenopea, Jorginho Frello. L’italo-brasiliano lascia Napoli da vero leader e va alla conquista, insieme a “core ingrato” Maurizio, dell’Europa League.

Con l’arrivo di Carlo Ancelotti il reparto più ridimensionato è proprio quello del centrocampo. Il numero 8 di Jorginho passa sulle spalle di Fabian Ruiz, questo giovane spagnolo che si rivela il miglior acquisto della scorsa stagione. Ma Napoli dovrà fare i conti presto con un addio doloroso e non auspicato, quello del capitano Marek Hamsik. Dopo 520 presenze e 121 reti lo slovacco va a giocare in Cina, scegliendo il Dalian ed iniziando una nuova vita dopo aver scritto la storia in maglia azzurra. Eredità pesante mai realmente raccolta da nessuno. Il Napoli chiuderà la stagione al secondo posto ma da fine gennaio si vedrà un centrocampo a tratti in reale difficoltà sia in costruzione che in copertura.

Stagione 2019/2020: uomini contati alla ricerca di se stessi

Il nuovo anno ha fatto emergere tutte le lacune di un reparto che deve lavorare con gli uomini contati. Senza dimenticare la necessità di giocare spesso fuori ruolo nella gestione di Ancelotti. Centrocampo smarrito e messo alla prova, talvolta massacrato dagli avversari e poche volte capace di dominare il gioco.

ALLAN: testa altrove per tanto, troppo tempo. Un uomo che ha accusato la mancata cessione agli sceicchi del PSG di un anno fa con le prestazioni sul rettangolo di gioco. Un inizio di campionato non entusiasmante in cui le prestazioni che ricordano la sua vera essenza si riconducono alle sfide fuori casa contro Liverpool e Milan. Motivazioni in calo anche a causa dell’ammutinamento, di cui si è reso protagonista nella lite con Edo De Laurentiis. Forse Gattuso è l’unico capace di rimetterlo sui binari giusti, lui che per grinta somiglia non poco al giocatore che è stato il mister. Due partite nel 4-3-3 e riscopre la bellezza del goal grazie alla ritrovata capacità di inserimento. La grinta che il Napoli deve ritrovare passa da lui.

ZIELINSKI: il più continuo del centrocampo fino a questo momento. Sacrificato molto da esterno sinistro e da regista con Ancelotti, in molti momenti ha tenuto in vita il centrocampo del Napoli. Si è adattato molto, rinunciando forzatamente alla sua grande capacità di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Il boccone più amaro da mandare giù è che finora vede la porta poco: solo 1 goal tra campionato e coppe, svariati tentativi di conclusione e qualche palo colpito di troppo. Il ritorno al vecchio modulo dovrebbe aiutarlo a migliorare sotto questo aspetto perché più partecipe all’offensiva del Napoli.

FABIAN RUIZ: aveva sorpreso un’intera città nel primo anno di Serie A. Un impatto devastante con il nostro campionato da parte di un giocatore dalla tecnica sopraffina. A 23 anni Napoli lo ha consacrato al grande calcio. Prima gioca la Champions, poi il campionato europeo Under 21 (vinto con la Spagna ed insignito del premio come miglior giocatore del torneo) e la conquista della convocazione nella sua Nazionale maggiore. Tra i tre principali membri del centrocampo è quello che sta rendendo meno quest’anno. A tratti irriconoscibile, lento nella costruzione e nel recupero di palla. Non poco frequentemente sbaglia passaggi e perde la sfera. Il Napoli ha bisogno della sua classe e soprattutto della sua reale presenza.

ELMAS: da possibile rivelazione a talento ancora da scoprire. Grandi aspettative per questo ragazzo, arrivato in punta di piedi e forse finora poco considerato. Per ora una sola partita giocata per intero ed impiegato quasi sempre dalla panchina. Sprint e qualità che possono sicuramente far comodo ad un organico come quello azzurro. Che il riferimento per lui sia Sassuolo: essere protagonista nei goal decisivi.

GAETANO: con Insigne e Luperto rappresenta il talento delle giovanili che arriva in alto. Mai impiegato in campionato e ossa ancora da rafforzare, probabilmente in prestito altrove in futuro. Una sola presenza in tutta la stagione che rende onore a Carlo Ancelotti, ovvero l’esordio contro il Genk in Champions League. Si può dire ben poco del giovane azzurro.

 

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